Venerdì 14 dicembre si è concluso il ciclo organizzato dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia contemporanea (con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Amministrazione Provinciale): “Italiani brava gente! Rileggere i caratteri degli italiani”. E’ inutile insistere sull’importanza del tema in tempi come questi di crisi e di domanda di comprensione delle sue radici nella nostra storia civile e culturale. Infatti, la rispondenza è stata all’altezza dell’offerta: undici conferenze che si sono tenute da gennaio a dicembre con cadenza mensile. Insegnanti, studenti, pubblico vario, hanno seguito con partecipazione a conferenze di alto livello culturale tenute da alcuni fra i migliori rappresentanti dell’intellettualità ferrarese (Pazzi, Stefani, Gnani, Venturi, Farnetti, Bertozzi) e da personalità ‘esterne’ eccellenti: De Monticelli, Dolfi, Milani, Faeti, il colonello della Guardia di Finanza Bernabei. Si è trattata di una scommessa vinta; perché un ciclo è sempre impegnativo e comporta rischi circa la sua tenuta e riuscita. L’iniziativa è riuscita e avrà un seguito il prossimo anno su un tema altrettanto di attualità e di sicuro interesse: “Europa, una vecchia, buona idea……Percorsi etici nel novecento europeo”.
Stessa modalità e stessa durata. Perché questa nota? Per auto-incensarsi? Non c’è dubbio, che c’è un motivo di soddisfazione per gli organizzatori, ma lo scopo principale è un altro. Riguarda una domanda che rivolgo all’Assessore alla Cultura Massimo Maisto: possibile che in un intero anno, per ben undici conferenze, non abbia mai trovato il tempo per partecipare e rendersi conto di persona di un’iniziativa che era diventata un evento nella vita civile e culturale della città? Non rientra, forse, nelle funzioni dell’Assessore alla Cultura essere presente, non certo ad ogni iniziativa quotidiana che le varie associazioni culturali organizzano, ma certamente ad eventi di lunga durata e di significato importante per la vita cittadina? Non tutto ciò che accadeva nel passato è da dimenticare…
Ricordo, fra gli altri, un indimenticabile Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Giuseppe Corticelli, che considerava fra i suoi compiti normali partecipare ad iniziative anche senza avere, in esse, nessuna parte da protagonista (saluti, presentazioni ecc.), per il solo motivo di manifestare un riconoscimento da parte della Istituzione verso attività di qualità per la vita culturale della città. E poi, aggiungeva spesso, anche (perché no?) per imparare… L’Assessore Maisto non avverte queste necessità?