Cronaca
23 Dicembre 2012
Stranieri: +371,6% rispetto al 2002. Caritas: “Producono ricchezza grazie al rapporto costi/benefici”

I migranti ci pagano la crisi

di Redazione | 5 min

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Sono 25mila 854 gli stranieri non appartenenti ai paesi Ue, di cui il 55,8% regolarmente soggiornante sul territorio ferrarese  al 31 dicembre 2011. Sul totale provinciale, il 55% sono donne, il 23,7% sono minori.

Sono alcuni dei numeri presentati durante la conferenza, organizzata dalla Provincia, intitolata “Lo stato dell’immigrazione in Italia e in provincia di Ferrara”, tenutasi in occasione della Giornata internazionale dei migranti  nella sala consiliare del castello Estense e che ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’associazionismo locale oltre che gli interventi dell’assessore comunale alle politiche sociali Chiara Sapigni e dell’assessore provinciale ai servizi sociali Caterina Ferri.

I dati sull’immigrazione, che riguardano l’intero territorio nazionale, arrivano dal nuovo “Dossier statistico immigrazione 2012 Caritas/Migrantes”, un punto di riferimento per il settore, e sono stati esposti da Franco Pittau (coordinatore del dossier), Luigi Gaffuri (professore di geografia umana presso l’Università de L’Aquila e membro del comitato scientifico del dossier) e Franco Mosca (coordinatore dell’Osservatorio immigrazione della Provincia di Ferrara).

L’area provinciale ferrarese, secondo il dossier e secondo i dati dell’Ufficio statistico regionale sui quali si basa, è l’ultima fra quelle dei capoluoghi di provincia emiliani come numero di immigrati ma è quella che fra il 2002 e il 2011 ha visto il maggior incremento di stranieri residenti fra la popolazione (+371,6%), superando di gran lunga il dato medio regionale (+223,5%). Secondo quanto esposto da Mosca, “nel 2011 si sono contate 1768 residenti stranieri in più (ma è un dato sottostimato) e 921 regolarizzazioni (che rappresentano lo 0,7% dell’intero dato nazionale), soprattutto di persone provenienti dal Bangladesh e dal Marocco. Una parte di tali regolarizzazioni sembra sia composta da familiari e congiunti degli stranieri già residenti che vengono assunti come badanti o collaboratrici (ma anche collaboratori) domestiche in modo fittizio”.

Il fenomeno inverso invece, quello del ritorno alla propria terra d’origine riguarda principalmente i cittadini di Marocco, Ucraina e Moldavia mentre -ha spiegato Mosca- “cinesi e pakistani tendendo a fare più rete e comunità reggono di più nel tempo”. Proprio residenti di tali nazionalità sembrano arrivare la maggior parte delle nuove imprese a titolarità straniera, in aumento sul territorio ferrarese, mentre quelle “autoctone” mostrano la tendenza a calare.

Da evidenziare anche un fenomeno di migrazione interna alla regione che dal 2008 ha fatto spostare, secondo quanto affermato da Mosca, una porzione di stranieri dalla provincia ferrarese a quelle confinanti.

Spostandosi sul piano regionale, l’Emilia Romagna è terza regione dopo Lombardia e Lazio come numero di stranieri ospitati: 555mila (l’11,1% sul totale nazionale) che rappresentano l’11,9% della popolazione emiliana (nel 2002 era il 4,1%). Di questi le donne sono diventate la maggioranza assoluta, passando dall’essere il 46,9% nel 2002 al 51,7 del 2011. Il Marocco rappresenta la prima nazionalità (13,8%) seguito a ruota da Romania (13,7%) e Albania (11,8%). Gli stranieri risultati occupati nel corso del 2011 ammontano a 356mila 825, vale a dire il 19,2% del totale degli occupati, in linea con il dato mediano di tutto il nord-est (19,1%) ma superiore alla media italiana che si attesta sul 16,4%. Come evidenziato per Ferrara, anche a livello regionale cresce l’imprenditoria straniera, che contava 27mila 254 imprese nel 2011, corrispondente a un +7,2% rispetto all’anno precedente e rappresentando ben il 46,6% di tutte le imprese a guida straniera delle regioni del nord-est.

A livello nazionale, il numero complessivo di stranieri si aggira sui 5milioni, rappresentando l’8,2% della popolazione. Destano interesse i dati sull’occupazione: tra il 2007 e il 2011 si è verificato infatti un aumento di 750mila lavoratori stranieri impiegati in lavori non più ambiti dagli italiani, a fronte di una perdita complessiva di un milione di posti di lavoro. Circa il 10% degli occupati totali è di origine straniera.

Nel settore delle colf/badanti, gli stranieri rappresentano l’85% della forza lavorativa e un infermiere ogni dieci è straniero.

Sulla base di tali dati, Gaffuri ha affermato che “gli immigrati producono ricchezza e aiutano ad affrontare la crisi: il rapporto costi/benefici per le casse statali, comprese le spese di giustizia e sanitarie che spesso vengono utilizzate da alcune parti politiche, dicono 1,7 miliardi di euro di benefici prodotti dagli stranieri”.

A tal proposito Pittau ha sottolineato due dati: gli stranieri sfruttano proporzionalmente meno il sistema sanitario nazionale rispetto agli italiani e il tasso di criminalità, se calcolato per fasce di età omogenee mostra un incidenza dei reati pari o inferiore (eliminando dal computo alcuni reati tipici dello status di straniero) a quella dei cittadini italiani.

Interessante anche il dato sul credo religioso messo in evidenza ancora da Pittau: “al contrario di quanto si sente dire non ci stanno invadendo gli islamici -ha affermato- perché il 53,9% degli immigrati è di religione cristiana (ortodossi in prevalenza), mentre il 32,9% è musulmano”. Da rilevare in proposito anche la percentuale di atei fra gli stranieri: 4,3%.

Infine, il problema dell’asilo politico: sempre Pittau ha sottolineato come l’Italia non si consideri un Paese d’asilo nonostante l’oltre mezzo milione di richieste ricevute dal 1950 a oggi. Problema che si riverbera in una legislazione incerta e una programmazione schizofrenica che, come sottolineato da Federico Tsucalas della cooperativa sociale Camelot, “non permette alle associazioni private ma anche alle istituzioni pubbliche di fermarsi a studiare approfonditamente i problemi e guardare il futuro a distanze maggiori di sei mesi o addirittura due mesi come capitato con il progetto ‘Emergenza nord Africa’ ”.

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