“Si,è vero: è stato fatto un uso politico delle intercettazioni, ma questo è stato l’effetto relativo, la causa è che non si è mai fatta pulizia nel mondo della politica”Antonio Ingroia ad Omnibus (La7)
In un qualsiasi Stato di diritto, le affermazioni di questa mattina, ad Omnibus , dell’ex procuratore di Palermo, Antonio Ingroia, che ha abbandonato il Guatemala per vedere e provvedere a redimere l’italica penisola, avrebbero fatto sobbalzare i più e, confermando la più ovvia delle considerazioni, non ha fatto altro che attribuire ancora più credito a molte delle devianze nostrane.
USO POLITICO DELLE INTERCETTAZIONI???
Ma come?
E la terzietà della magistratura?
E la divisione dei poteri?
E le battaglie per la legalità?
Quale colpo sulla credibilità dei tanti magistrati che operano alacremente nell’anonimato per cercare di riassestare la farraginosa macchina della Giustizia possono avere queste dichiarazioni?
Può un concorso pubblico essere il simulacro di un’investitura per una crociata (di parte)?
Mi fermo qui, nonostante gli innumerevoli pareri e i molti commenti che vorrei fare a proposito anche e soprattutto in termini tecnici, per porre un’unica domanda:
E adesso?
Nel pomeriggio, mentre il Presidente della Repubblica riceveva la nostra categoria al Quirinale, intervenendo ancora con forza sulla campagna elettorale, bacchettava i giornalisti, colpevoli di raccontare troppo, o troppo indiscretamente, circa la vicenda MPS (forse perché lede il suo fantasmagorico disegno, da viale Mazzini fino a Francoforte), e chiedeva di evitare i cortocircuiti tra giustizia e informazione.
Evidentemente il Presidente non aveva acceso la tv stamattina.