Attualità
20 Ottobre 2012

Il male dei giorni nostri… l’anoressia

di Redazione | 5 min

Tempo fa avevo scritto un pezzo per il sito di cui faccio parte. Parlava dell’anoressia e delle disfunzioni alimentari. Lo voglio riproporre, perché non si parla mai abbastanza di questo male del nostro secolo, di questa strana cosa che arriva a uccidere.

L’anoressia è una malattia, non un capriccio. E’ una malattia, e bisogna temerla come il cancro, o l’AIDS. Non va presa sotto gamba, e va curata. Secondo uno studio italiano pubblicato su “psychiatry research: neuroimaging”, c’è una base neurobiologica nella distorsione dell’immagine corporea, ovvero, dopo aver confrontato la materia grigia di 16 adolescenti malati da meno di un anno, con 16 adolescenti sani, hanno constatato che nei soggetti malati c’è meno materia grigia nelle aree coinvolte nella rappresentazione mentale di sé e della manipolazione delle immagini.

L’importanza data al proprio fisico, al proprio peso, la necessità di controllarlo fobicamente, è una malattia. Una malattia complessa, risultante da molteplici fattori. Una persona diventa anoressica quando riduce drasticamente o interrompe totalmente la propria consueta alimentazione abbassando il suo peso dell’85% rispetto ai canoni classici di età sesso e altezza. Si comincia con l’evitare tutti i cibi ritenuti grassi e a concentrarsi su alimenti “sani”, rifiutando di ammettere la gravità della condizione. Ciò che spesso non si sa, è che i danni all’organismo correlati a questa malattia sono diversi: ulcere intestinali, danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, problemi al sistema nervoso, danneggiamento di denti e gengive, osteoporosi, emorragie interne, ipotermia, blocco della crescita, danni cardiaci, ed infine morte. Non solo, a livello psichico, si va incontro a sbalzi d’umore, a tendenze maniacali, alla propensione al perfezionismo, al disinteresse totale per qualsiasi altra cosa, e a forme gravi di depressione.

Un altro grave disturbo alimentare, non molto conosciuto e riconosciuto quando lo si ha di fronte, è la bulimia. A differenza di una persona anoressica, la persona bulimica può essere normale, sottopeso o sovrappeso, perché mangia, mangia in modo esagerato, strozzandosi quasi per le dosi ingerite di nascosto. Il soggetto bulimico entra in una fase di depressione e di disgusto verso sé stesso, e spesso dopo aver mangiato tende a punirsi vomitando o ingerendo pillole diuretiche o lassative.

La madre di Isabelle Caro, la modella scomparsa a causa dell’anoressia, si è suicidata, attanagliata dai sensi di colpa per non essere riuscita a salvare la figlia. Le modelle Luisel e Eliana Ramos (sorelle) e Ana Carolina Reston, non hanno avuto sorte migliore, per rincorrere l’agognata taglia zero. Ruslana Korshunova, uno dei volti più amati e richiesti dagli stilisti (aveva prestato il suo volto per Dkny, Dior, Marc Jacobs), affiliata all’agenzia Img (per cui lavorano Heidi Klum e Kate Moss), si è suicidata… le ipotesi date dagli inquirenti sono diverse. Chi dice sia stata una regolazione di conti, chi sia stato un incidente…. probabilmente era solo inesorabilmente triste, incapace oramai di sostenere i ritmi dettati dal suo mondo.

Voi sapete che esiste un commissione che dovrebbe proteggere e salvaguardare le modelle? E’ stato fondato un vero e proprio sindacato, come per tante altre categorie di lavoro. Durante la settimana della moda di Madrid, questa commissione proibiva alle modelle di salire in passerella con un indice di massa corporea inferiore a 18.5, con accordi presi con gli stessi organizzatori. La commissione di inchiesta britannica ha sviato questa decisione, facendola passare come un’offesa alla dignità delle stesse. Perciò si
sono dovuti impuntare su altri problemi, quali età e ore di lavoro, dando un piccolo contentino a tutti e mantenendo le ragazze appendino in passerella.

Il documento che doveva quindi proteggere, ha deluso. Di chi è la colpa? Dei grandi, gli stilisti più affermati: gli italiani, i francesi e gli americani. Si, perché, a detta di questi, più magre sono, più si vendono i vestiti. E nel Regno Unito, avere un peso normale, significa perdere occasioni di lavoro. Nelle recenti serate parigine di haute couture si e’ riconfermato questo malatissimo trend, tra clavicole in vista e pelle attaccata alle ossa.

Nonostante nel 2006 sia stato raggiunto un accordo per il “manifesto nazionale di autoregolazione della moda italiana contro l’anoressia”, la situazione sembra sia solo peggiorata. La “model healt inquiry” si sta battendo per cercare di cambiare questi canoni? I critici parlano di rivedere e ampliare il concetto di bellezza e taglia, in modo di renderla più realistica e umana. Ma ancora una volta si finirà per incoraggiare la voglia di taglia zero e la produzione di taglie improbabili. Per strada vedo tantissime adolescenti taglia zero, e fatico a credere lo siano di costituzione.

Quando frequentavo le scuole superiori, purtroppo, il problema non veniva affrontato dai professori. Ricordo che un anno, dopo continue lotte, siamo riusciti a fare un’assemblea d’istituto per parlarne, abbiamo contattato degli esperti, dei nutrizionisti e degli psicologi. Ricordo che alcune ragazze e alcuni ragazzi se la sono sentita, sono riusciti a chiedere aiuto. A voi che leggete, tutti voi, ricordatevi che magro non è bello sempre, ma SANO lo è, tra qualche imperfezione che ci rende caratteristici. Se avete figli, amici, parenti, che dimostrano qualche comportamento strano, rifiutano il cibo, o sono troppo impegnati a conteggiare le calorie, non siate loro indifferenti. Provate a capirli, e magari aiutarli. Non sono capricci, sono seri problemi. Non credete che entrare in una taglia 36 sia una vittoria se avevate sempre portato taglie più grandi. Non diventate voi stesse vittime, perché non e’ solo bello mangiare, ma VIVERE!!!

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