Sulla stampa locale delle ultime settimane, spiccano episodi di microcriminalità ai quali le Forze dell’Ordine, pur dovendosi confrontare con un sempre maggior calo delle risorse, stanno dando una risposta in termini di denunce in stato di libertà e di arresti.
Molti cittadini, però rimangono sorpresi dal fatto che, anche in caso di arresti in flagranza, gli individui identificati come responsabili di reati, non vanno in prigione.
La frase “li prendono e li mettono subito fuori” serpeggia liberamente e, a nostro parere, è il caso di spiegare ai non addetti ai lavori come si arriva a questa situazione o quantomeno enunciarne una delle cause.
Le carceri italiane sono strapiene, al punto che l’Europa ci ha dato pochi giorni fa una sonora “lavata di capo” per quanto riguarda la condizione di chi vi si trova ristretto; una delle conseguenze, per esempio è la nota dell’ANSA che riportiamo testualmente:
- MILANO, 15 GEN – Il Procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati ha invitato i pm milanesi a ricorrere il meno possibile al carcere e a ”ricorrere nella misura più larga possibile alle misure alternative” sia in termini di misure cautelari che in tema di esecuzione. Lo ha reso noto il Procuratore Capo in un promemoria nel quale si richiama la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul sovraffollamento delle carceri.
Questa disposizione, più che una scelta, è la presa d’atto di un sistema vicino al collasso. I risultati sono sotto gli occhi di tutti; Polizia e Carabinieri, dopo aver colto sul fatto e portato in ufficio gli arrestati per gli atti, li accompagnano con cortese sollecitudine a casa loro.
Tralasciando l’effetto psicologico che questi eventi possono avere su chi lavora sul territorio, rimane l’amarezza di constatare che le macchine di Polizia e Carabinieri rischiano di trasformarsi in taxi gratuiti per chi si fa beffa delle Leggi e del vivere civile.
Ciò nonostante ci sentiamo in grado di garantire il massimo impegno nel nostro lavoro; vorremmo però di nuovo ricordare che il personale di Polizia a Ferrara sta calando significativamente e pertanto rinnoviamo il nostro invito a voi cittadini a sensibilizzare chi ha responsabilità politiche od amministrative sul problema della sicurezza in città. Aiutateci ad aiutarvi.
Il segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia
Luca Caprini