Cronaca
18 Aprile 2013
Consegnata ai figli di Aldo de' Barberis la piastrina dispersa nel 1943 durante la campagna di Russia

Dopo 70 anni l’alpino ferrarese torna a casa

di Redazione | 3 min

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Aldo de’ Barberis. Foto tratta da www.alpini.it

Aveva soltanto tre anni Carlo de’ Barberis quando vide suo padre per l’ultima volta, mentre saliva su un treno per un viaggio da cui non avrebbe più fatto ritorno. Era il luglio del 1942, e il tenente Aldo de’ Barberis, comandante della 61° compagnia del battaglione Vicenza, 9° reggimento divisione Julia, stava partendo per quella campagna di Russia che ha segnato una delle pagine più drammatiche nella storia dell’esercito italiano.

A distanza di settant’anni Carlo e la sorella Loretta hanno potuto recuperare la piastrina di riconoscimento dell’alpino disperso durante la tragica missione: una semplice targhetta di quattro per cinque centimetri ammaccata dalle intemperie, ma che per i due figli ha un valore indescrivibile. “Finalmente possiamo stringere qualcosa di suo, che gli è stato vicino fino all’ultimo”, sono state le parole di Loretta ai giornalisti del quotidiano La Stampa, dopo che il sindaco Roberto Montà di Grugliasco, dove attualmente risiede parte della famiglia, le ha consegnato il ricordo tanto atteso. La targhetta è stata ritrovata da un milanese che da anni, attraverso i contatti con alcuni volontari in Russia, cerca i cimeli perduti dei militari italiani per riconsegnarli alle famiglie. La figlia dell’alpino scomparso lo ha contattato dopo averlo visto in una trasmissione televisiva, e da quella telefonata è partita un’operazione di ricerca che in poco tempo ha portato la targhetta di de’ Barberis a Grugliasco, tra le mani dei suoi figli.

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La piastrina dell’alpino ritrovata in Russia. (si ringrazia per la pubblicazione Giuseppe Martelli di www.alpini.it)

La storia della famiglia de’ Barberis non comincia però sulle alpi torinesi ma a Ferrara, dove Aldo era nato e cresciuto anche se una volta conclusi gli studi si trasferì prima a Roma e poi Milano, dove lavorò come contabile. Ma il suo legame con la città natale è testimoniato anche dalla presenza alla cerimonia di Francesco Colaiacovo, presidente del consiglio comunale di Ferrara, che ha affiancato le centinaia di alpini presenti per ricordare il commilitone caduto. “È stata una cerimonia molto bella e di grande partecipazione nella sala del consiglio comunale di Grugliasco – racconta Colaiacovo – . All’evento era stata invitata tutta l’amministrazione ferrarese, e sono andato in rappresentanza del sindaco Tagliani per portare il saluto della nostra comunità”. E l’alpino ferrarese è stato ricordato anche dai vecchi commilitoni, come il suo sottotenente Marcello Giovanardi che alle domande de La Stampa ha risposto: “Il tenente de’ Barberis era un vero soldato e un vero uomo. Sorrideva poco, pochissimo. Ma sapeva darti forza con un semplice sguardo. Ciao Aldo, lo so che sei qui con noi oggi”

Il presidente del consiglio comunale ferrarese spiega che in realtà i casi di persone alla ricerca di testimonianze dei propri genitori scomparsi nella Grande Guerra sono frequenti. “Ero già stato partecipe di un episodio simile, quando il signor Selvatici, dopo essere andato in pensione, si mise alla ricerca dei luoghi in cui aveva vissuto suo padre, un marinaio cresciuto a Ravalle e disperso in mare negli anni della guerra. Nella targa commemorativa in paese mancava il suo nome, che facemmo subito inserire e a cui rendemmo omaggio con una cerimonia. In quel momento mi resi conto dei segni lasciati da quella maledetta guerra, con centinaia di migliaia di orfani alla ricerca dei propri genitori dispersi o di un loro ricordo, e che ancora oggi non si arrendono, e magari proseguono le ricerche sulle proprie radici dopo essere andati in pensione”.

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