Politica
14 Settembre 2012
Presentato il gruppo di supporto alla candidatura del sindaco fiorentino

Il comitato Ferrara per Renzi svela i suoi progetti

di Redazione | 4 min

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La prima riunione del comitato Ferrara per Renzi nella sede del Pd di viale Krasnodar era impostata soprattutto per conoscersi a vicenda, per darsi una struttura e per capire come coinvolgere più persone possibili. Di certo però ha rivelato anche qualcosa sul Pd locale, in previsione dello scontro che si prepara tra il sindaco fiorentino e il segretario Bersani, a partire dalle persone presenti all’incontro. In primo luogo l’assessore al bilancio Luigi Marattin, il più “renzista del re”, simpatizzante del candidato toscano da tempi non sospetti, cui si aggiungono i sindaci di Berra e Vigarano Mainarda, Eric Zaghini e Barbara Paron, e altri esponenti come Simone Merli, capogruppo in consiglio comunale, Francesco Portaluppi, consigliere, e Simone Tassinari, del circolo di Sant’Agostino.

Ma i dati più indicativi vengono dal pubblico presente in sala, non più di una trentina di persone ma ampiamente distribuite per età, sesso e provenienza politica. Una partecipazione che andrebbe a sfatare l’ormai classica figura dei “giovani rottamatori” che si scagliano in una guerra contro i padri: dalla serata infatti emerge che “il fattore generazionale non sia l’unico elemento su cui si fonda l’appeal politico di Renzi”, anche se, come è stato fatto più volte notare, “per i veri punti del programma bisognerà aspettare i primi discorsi ufficiali della campagna”.

Ad introdurre la discussione è Zaghini, che chiarisce subito un punto sul quale torneranno, ribadendolo, tutti i promotori: “è importante sapere che questi comitati nascono per una sfida e non per una battaglia, come molti dicono. Vogliamo portare un confronto di idee che sarà produttivo per tutti, al di là di chi vincerà le primarie”. E prosegue parlando delle idee e degli strumenti a disposizione: “vogliamo calarci nel territorio, quindi formare almeno un comitato per comune, anche per dare la possibilità a persone che in questi anni sono uscite dalla politica. Con che strumenti? Con gruppi non solo per Renzi, ma rivolti alle categorie professionali, in modo da mettere tutte le competenze a disposizione di un progetto”. Altro punto che richiede una precisazione preventiva è quello sui finanziamenti: “vogliamo molta trasparenza in questo. Nessuno di noi ha voglia di maneggiare soldi, quindi chiederemo al partito di aprire una voce nel bilancio per questi comitati, sperando che anche quello nazionale si impegni per contribuire”.

Marattin ha voluto spiegare i motivi della sua adesione in questo modo: “mi sono posto con molti dubbi nell’ottica di chi deve partecipare, quando non si sanno ancora i contenuti e le regole con cui si andrà a votare nel 2013. Mi sono risposto che la sfida di Renzi è studiata con carattere scientifico, basandosi su punti ben definiti come l’economia, l’ambiente, la società. Adesso bisognerà basare il confronto sul merito delle proposte, come accade in tutti i paesi del mondo: pochi anni fa negli Stati Uniti Hilary Clinton era già sicura di vincere la nomination, ma dal confronto con Obama ne è venuto fuori un partito migliore e più unito”. Tra i confronti più accesi che Renzi dovrà affrontare Marattin cita quello sulla politica economica, che lo vede molto lontano dal responsabile del Pd Stefano Fassina, e aggiunge che “da domani bisognerà parlare solo dei contenuti delle proposte. Questa candidatura ha comunque già portato una ventata di partecipazione, che dovrà essere un valore aggiunto da non disperdere”.

La partecipazione della Paron è legata anche alle tematiche femminili, e guardando alla giunta di Firenze, formata in prevalenza da donne, ha affermato che Renzi “ha risolto questo problema in maniera chiara e concreta, come è solito fare”.

Numerosi e assai variegati gli interventi dai partecipanti in sala, tra chi fa pesare le colpe della generazione politica attuale e chiede un rinnovamento e chi si preoccupa soprattutto di strategie elettorali e alleanze, con molti che considerano l’ipotesi di Bersani di una coalizione con Vendola e Casini inverosimile e inaccettabile. “Abbiamo un segretario che propone quest’alleanza, in cui saremmo solo il trattino intermedio tra SEL e UDC, ma ora ci sono tutte le premesse per fare del PD un vero partito di governo, e non dobbiamo rincorrere gli alleati per coalizioni fallimentari come la vecchia Unione”.

Uno degli elementi più apprezzati di Renzi è infatti la sua strategia elettorale, che rifiutando le alleanze mira a riconquistare grosse fette di elettorato passate ad altri partiti o cadute nel disinteresse politico. Una visione che il sindaco Tagliani aveva definito “troppo rischiosa” ma che molti, Marattin e Tassinari in testa, vedono come l’unica strada possibile. Un argomento che non può non toccare le leadership storiche del partito, con qualche frecciata dal pubblico contro il più noto degli esponenti locali (“A Ferrara non si è mai mossa foglia senza che Franceschini lo volesse”), subito sedata da Portaluppi che ha definito certe critiche “ingenerose”.

A chiudere la serata, nell’attesa di conoscere i veri contenuti del programma elettorale, è stato Marattin che ha spiegato come le aspirazioni di Renzi riprendano quelle originarie del PD nella sua fondazione di vero partito di governo, aggiungendo che “L’Italia va a cicli ventennali, ed è chiaro che ora se ne sta chiudendo uno. Le elezioni del 2013 determineranno l’impostazione politica del prossimo futuro, e non si può seguire pedissequamente lo statuto aspettando il congresso per la leadership del partito nell’ottobre 2013. Il momento è adesso”.

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