Cronaca
6 Marzo 2013
Aldrovandi, Fnsi difende il giornale dall’iniziativa del sindacato di polizia

“Inaccettabile tentativo di intimidazione ad Estense.com”

di Redazione | 2 min

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admin“Grave e inaccettabile tentativo di intimidazione”. Bolla così la Federazione Nazionale della Stampa Italiana l’iniziativa del Coisp, il Coordinamento per l’indipendenza sindacale della polizia. In un comunicato congiunto la Fnsi e l’Aser (l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna) scrivono che “la richiesta del Coisp al presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti affinché sanzioni la testata online ferrarese Estense.com (leggi) per i servizi dedicati alle più recenti polemiche relative al caso Federico Aldrovandi, il giovane morto anni fa a seguito delle percosse subite dai componenti di una pattuglia di poliziotti, è del tutto fuori luogo e palesemente strumentale nell’ambito di una campagna di sostanziale difesa degli agenti già condannati con sentenza definitiva dalla magistratura”.

“Non è cercando di intimidire i giornalisti – scrivono Giovanni Rossi e Serena Bersani, presidenti di Fnsi e Aser – che si recupera prestigio alle Forze dell’Ordine. Una forza sindacale come il Coisp dovrebbe essere consapevole che non è in questo modo che si tutela il buon nome dei tanti lavoratori di polizia che svolgono con abnegazione ed in mezzo ad enormi difficoltà la loro funzione”.

“La Magistratura ha già deciso – chiude la nota -. I fatti riportati e commentati da estense.com sono noti e comprovati. Alla luce di questo fatto iniziative estemporanee come quella del Coisp si configurano come un grave e inaccettabile tentativo di intimidazione”.

Alla reazione del sindacato si aggiunge anche il commento di Enzo Iacopino, presidente dell’ordine dei giornalisti al quale il Coisp si era rivolto: “C’è sempre qualcuno che cerca di dire ai giornalisti che cosa debbano fare, che cosa debbano scrivere e, a volte, che cosa debbano pensare. La cosa strana è che tutto è sempre funzionale agli interessi dei “consigliori”. Noi abbiamo il dovere della verità. Sempre. Di raccontare ai cittadini quel che accade e di contribuire, come nella vicenda di Federico Aldrovandi, a che verità venga fatta. Non mi piace che una tragedia, come la morte violenta di un giovane, diventi terreno di scontro. Non mi piace che le sentenze della magistratura vengano rispettate solo se ci corrispondono. Non mi piace che la vita e la morte diventino terreno per tifoserie. Ma noi, anche come giornalisti e non solo come cittadini, non possiamo stare a guardare. C’è un giovane che è stato ucciso da chi doveva proteggerlo. C’è una sentenza: rispettiamola. Tutti. E rispettiamo Federico: cancelliamo quella foto dai nostri archivi. Vederla è un dolore anche per me. Immagino quel che, guardandola, provano i familiari”.

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