Politica
16 Aprile 2013
Anche Guietti critica la centrale. Dieci anni di dichiarazioni rassicuranti

Turbogas, fatti e parole

di Ruggero Veronese | 4 min

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admin-ajax (9)“La centrale Turbogas avrebbe dovuto garantire un abbattimento del 30% sui prezzi energetici, che invece paradossalmente sono quasi il doppio che all’esterno del polo industriale”. Anche dal principale sindacato arriva, inaspettata, una dura critica alla cattedrale del deserto della centrale Turbogas. Ad esprimere le proprie perplessità verso la centrale energetica all’interno del polo chimico di Ferrara è infatti Giuliano Guietti, segretario provinciale Cgil, che parlando dei problemi per le imprese – e di conseguenza per i lavoratori – sul territorio (vai all’articolo) ha confermato ancora una volta un’opinione assai diffusa su un progetto fortemente voluto e supportato dalle amministrazioni ferraresi fin dai tempi della giunta Sateriale.

I problemi della centrale sono stati a lungo associati soprattutto al fattore di inquinamento: se è vero infatti che il processo a ciclo combinato (metano/vapore) della centrale Turbogas produce meno emissioni in rapporto ai megawatt prodotti rispetto alle due centrali a olio combustibile precedenti, la mole di energia prodotta (800 Mwe) è talmente superiore rispetto al passato (circa 100 Mwe) da aver alimentato forti dubbi sul reale impatto inquinante (si ricorderà che gli stessi Verdi al loro interno subirono le aspre critiche dell’allora capogruppo in consiglio comunale Francesca Cigala Fulgosi). Ma il discorso che negli ultimi anni ha assunto sempre più importanza, soprattutto alla luce della perdurante crisi economica, è quello relativo al prezzo dell’energia, molto più alto all’interno del petrolchimico che nelle normali utenze cittadine.

Fin dal 2002, per far rientrare nell’accordo di programma del petrolchimico l’importante investimento da 413 milioni di euro della centrale, varie figure della maggioranza presero parola per garantirne il vantaggio economico. “La cogenerazione – venne spiegato in tempi non sospetti in consiglio comunale, era il 23 giugno 2003 – è quel sistema di produzione combinata di calore ed elettricità, da parte di una centrale termoelettrica, per recuperare l’energia dispersa e produrre in tal modo vapore da riscaldamento, garantendo quindi un’alta efficienza in termini di redditività”. Un concetto ripreso in più occasioni dall’allora sindaco Gaetano Sateriale, che nel gennaio 2005 dichiarava: “Abbiamo bisogno di sviluppare delle politiche di attrazione di nuove imprese. In questo campo la qualità dell’ambiente e lo sviluppo di fonti energetiche diventano fondamentali: chiedo allora di abbandonare comportamenti scettici o peggio ostruzionistici e di spingere invece insieme a noi verso la realizzazione del progetto turbogas. Non lasciateci soli a difendere la logica di questo grande investimento nella nuova centrale termoelettrica”. Un discorso simile fu proposto dall’allora assessore all’ambiente Alessandro Bratti, che nel gennaio 2006 dichiarò: “Sono convinto, e continuerò a sostenerlo, che la centrale termoelettrica rappresenta uno dei progetti più importanti che l’amministrazione ha portato avanti con coraggio negli ultimi anni“.

Ironia della sorte, è proprio questo “grande investimento” a essere una delle cause principali della crisi del petrolchimico, di cui la vertenza Basell è il sintomo più evidente e discusso. Ma si pensi anche alla vicenda dell’azienda Estelux, produttore di pannelli solari appartenente al gruppo Solon che nel 2010 avrebbe dovuto insediarsi al polo industriale ferrarese con un investimento che doveva far sorgere a Ferrara 300 posti di lavoro, e scomparsa poi dalle cronache ferraresi. Un miraggio nel quale era caduto anche l’attuale assessore al bilancio. Nell’aprile del 2009 Luigi Marattin, allora consigliere comunale, dichiarò che “scelte quali il secondo accordo di programma del Petrolchimico, l’insediamento della Estelux e l’imponente sforzo per uno sviluppo industriale di nuova generazione (gli incubatori di impresa, il polo scientifico e tecnologico, la nuova esperienza del Tecnopolo, l’università) bastano ed avanzano a testimoniare con i fatti (e non con le parole) che l’amministrazione comunale e il Partito Democratico considerano centrale e imprescindibile l’imprenditorialità e l’iniziativa privata in un’ottica di sviluppo economico e sociale della città“.

Tra cavalli di battaglia e promesse di risollevare le sorti del petrolchimico, tra gli ultimi strenui difensori della centrale in ordine di tempo troviamo anche un altro consigliere comunale Pd, Antonio Tafuro, che nel settembre 2010 chiedeva di lasciar da parte inutili polemiche: “Adesso che parte la centrale termoelettrica da 800 MW, riprendono le solite vecchie tiritere, noiose e superate dai fatti, il solito sparare a vista, ma con cartucce bagnate. La realtà è che le scelte fatte negli accordi di programma sono risultate vincenti per mantenere l’occupazione e salvare lo stabilimento”.

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