Cronaca
11 Maggio 2013
La banda agiva soprattutto nel basso ferrarese, effettuando violente rapine e moltiplicando i guadagni investendo nel traffico di stupefacenti

Maxi retata, sgominata associazione a delinquere

di Ruggero Veronese | 4 min

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Il comandante dei carabineri di Ferrara Antonio Labianco e il dirigente del nucleo investigativo Giuseppe Aloisi

Il comandante dei carabineri di Ferrara Antonio Labianco e il dirigente del nucleo investigativo Giuseppe Aloisi

È ancora notte fonda quando i carabinieri del nucleo investigativo di Ferrara partono dal comando centrale per chiudere la morsa attorno alla banda della “Operazione Molino”. Dodici persone che, dal marzo 2012, si sono rese responsabili di rapine nelle abitazioni e di traffico di droga, in particolare nella zona della basso ferrarese. “Criminali efferati e spietati”, come vengono descritti dai carabinieri, “che non si facevano scrupoli ad entrare nelle abitazioni di persone anziane”, minacciando i residenti con armi da fuoco e coltelli, arrivando addirittura “a tentare una rapina nella casa della nonna di uno dei propri componenti”. E che, una volta effettuati i colpi, triplicavano i proventi investendo nel traffico di cocaina e hashish.

Un vero allarme sociale, stando alle dichiarazioni dell’Arma, sventato dai carabinieri del nucleo investigativo di Ferrara grazie a un’indagine coordinata dal pm Ombretta Volta, che ha portato nelle ultime ore all’arresto di 11 componenti di quella che gli agenti non esitano a definire “una vera e propria organizzazione criminale”. Eppure la storia comincia piuttosto lontano dalla provincia ferrarese e per l’esattezza ad Alessandria, dove nel marzo 2012 viene ricettata una Renault Clio rubata. Un mezzo che ricomparirà poche settimane dopo per le strade ferraresi, nelle ore notturne, come mezzo impiegato dalla banda per effettuare i furti senza lasciare indizi personali. Dal quel momento il gruppo compie una serie di rapine in almeno dieci abitazioni, spostandosi tra Migliaro, Lagosanto, Migliarino e Ostellato. La banda non ha timore a usare modi violenti e, quando vengono scoperti, a minacciare i proprietari delle abitazioni con armi da fuoco (vere o contraffatte) e storditori elettronici (taser).

Veniamo a quanto affermano gli inquirenti. È Nicolò Ottaviano il presunto “capo” della banda, definito dagli agenti “il personaggio dal maggior carisma criminale”. Nato in Belgio, Ottaviano si trasferisce a Portomaggiore quando si rende conto delle “potenzialità” della zona, e in breve tempo recluta altri soggetti. Come il venticinquenne Manuel Pironti e il ventiseienne brasiliano William Librizzi, entrambi con prtecedenti e residenti ad Alessandria, che si uniranno a Ottaviano con la prospettiva di compiere attività illegali in zone dove non sono noti alle forze dell’ordine.

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Le armi sequestrate durante la retata della scorsa notte

Si costituisce così una banda che vede come elementi di spicco anche due ferraresi: la ventiduenne Sara Luciani, considerata la basista del gruppo (addetta alla pianificazione e alla ricerca degli anziani da rapinare) e il diciannovenne Pasquale Comparone. Questi cinque personaggi rappresenterebbero il vero nucleo operativo della banda e per loro è stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere, finalizzata a furto, rapina, ricettazione e, di conseguenza, spaccio. Perché un’altra pedina della scacchiera dal ruolo ben definito è  Ben Harrath Lassad (arrestato anch’egli ieri mattina), un cittadino tunisino quarantaduenne residente a Ravenna che vendeva grosse quantità di droga alla banda, con cui i rapinatori moltiplicavano i propri profitti. Il tutto attraverso un’attività diretta di spaccio su tutto il territorio ferrarese, che ha fatto registrare dai carabinieri almeno 230 episodi di cessione, con un giro di affari da 200 mila euro.

L’Operazione Molino andava avanti da tempo, e durante le indagini i carabinieri sono riusciti a sventare alcuni dei furti già pianificati e ad arrestare alcuni dei componenti della banda. Come William Librizzi, in carcere dopo che il 28 giugno scorso era stato fermato dagli agenti mentre trasportava nell’auto tre panetti di hashish (260 grammi in totale), un taser, attrezzi da scasso, passamontagna e due pistole ad aria compressa. O come Massimiliano Orlandini, nato a Ostellato nel ’68, e Riccardo Zagatti, classe ’74 di Ostellato, considerati elementi minori e arrestati in flagranza mentre portavano cocaina da spacciare sul mercato ferrarese.

Gli altri arresti hanno riguardato Enrico Busoli, 43 anni, Marco De Nigro,  del ’71, Valentina Pescara, 22 anni, e Giovanni Di Masi, del ’74.

Il cerchio dei carabinieri si stava finalmente per chiudere, e con l’operazione di stanotte, per quanto manchi ancora un elemento all’appello, che non operava sul territorio ferrarese, la banda si può definire sgominata. Restano comunque ancora alcuni aspetti da chiarire  nella vicenda, e non è da escludere che gli indagati siano riusciti a compiere anche altri crimini che le indagini non sono riuscite a ricondurre alla banda. Una considerazione a cui non si sottrae il comandante dei carabinieri di Ferrara, Antonio Labianco, che lancia un appello alla popolazione: “Questi personaggi potrebbero aver compiuto altri crimini di cui non siamo a conoscenza, e se qualcuno ha subito altri furti di cui non sono stati trovati i responsabili ce lo segnali. Con la massima discrezione agiremo per verificare quanto successo, e il contributo della popolazione potrebbe riuscire a dare forza all’accusa verso questa violenta ed efferata organizzazione a delinquere”.

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IL COMANDANTE LABIANCO COMMENTA L’OPERAZIONE

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