Poggio Renatico
30 Gennaio 2013
Cercarono di indurre l’imprenditore Carretta a pagare per evitare danni alla sua azienda

Sentenza Niagara, condannati i carabinieri del Noe

di Marco Zavagli | 2 min

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niagaraPiù di due anni di reclusione per tentata concussione a Sergio Amatiello, Vito Tuffariello e Marco Varsallona. È la sentenza che esce al termine del primo grado del processo Niagara. Il tribunale collegiale di Bologna (presidente Zaccariello e a latere Castore e Passerone) ha fatto sue le conclusioni della pubblica accusa, sostenuta dal pm Morena Plazi e ha condannato in rito abbreviato a 2 anni e 4 mesi Vito Tuffariello,  e a 2 anni e 2 mesi Sergio Amatiello e Marco Varsallona (oltre a 120mila euro di provisionale alle parti civili: l’imprenditore e due dirigenti, Davide Gherardi e Fabiana Cosmar).

L’inchiesta e il successivo processo partirono a seguito della denuncia del legale rappresentante della Niagara (azienda di Poggio Renatico che smaltisce rifiuti industriali speciali e pericolosi), Mauro Carretta, difeso dall’avvocato Fabio Anselmo. Tutto nacque da un’ispezione del Noe presso la società, nel febbraio 2008.

I due marescialli Sergio Amatiello e Vito Tuffariello (colpiti anche dalla pena ausiliaria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici), in concorso con Varsallona (tra l’altro legati, secondo la procura, dall’idea di costituire tra loro una società di consulenza in materia ambientale), “abusando delle loro qualità e dei loro poteri” avevano indotto Carretta (titolare di Niagara, ndr) a promettere loro una somma tra i 20mila e i 40mila euro per “ammorbidire” le conclusioni dell’informativa finale da depositare in Procura. In pratica avrebbero prospettato ai vertici dell’azienda che, pagando, avrebbero salvato gli impianti dal sequestro e loro stessi dalle misure cautelari. Il reato non si consumò perché Carretta denunciò il fatto alle autorità. Di qui la derubricazione della concussione in “tentata”.

Tuffariello è stato inoltre condannato per rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio relativamente alla fase della stesura della informativa finale sull’esito delle indagini sull’azienda, ipotesi di reato dal quale è stato assolto invece Amatiello. Tufariello avrebbe informato i due dipendenti della Niagara, Fabiana Cosmar e Davide Gherardi, di intercettazioni a loro carico, promettendo indicazioni utili alla loro difesa.

Ma il “caso Niagara” potrebbe non finire qui. Al termine della lettura del dispositivo, il giudice collegiale (presidente Zaccariello e a latere Castore e Passerone) ha restituito atti a procura per eventuali ulteriori indagini su aspetti emersi nel corso del dibattimento e relativi alle posizioni degli imputati in procedimenti connessi.

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