Appena ieri Pasquale Nappi aveva denunciato il calo delle immatricolazioni nell’università estense, paventando – di questo passo – per il 2015 la concreta difficoltà di garantire stipendi e attività didattica. Un appello il suo, che sta facendo discutere a tutti i livelli, non solo accademici. «Bisogna comprendere che le prime misure anticrisi da adottare, sono quelle che infondono fiducia nella scuola e riconoscono l’investimento del sapere. Serve un sistema formativo che contempli nuovi strumenti per il diritto allo studio, che rimetta al centro l’istruzione pubblica, in una condizione di equità in cui la porta non sia chiusa in faccia ad alcuno e l’ascensore salga per chi lo merita. La politica dei tagli e della denigrazione dell’istruzione e formazione pubblica, ha quasi raggiunto il proprio obiettivo: indebolire l’università pubblica, come la scuola, e affermare che l’unica strada è l’università privata e quindi per ‘pochi’, lasciando che l’Italia resti lontana dagli standard europei. In una decina d’anni si è azzerato il recupero iniziato con la riforma di fine anni ’90, quando il numero dei diplomati che si iscrivevano all’Università aveva il primato per l’Italia del 70%».
Così la senatrice Pd, Maria Teresa Bertuzzi, coglie l’allarme, definito «sacrosanto», lanciato dal rettore dell’Università di Ferrara. Bertuzzi, che di giovani e formazione e occupazione si è occupata, in questi anni a Palazzo Madama, anche per la proprie storia professionale e personale, ammette che finora, sull’argomento, è stato difficile farsi ascoltare.
La situazione attuale era prevedibile fin dal 2008, quando con l’allora ministro Gelmini «tra cali di finanziamenti agli Atenei, diminuzione delle risorse per la ricerca, riduzione del personale docente, si è dato il via a quella emorragia gravissima che nei mesi scorsi, complice anche la strada proseguita dal Ministro Profumo, anche a Ferrara ha portato studenti ed insegnanti in piazza. Eppure – rimarca la senatrice – a questo stato di frustrazione si è guardato con snobismo». La crisi economica e le difficoltà delle famiglie stanno facendo il resto, aggiungendo «alla rassegnazione di chi ha perso la speranza di trovare un lavoro pari al proprio livello di preparazione, quella di chi, per assenza di reddito, rinuncia in partenza».
«Bisogna invertire la marcia – chiude Bertuzzi – investendo, non tagliando, nell’istruzione. È evidente che il sistema della formazione universitaria va modificano, innovato, legato al mondo reale della produzione, ma anche della ricerca e del pensiero diffuso. Ma non lo si può fare in una esclusiva ottica finanziaria. Qualità, efficienza e integrazione con la filiera della formazione, garanzia del diritto allo studio. La crisi economica si combatte anche partendo da qui».
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com