Politica
29 Ottobre 2012
Maisto: “Ora qualcosa è cambiato. Disponibile a un confronto pubblico”

Ermitage e le altre, la politica culturale allo specchio

di Marco Zavagli | 5 min

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Politica culturale ferrarese poco previdente e velleitaria oppure qualcosa è davvero cambiato negli ultimi? Tutta la città, non solo quella culturale, sta discutendo attorno all’invettiva lanciata dai blog di Estense.com da Piero Stefani (vai all’articolo).

Dello slogan “Ferrara città del rinascimento” sono rimasti solo timidi echi. Che risuonano sui muri di Casa Minerbi, sui mattoni del teatro Verdi, sui tappeti rossi di Ermitage Italia stesi per l’arrivo di Napolitano e nelle stanze semivuote del Meis. Il dito puntato da Stefani, sotto il titolo “Il vizio della memoria”, è stato ripreso – pur non citando curiosamente la fonte – anche dal ‘Carlino’ che ha chiesto lumi sul futuro di Palazzina Giglioli alla presidente del cda della fondazione, Marcella Zappaterra.

Pur non inquadrando bene la critica di Stefani (per “fallimento” il professore esperto di ebraismo intendeva la mostra del “Garofalo” e non l’intera attività di palazzina Giglioli), l’articolista è riuscita comunque a strappare una mezza ammissione sulla morte annunciata della sede ferrarese del museo di San Pietroburgo: non ci sono soldi e gli enti locali non ne sborseranno (l’accordo con la Russia prevedeva 250mila euro l’anno), stretti come sono nella morsa tra austerity montiana e riordino istituzionale. Il che significa che il centro studi e ricerche di corso Giovecca sarà costretto a trovare un altro gemellaggio. Altrove.

Ma il j’accuse lanciato su Estense.com ha trovato terreno fertile in Massimo Maisto, che risponde alle sollecitazioni di Stefani di un “comunicato complessivo che chiarisca, in sintesi, ai cittadini il perché a Ferrara avvengono tante ripetute e costose false partenze”.

E lo fa a partire dal progetto “Ferrara città del rinascimento”, un progetto “relativo ad un anno speciale – spiega il vicesindaco e assessore comunale alla cultura – dedicato appunto al rinascimento (il 2007). In quell’anno sono state prodotte le mostre su Cosme Tura-Del Cossa e Garofalo e tante altre iniziative. Era, come tutti gli anni speciali, un progetto a termine. Altri anni speciali si sono susseguiti, in particolare il 2011 anno del 150° dell’Unità d’Italia e il 2012-13 anno di Michelangelo Antonioni”.

Per quanto riguarda Casa Minerbi, “i lavori a sono ripartiti e siamo convinti che finiranno tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014”. Il centro ospiterà anche la biblioteca dell’Istituto di Studi Rinascimentali, che – rassicura Maisto – “non verrà declassato a semplice ufficio comunale ma inserito all’interno del lavoro dei musei di arte antica (Schifanoia  in particolare) con un ruolo forte”. Direttore scientifico onorario sarà Marco Bertozzi, attuale direttore dell’Isr.

Viene poi il momento delle ammissioni. Degli errori. Propri e altrui. A cominciare dal teatro Verdi. “Io ho più volte affermato che è stato un errore da parte del Comune acquistarlo, e lo ribadisco. È un classico esempio delle cose che in tutta Italia venivano fatte quando si pensava a risorse illimitate. A chi c’è adesso, il sottoscritto per primo, tocca inventarsi strade nuove. Con grande trasparenza. Sia io che il sindaco, abbiamo detto più volte che purtroppo al momento soluzioni diverse non le abbiamo trovate. In questa fase stiamo stimolando tutta la fantasia e la creatività possibile di mondi diversi (architetti, giovani creativi, operatori culturali e del turismo e dell’economia) per avere nuove idee. Non abbiamo mai nascosto che in questa legislatura non saremo assolutamente in grado si risolvere il problema”.

Per  quanto riguarda Ermitage Italia, invece, “la risposta è ancora più semplice: il percorso iniziale è stato sbagliato, l’ho dichiarato più volte, perché era un doppione di Ferrara Arte. Noi da alcuni anni non stiamo più mettendo risorse nel progetto perché non possiamo mantenere un centro studi con le finanze del Comune”. Quindi “se, come è probabile, mancheranno le risorse statali, Ermitage Italia chiuderà”.

Viene infine il progetto esecutivo del secondo stralcio del Meis, che “è a buon  punto”, ma “ricordo che la stazione appaltante è il Ministero e non il Comune. I lavori potrebbero ripartire all’inizio del 2014. Nel frattempo il cda e il comitato scientifico dovranno portare avanti un progetto di ‘contenuto’”. Maisto confida nel fatto che “il tempo a disposizione è sufficiente; i risultati non sono scontati ma saranno, come sempre, verificabili. Io ho l’onore-onere di far parte del cda e metterò tutto il mio impegno in questa direzione”.

L’assessore conclude rassicurando che “anche io credo molto nel valore della memoria e nella verificabilità di progetti e impegni”. A volte, però, “mi piacerebbe essere giudicato non solo per come risolvo problemi ed errori nati anni prima del mio arrivo (è mio dovere e cerco di farlo al meglio) ma anche per come porto avanti i nuovi progetti e l’idea di lavorare per la promozione di una cultura diffusa:  dal 2009 la politica culturale di questa città è cambiata”.

In che modo? “Vorrei che si vedesse che abbiamo rafforzato il rapporto tra i musei e le scuole, che abbiamo aperto, soprattutto ai giovani, i magazzini Savonuzzi, che abbiamo riaperto la Porta degli Angeli, che stiamo creando un polo creativo giovanile ai magazzini ex Amga, che abbiamo rafforzato il legame tra la città e il teatro, che Ferrara Musica non è più un corpo separato ma collabora con il Conservatorio e con il Jazz Club, che l’Orchestra Città di Ferrara riprenderà a fare lirica nella stagione del teatro, che le biblioteche hanno un programma di promozione della lettura senza precedenti, che Ferrara Arte  ha inaugurato un’attività didattica che contribuisce a fare delle mostre un evento per la città e non solo per i turisti”.

Il dibattito sulla politica culturale ferrarese- questo è certo – continuerà. Dalle colonne di Estense.com come sugli altri quotidiani. E Maisto lo sa: “sono, come sempre, a disposizione di chi voglia organizzare un momento pubblico sulle politiche culturali, su cosa rimane da fare degli impegni passati e su cosa stiamo facendo”.

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