Comacchio
15 Marzo 2013
Mezzogori: "Siamo venuti a smentire le menzogne dette da Lusenti in conferenza socio-sanitaria"

La consulta San Camillo contro “il golpe sanitario”

di Ruggero Veronese | 3 min

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DSC08198Grida al “golpe sanitario” il gruppo di cittadini comacchiesi venuti a protestare in mattinata contro la riduzione dell’ospedale San Camillo davanti ai cancelli dell’Asl di via Cassoli. Una protesta in cui si notano anche membri del Movimento 5 Stelle, del Pdl e di Rifondazione Comunista, ma soprattutto i componenti della consulta popolare San Camillo, guidati dal presidente Manrico Mezzogori che spiega in maniera accesa ma dettagliata le proprie ragioni. “Siamo venuti a smentire le menzogne dette dall’assessore regionale Lusenti durante la conferenza socio-sanitaria – afferma Mezzogori – e per fornire informazioni gratuite per i sindaci che non leggono mai e aprono la bocca a sproposito”.

È un vero e proprio fuoco di fila infatti quello con cui il presidente della consulta investe quasi tutte le autorità responsabili del piano sanitario provinciale. Si va dai direttori generali di Ausl e Sant’Anna Saltari e Rinaldi, “gemelli diversi, ma uguali negli incentivi di fine anno”, a “Lusenti, che non ha letto gli accordi che il suo ente ha firmato”, fino ad toccare il vertice della piramide: “Ponzio Pilato Errani, che quegli accordi li ha traditi”. Il punto fondamentale della questione sono infatti gli i due protocolli d’intesa stipulati nel marzo 2001 e nel febbraio 2006 tra la Regione e il Comune di Comacchio, “in cui si metteva per iscritto – spiega Mezzogori – la tutela all’ospedale San Camillo, mentre ora si vogliono imporre delle riduzioni senza nemmeno riformulare questi accordi”.

Ma la consulta popolare si spinge anche oltre, andando a contestare anche le cifre presentate in commissione sanitaria sul costo medio della sanità nelle varie province, sulle quali Lusenti aveva impostato il proprio ragionamento. “La scarsità di risorse a Ferrara è un fattore endemico della nostra sanità – attacca Mezzogori -, che riguarda alcune peculiarità della nostra provincia: il più alto tasso di vecchiaia della regione e il minor tasso di natalità, quindi minori trasferimenti della quota capitaria pesata. Ma Comacchio nel contesto ferrarese è il quarto Comune più giovane come età media, e il primo come numero di nascite: due fattori che, come dovrebbe essere noto, fanno sì che il nostro Comune più di ogni altro favorisca i trasferimenti dalla Regione all’Asl di Ferrara”. Guardando i dati regionali del 2010 risulta infatti che l’indice di vecchiaia medio in Provincia è calcolato a 236,3 punti, che scendono a 197,1 nel comacchiese e a 170,2 nella media regionale.

Comacchio sarebbe quindi l’ultimo dei problemi della sanità ferrarese, sostengono i manifestanti, che non evitano di lanciare forti critiche a quei sindaci che durante l’ultima conferenza socio-sanitaria si sono mostrati sulla stessa linea di Lusenti, in particolare Antonio Fiorentini (Argenta), Rita Cinti Luciani (Codigoro) e Lorenzo Marchesini (Mesola).  “Più che una rivolta dei sindaci – afferma Mezzogori – ci è sembrato un conclave silenzioso e scontato. Da tempo questi signori si sono trasformati in faziosi e petulanti divulgatori di notizie false e tendenziose sul presunto drenaggio di risorse causato dalla ristrutturazione del San Camillo. Ma ricordiamo che questa operazione è stata finanziata dal bilancio regionale 2002 e 2003, e non ha pesato di un centesimo sull’Asl”. La consulta popolare passa quindi la patata bollente direttamente al mittente, sostenendo che “sono proprio questi Comuni a drenare risorse preziose: Mesola ha il più alto tasso di mobilità passiva extraregione, che sfiora il 33%. I suoi abitanti, dopo 13 anni che è stato costruito l’ospedale del Delta, si muovono ancora in Veneto per farsi curare, e quelli di Argenta, con una mobilità infraregionale del 23%, verso altre province emiliane. In poche parole sono milioni di euro che pesano sul bilancio dell’Asl ferrarese”.

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