Lettere al Direttore
17 Settembre 2012

La lotta all’amianto sul petto

di Redazione | 2 min

Calcio e vita rappresentano un binomio spesso utilizzato in diverse espressioni: “è una vita che sono nel calcio”, “vivo per il calcio”, “il calcio, come pratica sportiva, migliora la qualità della vita”, e tante altre. Affinchè però questo connubio assuma una reale concretezza è quantomeno necessario che le società dilettantistiche garantiscano ai loro tesserati, soprattutto ai più giovani un ambiente salubre e sicuro in cui praticare lo sport preferito. Anche il Comunicato n. 1 del SGS recita testualmente al punto 9.4: “Il Settore Giovanile e Scolastico dedica, infine, particolare attenzione alla sicurezza degli impianti sportivi e svolge un’intensa opera di sensibilizzazione nei confronti delle Società, anche in collaborazione con Enti, Fondazioni ed Associazioni senza scopo di lucro, che svolgono attività analoga, perché ai bambini ed ai ragazzi sia sempre garantito di poter giocare al calcio nelle condizioni di massima sicurezza”. Bene, detto ciò, mi chiedo e chiedo ai colleghi Dirigenti delle altre società se si possono ritenere sicuri impianti sportivi dove è presente amianto nelle coperture in eternit (spesso degradato) di spogliatoi, biglietterie ed altri locali (vi garantisco che ne esistono ancora diversi in provincia). La domanda è ovviamente retorica e la risposta è scontata: no. Poche fibre di asbesto (anche una sola) possono provocare, in certi casi a distanza di alcuni decenni, patologie gravi (persino letali). E’ da irresponsabili correre e soprattutto far correre ai nostri ragazzi un simile tremendo rischio; sarebbe come sapere che nell’appartamento accanto al nostro vive un serial killer e non fare niente per fermarlo. Ed è per questo motivo che la nostra società l’Unione Delta Calcio ha deciso di appoggiare l’Aeac (Associazione Esposti Amianto ed altri Cancerogeni), a cui mi onoro di appartenere, in una opera di sensibilizzazione e di pressione nei confronti dei proprietari dei campi di calcio (prevalentemente i comuni), affinchè assumano l’impegno di bonificare rapidamente le strutture in cui è presente l’amianto. Rivolgo un appello alle società ferraresi (e non solo), ai genitori, ai ragazzi, alla FIGC e agli Enti Pubblici a sostenere l’iniziativa, perché, come afferma l’amico Alberto Alberti Presidente dell’AEAC, l’unica fibra di asbesto non nociva è quella che non si inala.

Ognuno può e deve fare la sua parte; per quanto ci riguarda, come Unione Delta Calcio, abbiamo deciso, rinunciando a qualche sponsor, di far indossare ad alcune nostre squadre la divisa di gioco recante la scritta Aeac sul petto.

Concludo con uno slogan: “deamiantizziamo i nostri campi di calcio”, per non mettere a repentaglio la salute e, in certi casi, la vita dei nostri giovani.

Mucchi Giancarlo, membro dell’Aeac e segretario dell’Unione Delta Calcio

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