Lettere al Direttore
28 Maggio 2013

La scomparsa dello storico giostraio

di Redazione | 2 min

E’ mancato a fine maggio Giamberto Da Ronche.

Forse quasi ‘sconosciuto’ alle ultime generazioni il suo lavoro e quello della gloriosa famiglia da cui discendeva.

Giamberto è stato uno degli ultimi giostrai di Ferrara, quel lavoro che, da tempo, si definisce spettacolo viaggiante.

Era il primogenito dei quattro figli di Remigio e Maria Da Ronche, giostrai anche loro.

Figlio d’arte, dunque, è cresciuto con i fratelli Rodolfo, Gianni e Maria Grazia, tra giostre vecchie e poi sempre più nuove, per rimanere al passo coi tempi.

Da giovanissimo era lui il ‘responsabile’ del cosiddetto calcinculo, come popolarmente veniva chiamata la giostra con i seggiolini volanti, appuntamento obbligato per gli innamorati di qualche decennio fa che, temerariamente, si agganciavano ‘in volo’, per conquistare un premio appeso.

Ma il capolavoro Da Ronche è sempre stata la ‘giostrina dei bambini’, tramandata per almeno 3 generazioni dotata di modellini di auto, corrierine ed altro che ormai son veri e preziosi pezzi degni del Museo Storico della Giostra di Bergantino.

Ma i Da Ronche ebbero in gestione autoscontri, giostre con gli aeroplanini, insomma tutto quanto fa(ceva) allora sognare il cuore dei ferraresi.

Il loro lavoro si svolgeva prevalentemente tra la mezza stagione ed il principio d’autunno: iniziava con la fiera di San Giuseppe, il 19 marzo, che vedeva in gran spolvero le giostre sul piazzale ex-Mercato Cavalli, sulle mura di via Baluardi, dove ora si svolge il mercato del lunedì.

Poi, per la Fiera di San Giorgio, il Santo patrono, che fino a qualche decennio fa si celebrava il 24 di aprile, la festa si spostava intorno agli spazi del vecchio acquedotto di Ferrara, in viale Alfonso I d’Este, per poi convergere nel gran finale della KERMESSE, la fiera delle fiere che durava tutto il mese di giugno e si teneva in Porta Catene.

A fine mese il loro lavoro si spostava ai Lidi Ferraresi, per tutta estate.

D’inverno si rifugiavano – divenendo per qualche mese stanziali – nella vecchia casa di via Centoversuri, nel cuore di Ferrara.

Ricordi di una Ferrara che ormai non è più, certo, ma personaggi come Giamberto Da Ronche e la sua famiglia rimarranno sicuramente – almeno per un altro po’, ancora – nel cuore di qualche ‘vecchio bimbo’ degli anni Cinquanta e Sessanta, forse, perché le giostre, come i burattini, fanno ancora parte dell’immaginario e dei sogni di quelle generazioni, oltre a quelle di chi li ha preceduti.

Maria Cristina Nascosi Sandri

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