Cronaca
17 Marzo 2013
Le proposte e le idee dei residenti del quartiere Giardino. Poi il giro 'dimostrativo'

Zona stadio, uniti contro il degrado

di Ruggero Veronese | 4 min

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DSC08206Non capita tutti i giorni di vedere un comitato formarsi e passare all’azione nel giro di una sola serata. È successo venerdì sera, quando una quarantina di persone si sono ritrovate nella sala parrocchiale di via Fortezza, di fianco allo stadio Paolo Mazza, per discutere e cercare di trovare una soluzione ai problemi di degrado che affliggono la zona. Una riunione in cui si è cercato di porre l’accento soprattutto su quel tipo di iniziative realizzabili nell’immediato dalla comunità, senza l’intervento attivo delle forze dell’ordine o dell’amministrazione. L’idea è nata da una coppia di residenti, che  l’ha diffusa nelle scorse settimane tramite passaparola o diffondendo qualche volantino nelle buchette o dentro ai bar del quartiere, raccogliendo l’adesione anche del presidente della Circoscrizione 1 Girolamo Calò.

“Dobbiamo trovare una serie di soluzioni fattibili e reali per arginare il problema sociale dello spaccio in questa zona – hanno spiegato marito e moglie aprendo la discussione -, cercando modi non aggressivi e non violenti, anche se siamo tutti arrabbiati”. Che la zona tra corso Isonzo e la stazione – il quartiere Giardino – si stia trasformando in una terra di nessuno è infatti una situazione ormai palese, e quasi tutti raccontano di essere stati importunati da chi di notte frequenta quelle strade. Proprio davanti alla sala parrocchiale, durante l’incontro, due spacciatori in bicicletta cercano di adocchiare qualche cliente tra la gente che sta entrando, senza immaginare di essere proprio loro l’oggetto del dibattito. Verranno fermati poco dopo da una pattuglia della polizia di passaggio, e lasciati proseguire dopo un controllo. “Le forze dell’ordine fanno quello che possono fare – commenta qualche residente osservando la scena –, e anche quando portano qualcuno in centrale non possono far nulla se non rilasciarlo: nessuno gira con la droga addosso, e spesso hanno tutti i permessi in regola”.

Ma proprio per questo sono le azioni collettive degli abitanti del quartiere a poter scuotere la situazione, e durante la serata di idee ne vengono fuori parecchie. “Non c’è una soluzione singola – spiega una residente -, bisogna fare passi piccoli che di volta in volta ci diano la spinta per andare avanti”. Molte proposte sono basate su un concetto fondamentale: gli spacciatori non esisterebbero senza gli acquirenti, ed è su questi che bisogna lavorare. “Viene anche gente in giacca e cravatta a comprare la droga di nascosto – è uno dei racconti più frequenti -, e bisogna puntare sulla loro vergogna”. Si cominciano a raccogliere le idee su una lavagna: riprendere le consegne dalle finestre con foto e video, da mandare a giornali e autorità, appendere scritte ai balconi su lenzuola e cartelli, annunciando che “da oggi vi teniamo d’occhio”, puntare faretti notturni dalle proprie abitazioni agli angoli meno illuminati.

La questione dell’illuminazione è fondamentale, ma richiede anche un aiuto da parte dell’amministrazione: “Dobbiamo chiedere una pista ciclabile su via IV Novembre – spiega un residente -, in modo che siano illuminati entrambi i lati, e una manutenzione puntuale degli alberi, perché altrimenti i fari non serviranno a nulla”. Sull’intervento dell’amministrazione c’è l’unica piccola frattura della serata, con parte della sala convinta che “agire a livello istituzionale non serva a nulla, non ci ascolteranno”. Ma alla fine la divisione viene superata: la raccolta firme per queste viaggerà parallelamente al resto delle iniziative. Un’altra richiesta all’amministrazione, ripresa dal blog “Ferrarazonastadio”, è che venga impiegata maggiormente anche la polizia municipale, che può fermare gli individui sospetti in bicicletta grazie al codice della strada: “basta avere la luce spenta perché i vigili possano fermarti – spiega uno dei partecipanti – e anche questo sarebbe un deterrente sia per gli spacciatori che per gli acquirenti”.

Ma l’idea che davvero potrebbe cambiare faccia al quartiere sarà anche la più impegnativa da portare avanti. “Questa situazione – afferma uno dei residenti – esiste anche perché alla sera torniamo a casa da lavoro ci rinchiudiamo in casa, senza più vivere l’esterno, quello che succede in strada. Dobbiamo approfittare del fatto che tornando caldo: riappropriamoci del nostro rione e spacciatori e clienti avranno più timore a farsi vedere in giro”. Ecco quindi partire l’idea delle “feste del salame” da realizzare all’esterno tra il vicinato. “Non deve passare il concetto di ronde, perché nessuno qua vuole creare tensioni – spiega una ragazza che appoggia l’idea -. Ma dobbiamo cominciare a girare tutti assieme per queste vie, senza paura di guardare in faccia i pusher e gli acquirenti. Possiamo cominciare anche stasera”. Detto e fatto: due ore dopo essersi incontrati per la prima volta, i protagonisti dell’incontro si ritrovano a camminare per le strade del quartiere, socializzando e fermandosi anche a osservare vetrine di negozi che non avevano mai notato. Il gruppo incrocia anche qualche spacciatore già noto: “guardate quello – racconta una signora -, si piazza sempre in quel punto ad aspettare i clienti, ma stanotte cambia strada”. Per essere il primo incontro di un comitato ancora senza nome, l’inizio promette bene.

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