Partono i banchetti di raccolta firme organizzati dal Comitato costituitosi a Ferrara a sostegno della Legge di iniziativa popolare per l’istituzione anche in Italia del Reddito Minimo Garantito.
Così come in tutta Italia anche a Ferrara il comitato per il Reddito ha la caratteristica di essere un comitato plurale composto da diverse forze politiche e da associazioni. Si tratta infatti di una proposta di legge che assume per chi la sostiene un valore programmatico e non meramente elettorale. Ne fanno al momento parte La Fabbrica di Nichi, Tilt, Sinistra Ecologia e Libertà, Ecologisti e Reti civiche, Federazione della Sinistra, Alba, ma il comitato è aperto al contributo e alla fantasia di tutti coloro che vorranno sostenere questa campagna in forma singola o associata.
A partire da oggi, sabato 22 settembre, e per tutti i weekend fino al 9 dicembre sarà presente un banchetto di raccolta firme in centro a Ferrara.
I nostri concittadini potranno quindi raggiungerci per sostenere la campagna, porci domande e perplessità a cui ci proponiamo di dare risposta e ovviamente per contribuire con il loro impegno personale qualora lo volessero.
Sarà possibile inoltre firmare anche in tutta la Provincia recandosi presso gli uffici comunali.
La proposta di legge prevede, al fine di dare attuazione al diritto fondamentale sancito dall’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e ai principi di cui agli articoli 2, 3, 4 e 38 della Costituzione, l’istituzione del reddito minimo garantito.
Il reddito minimo garantito ha lo scopo di contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico. Beneficiari del reddito minimo garantito sono tutti gli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non superino i 7200 euro annui. Devono essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi; devono essere iscritti presso le liste di collocamento dei Centri per l’impiego. L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7200 euro annui, pari a 600 euro mensili; tale misura deve essere rivalutata in base al numero dei componenti del nucleo familiare.
Al beneficio economico diretto del reddito minimo garantito possono concorrere anche le Regioni e gli enti locali attraverso l’erogazione del “reddito indiretto” ovvero favorire prestazioni di beni e servizi.
Vi sarà la sospensione o la decadenza del reddito minimo garantito quando il beneficiario dichiari il falso al momento della richiesta; venga assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato; partecipi a percorsi di inserimento lavorativo retribuiti; al compimento dei 65 anni di età; quando il beneficiario rifiuti una proposta congrua di impiego dopo il riconoscimento delle sue competenze formali ed informali.
Tale disegno di legge inoltre delega il Governo a definire una riforma degli ammortizzatori sociali in modo da introdurre un sussidio unico di disoccupazione esteso a tutte le categorie di lavoratori a prescindere dall’anzianità contributiva o dalla tipologia contrattuale; a riordinare le spese delle prestazioni assistenziali in modo da renderle coerenti con l’istituzione del reddito minimo garantito; a stabilire un compenso orario minimo.
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