Cronaca
11 Febbraio 2013
I quattro agenti già raggiunti dal provvedimento di sospensione di sei mesi

Aldrovandi, i poliziotti si appellano allo ‘svuota carceri’

di Marco Zavagli | 2 min

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aldroNuova istanza di concessione dei domiciliari per i tre poliziotti finiti in carcere per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi. Monica Segatto (reclusa a Rovigo), Paolo Forlani e Luca Pollastri (rinchiusi nell’Arginone di Ferrara) potrebbero uscire dopo pochi giorni dalla cella e finire di scontare in casa il resto dei sei mesi di reclusione, residuo grazie all’indulto dei tre anni e mezzo della condanna definitiva per la morte del diciottenne avvenuta a Ferrara il 25 settembre 2005.

Dopo il rigetto delle richieste di pena alternativa (affidamento ai servizi sociali o, in subordine, ai domiciliari) da parte dei tribunali di sorveglianza di Bologna e Padova lo scorso 29 gennaio, i difensori hanno già depositato le rispettive nuove richieste, che si fondano sul decreto ‘svuota carceri’ (convertito nella legge 9 del 2012), che prevede appunto questo tipo di esecuzione della pena nel caso non sussitano i presupposti per l’affidamento ai servizi sociali. Il provvedimento si applica alle pene inferiori a diciotto mesi di reclusione. Il primo a recarsi in cancelleria – lo scorso 4 febbraio – è stato Gabriele Bordoni, difensore di Forlani. “L’istanza si basa su due presupposti – spiega l’avvocato -: un luogo di domicilio idoneo e il fatto che la persone non sia socialmente pericolosa”.

Per provare quest’ultima condizione il legale ha depositato agli atti anche il decreto di sospensione dal servizio per sei mesi (questa la misura comminata a livello disciplinare, che però dovrebbe decorrere dal termine della detenzione).

Ora sarà il magistrato (non il tribunale) di sorveglianza a decidere. E il ‘verdetto’ dovrebbe arrivare entro pochissimi giorni.

Il quarto poliziotto condannato, Enzo Pontani, si presenterà invece il prossimo 26 febbraio per l’udienza in camera di consiglio che esaminerà la sua posizione.

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