In seguito ai recenti studi presentati al Convegno Ectrims di Lione, con particolare riferimento allo studio Cosmo che ha rilevato una bassa frequenza di Ccsvi nei pazienti con sclerosi multipla (Sm), senza significative differenze rispetto alle popolazioni sane, il Comitato Guida dello Studio Brave Dreams si è riunito lo scorso 12 ottobre.
Il Comitato ha valutato se le motivazioni scientifiche ed etiche, che hanno portato all’avvio dello studio siano tuttora presenti, alla luce delle nuove informazioni scientifiche. La conclusione farà tirare un sospiro di sollievo ai tanti sostenitori del metodo Zamboni: il comitato e il promotore dello studio non ritengono di dovere interrompere il reclutamento dei pazienti per lo studio Brave Dreams.
Ma le conclusioni dello studio Cosmo hanno lasciato qualche segno. Il comitato guida infatti si è posto due quesiti: quale livello di incertezza sussiste circa il ruolo della Ccsvi nei meccanismi causali e nel decorso clinico della Sm? persiste un problema di sanità pubblica costituito dal fatto che i pazienti con SM chiedono e ottengono procedure diagnostiche e operazioni di angioplastica pur non essendoci sufficiente evidenza circa sicurezza ed efficacia dell’intervento?
Per quanto riguarda il primo quesito il comitato guida ha tenuto conto di tutte le recenti pubblicazioni su riviste scientifiche e considerato “che c’è ancora disomogeneità nei diversi studi per quanto riguarda la frequenza della Ccsvi nei pazienti con Sm”. In una recente revisione di letteratura di 15 studi pubblicati, 9 hanno riportato una maggior frequenza di Ccsvi in pazienti con Sm rispetto ad altri pazienti o a persone sane, mentre 6 studi non hanno trovato differenze.
Su questa base l’organo medico ha preso atto che “il razionale fisiopatologico non è ancora chiarito e che le incertezze sono tutt’altro che risolte”, ritenendo anche che “lo studio Brave Dreams, confrontando in cieco EcoDoppler con flebografia possa portare nuovi e solidi dati in questo ambito”. Lo steering committe ricorda infine che “un autorevole istituto internazionale, quale il Nice (National Institute for Clinical Excellence) ha di recente invitato ad eseguire studi approfonditi per verificare gli effetti del trattamento della CCSVI sui pazienti affetti da SM”. Il Comitato ha deciso comunque di chiedere anche al Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati –previsto dal protocollo di ricerca – un parere esterno sull’opportunità o meno di proseguire lo studio.
Per quanto riguarda il secondo quesito il Comitato ha deciso di attivarsi “per verificare quale sia attualmente la frequenza di utilizzo, nel pubblico e nel privato, degli interventi di angioplastica nei pazienti con SM, attraverso contatti opportuni con Ministero e Regioni. Le informazioni preliminari sulla tuttora pressante richiesta di prestazioni sul versante Ccsvi da parte dei pazienti supportano un forte razionale di salute pubblica a cui Brave Dreams può fornire risposte”.
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