Economia e Lavoro
8 Febbraio 2013

Non si parla più di Berco

di Redazione | 3 min

Cara Estense.com,

non si parla più di Berco e questo ci fa temere per il nostro futuro ancor più di quello che vediamo ogni giorno in Azienda: caos organizzativo, caos gestionale, mancanza assoluta di decisioni… una nave senza nocchiero in mezzo alla tempesta del mercato.

In occasione del grande sciopero del 15 ottobre 2012, si erano affrettati tutti (Istituzioni, Partiti di ogni ideologia, Sindacati di ogni sigla, ecc ecc) a esprimerci la loro solidarietà: “salvare l’occupazione, monitorare la vendita, garantire la continuità”, questi alcuni degli slogan che per qualche giorno riempirono i giornali, le televisioni e i siti web locali. E oggi, a più di tre mesi da quel giorno, memorabile e triste al contempo, cosa è stato fatto? Le Istituzioni e i Partiti sono poi stati informati sul’andamento della vendita, come richiesto a gran voce? Non si saranno per caso accontentati dei “no comment” aziendali senza pensare di chiedere un incontro con i manager della ThyssenKrupp a Essen, dove ormai da qualche anno sono stabiliti i destini di Berco, essendo l’attuale management locale stato privato di ogni facoltà decisionale? E quindi… che novità ci sono?

Ogni giorno siamo aggiornati da “Radio Mensa”, organo di per sé ufficioso ma molto spesso attendibile, sul numero degli esuberi (300? 500? Forse anche di più) e sul fatto che le lettere di licenziamento sono già partite o partiranno a fine febbraio o a fine marzo: i Sindacati ne sono al corrente? E’ solo “terrorismo” o sono già in corso trattative per la definizione dei criteri di scelta per identificare i “fortunati” che dovranno lasciare l’Azienda? In questo malauguratissimo caso,come sarà tutelato il personale in esubero? Si sta valutando l possibilità di usufruire ancora di ammortizzatori sociali, o per esempio, si sta pensando di mettere in collegamento la nostra situazione con la necessità di incremento di personale di altre realtà industriali, come VM Motori e Berluti, per favorire un travaso di operai e impiegati?

E se sarà applicato il “nuovo” articolo 18 (“Licenziamento economico”: il licenziamento può essere motivato da “giustificato motivo oggettivo” cioè da ragioni inerenti l’attività produttiva, l’organizzazione del lavoro e il regolare funzionamento di essa”. Ad esempio, quando una nuova modalità produttiva o una contrazione del mercato impongono all’azienda di ridurre il numero di addetti ad una certa mansione) chi è che sta verificando che la perdita di ordini di Berco non sia da imputare a una mancata competitività Aziendale dovuta ad una palese carenza gestionale, più che all’oggettiva contrazione del mercato? Chi stabilisce che sia stata posta in essere un’effettiva nuova organizzazione e che l’introduzione del Sap non sia stato invece solo un enorme travaso di dati dal vecchio al nuovo sistema gestionale? Mesi fa due storici Top manager furono “gentilmente invitati” (lautamente incentivati, per meglio dire) a rassegnare le dimissioni da Berco: che cosa è cambiato da allora? Che cosa è migliorato?

Vediamo ogni giorno Dirigenti e alti responsabili che non sanno da che parte girarsi per sistemare anche le cose più elementari: loro, insieme con noi, se potessero, abbandonerebbero immediatamente l’Azienda per rifugiarsi verso lidi più sicuri e soprattutto con maggiori prospettive future.

Chiediamo ai nostri colleghi che non condividono la descrizione che abbiamo fatto di scrivere a “Estense.com” confutando le nostre preoccupazioni  e dandoci motivi di ottimismo. Viceversa, chiediamo a tutti quelli che la pensano come noi di comunicarlo a “Estense.com” con una lettera, una mail, un post o un tweet: in entrambi i casi, l’importante è che si parli della nostra Azienda.

Chiediamo infine alle Istituzioni, ai Partiti, ai Sindacati e agli Organi di informazione di non abbandonarci e di non attendere che Berco diventi una delle tante Bbs, Alcoa, Carbosulcis, ecc. in giro per l’Italia, prima di intervenire in modo efficace.

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro… ma il nostro, ormai, non è più un lavoro ma un lento e costante stillicidio di incertezze.

Un gruppo di dipendenti di Berco, molto preoccupati… per non dire disperati

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