“Ormai è ufficiale: l’ospedale di Cona è un pozzo senza fondo, che continua a succhiare risorse al Sant’Anna – struttura ormai abbandonata a se stessa nonostante le promesse. La domanda è sempre la stessa: a beneficio di chi? Pur di giustificare il più grande investimento fallimentare della sanità emiliano romagnola, Cona continua a erodere i già pochi fondi giacenti per l’adeguamento dell’ex ospedale di Ferrara a struttura operativa. Ce lo hanno spiegato chiaro e tondo oggi in commissione”. A puntare il dito verso l’ormai pluribersagliato nosocomio di Valle Morte è questa volta il consigliere regionale Andrea Defranceschi del Movimento 5 Stelle.
Il grillino ricorda che l’ospedale di Sant’Anna avrebbe dovuto essere riconvertito nella Casa della salute, come da accordi con la cittadinanza che si è vista privata del polo ospedaliero, “ma tutt’ora come dichiarato dallo stesso dirigente dell’assessorato oggi: non sappiamo cosa ne faremo”.
Notizia di oggi è che un altro milione (1.044.592,44 euro) “è stato sottratto dalla voce ‘adeguamento spazi per attività sanitaria’, per coprire le spese di trasferimento server (“completamento sala server ospedale di Cona”). Alla mia domanda sul perché non fosse stata preventivata questa spesa, mi sono sentito rispondere semplicemente che la costruzione del nuovo polo sta costando più del previsto”.
Il riferimento è a uno degli interventi approvati a maggioranza dalla commissione regionale “Politiche per la salute e politiche sociali” della Regione. Accanto alla realizzazione, presso l’Ausl Parma, della Casa della Salute XXIV Maggio e del Centro dialisi territoriale, e alla riqualificazione degli impianti tecnologici all’Ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì, è stato previsto il completamento della sala server all’ospedale di Cona. Un intervento richiesto dall’azienda ospedaliera che era originariamente previsto era nell’ex ospedale di corso Giovecca.
Si tratta di “55 mila metri quadrati e 10 milioni buttati al vento – prosegue Defranceschi -. O meglio: lasciati alla mercé della speculazione edilizia. Una parte dell’ex ospedale infatti, è già stata ceduta a una riconversione ad uso residenziale. Non mi riesce difficile immaginare che la stessa sorte toccherà all’area dell’ex edificio, soprattutto considerando che il costo complessivo della riqualificazione sarebbe di 35 milioni (25 se togliamo il già avvenuto acquisto dell’edificio) che la Regione non ha”.
Il consigliere regionale pone poi un problema di sicurezza antisismica. “Vorrei ricordare che la struttura è del 1912, ed è stato certificato che a seguito del sisma dell’anno scorso, l’edificio necessita di un intervento entro i prossimi due anni se lo si vuole mantenere agibile. Ma forse non è fra gli intenti dell’assessore Lusenti. L’intendimento è chiaro e il sistema non è nuovo: promettere di garantire servizi per giustificare macroopere, e lentamente lasciar decadere il tutto, in modo da poter successivamente giustificare la svendita di terreni e immobili. Nel frattempo, i cittadini di Ferrara si sono visti togliere l’ospedale, mentre quelli emiliano romagnoli 35 milioni. Ripeto: cui prodest?”.
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