“Ripensare al sistema della sanità vuol dire assumersi collettivamente la responsabilità di certe scelte, e non fare soltanto i sindacalisti del proprio territorio”. È un intervento infuocato quello dell’assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti, venuto alla conferenza territoriale socio-sanitaria a Ferrara per confrontarsi con i sindaci della provincia estense sui tagli che investiranno le strutture ospedaliere nel corso del 2013. Tagli di cui si è già discusso molto negli ultimi mesi e che comporteranno, secondo i sindaci intervenuti nel dibattito, la probabile scomparsa di vari reparti di medicina specialistica dagli ospedali decentrati. Ma ciò che gli amministratori locali presentano come preoccupazione per il welfare dei propri cittadini, da Lusenti è visto come un vero e proprio atto di “irresponsabilità”, soprattutto alla luce dei dati economici presentati durante la conferenza.
“La sanità ferrarese è quella che in regione ha speso di più, negli ultimi 10 anni. Una situazione che non era sostenibile prima e che tanto meno lo è oggi che siamo in un periodo di crisi economica: voi parlate dei diritti dei vostri cittadini, ma anche quelli del resto della regione rivendicano lo stesso trattamento”. Un discorso basato soprattutto sul fatto, secondo l’assessore, che a una maggior spesa non per forza consegue un miglior servizio: “La regione spende in media 96 euro all’anno per ogni assistito, mentre voi a Ferrara ne spendete 104. Avete davvero dei servizi così superiori agli altri? Il legame tra spesa e qualità del trattamento spesso funziona in maniera opposta, perché chi negli anni ha avuto meno ha dovuto organizzare meglio i propri servizi”.
Le ragioni storiche dell’escalation dei costi nella provincia estense , secondo Lusenti, stanno anche “nel modo in cui i servizi erano organizzati 20 anni fa, quando c’erano i comitati di gestione con cui la politica governava dall’alto tutta la sanità. Era il sistema più oneroso e inefficiente che si sia mai visto, perché permetteva un meccanismo di scambio clientelare tra gli amministratori e le strutture pubbliche, che ha fatto nascere tutta una serie di reparti inutili”. Parole scelte non a caso dal momento che poco prima, durante il proprio intervento, i sindaci di Comacchio e Bondeno, Marco e Alan Fabbri, avevano lamentato il fatto che “un confronto coi sindaci non si è mai aperto: le decisioni sono già state prese”, e “verranno fatte scendere dall’alto”. Un discorso che scalda non poco le parole dell’assessore regionale. “Non pensiate che le conferenze territoriali si fanno in tutta Italia – ha rincarato la dose Lusenti -. La sanità è materia di competenza regionale, ed è stata una precisa scelta della Regione quella di includere i sindaci nel confronto con queste conferenze. L’unica cosa che cade dall’alto a Ferrara sono le risorse, e ne ricevete più degli altri”.
L’intervento dell’assessore regionale, anche se non è entrato nel merito di quali singoli reparti tagliare – decisione che verrà comunque stabilita dal voto della conferenza territoriale -, ha lasciato intendere chiaramente la direzione che prenderà la sanità regionale. Pur evitando esempi interni alla provincia, Lusenti infatti cita vari casi di “reparti di chirurgia che effettuano 20 operazioni all’anno, o comuni che hanno un reparto di ostetricia ma in cui le madri vanno a partorire nell’ospedale grande, dove si sentono più sicure. Sono queste le spese che dobbiamo tagliare, eppure nella retorica dello spreco tutti indicano gli sperperi degli altri, e difendono i propri per esigenze elettorali”.
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