Attualità
6 Novembre 2012

Forse forse è meglio fare la miss…

di Redazione | 4 min

La settimana scorsa, spinta da una mia amica, e forse anche un po’ da quel lato vanitoso di tre quarti di noi, ho preso parte a un concorso di bellezza. Non ho più l’età per farlo, né il fisico o gli occhi da cerbiatta, tanto meno capelli fluenti e boccolosi che ricordano le bamboline di ceramica. Ho lineamenti marcati e sguardo da schiaffi. Ma con mio grandissimo stupore, sono stata premiata, fasciata “miss Maggio”. Ero lì per caso, per gioco, senza speranze di vittoria o spirito competitivo. E in pochi istanti sono tornati tanti ricordi… il borsone da palestra utilizzato per le trasferte, gli abiti scelti con cura per aver i voti migliori, il fissante per trucco, il non mangiar la pizza che gonfia la pancia…

Mi sono messa a guardarle, tutte quelle aspiranti miss, tutte bellissime, tra i loro tacchi e le loro stole luccicanti. Tutte amiche e tutte nemiche, attente a ogni minimo particolare, ogni movimento di ognuna. Quasi intimorite, ma pronte alla carica. Carne da macello in serie, destinata a gioie e delusioni, a divertire e allietare una serata, senza magari portare a casa uno straccio di vittoria, un briciolo di gioia. Ed io ero una di loro.

Chi arriva nel locale non sa tante cose, è lì per guardare, per giudicare, per esprimere il giusto parere su ragazze che hanno volutamente deciso di mettersi in gioco. Chi è dietro le quinte si prepara per il proprio debutto, e ha gli occhi pieni di speranza. Quando passano di fronte al tavolo giuria sfoggiano il sorriso migliore, provando a dimostrarsi sicure e disinvolte. Posano per il fotografo, si fingono ammiccanti, e ritornano nel retro per il cambio velocissimo.

Ora mi accorgo che mi fanno tenerezza. Aspiranti miss. Ricordo una volta, uno stupidissimo ragazzo mi ha detto la cosa più crudele che potesse dirmi: “tu sei fatta solo per essere guardata”. Cattivo, arrogante, saputello. Solo perché non lo stavo badando, perché non attirava la mia attenzione. Un trofeo, o peggio, un soprammobile. Inutile, insignificante. Fu proprio quello stupidissimo ragazzo a farmi passare la voglia di concorrere, di mettermi in gioco con le mie coetanee. A distanza di anni riguardo le foto sorridendo, ho vinto premi carini, weekend, viaggi, gadgets… e non ho mai aspirato a diademi da Miss Mondo. Figuriamoci, da piccola volevo fare la paleontologa!

Tutte queste ragazze non sono corpi inanimati, non sono stupide come ci fa credere la televisione. Ne conosco tantissime. Una studia economia, fa tre lavori ed è in pari con gli esami, un’altra studia giurisprudenza, lavora per diverse agenzie e si mantiene, una fa la pendolare per studiare in un’altra città, altre stanno finendo gli studi, ancora minorenni, e sognano una coroncina per gioco. Tutte loro, nessuna esclusa, alla domanda “cosa vuoi fare da grande?” non rispondono “voglio fare la miss” o “voglio fare la modella”. Sono ragazze con le idee chiare, sogni, speranze. Vogliono fare gli avvocati, le segretarie, le visagiste, le commercialiste, i dottori… sanno bene che la bellezza non dura in eterno, sanno bene che presto i loro corpi perfetti muteranno. Quel mondo di lustrini e paillettes non è il loro, è semplicemente un gioco divertente, per prendere con un po’ di ironia, con un po’ di sorrisi, la vita. E’ un modo per sentirsi apprezzate e ripagate con piccoli pensierini, un modo per coccolarsi e sentirsi principesse in una notte.

Principesse pensanti, con una vita normale, un po’ di corsa, con alti e bassi, problemi e amori. E poi, accendono la tv, vedono un miliardo di notizie imbarazzanti, e messaggi inquietanti: LA CELLULITE E’ UNA MALATTIA… il creatore di quella pubblicità è sicuramente un uomo… un uomo certamente meschino, che non sa quanto una donna si possa sentire mortificata nell’essere diversa dai canoni imposti, un uomo che probabilmente non avrà mai una vera donna, perché non potrà mai capirla e apprezzarla al di là del fisico.

Programmi interamente dedicati alla chirurgia estetica, interamente dedicati alla fantastica vita delle ragazze belle, alle serate in nei locali fashion con selezione all’ingresso… le giornaliste coi visi ritoccati, le donne di successo senza imperfezioni, le veline coi calciatori… la crisi… i politici con lauree comprate, mentre loro pagano rette su rette sperando di passar tutti gli esami… la disoccupazione… la povertà… i messaggi subliminali BELLEZZA E’ POTERE… i messaggi chiari forti e sbagliati che sono trasmessi: non conta studiare, farsi il mazzo, essere a modo, aver dei valori, credere nel potere della cultura…

allora poi… allora poi… forse forse è meglio fare la miss…

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