Economia e Lavoro
14 Settembre 2012
Il provvedimento richiesto per inserire il prodotto italiano nel mercato americano

Aflatossine nel mais: “Serve la deroga”

di Redazione | 2 min

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Una deroga sui limiti imposti a livello europeo sulle aflatossine nel mais, l’ennesima piaga dell’agricoltura 2012, determinata dalla siccità.

La deroga verrà richiesta dall’onorevole Luca Bellotti del Pdl, per permettere al mais italiano di entrare nel mercato rispettando i limiti di tossicità previsti, ad esempio, dalla normativa americana.

“Come consorzio agrario è importante che a livello mondiale ci sia una certa uniformità in materia, per evitare che in un mercato globale i limiti eccessivamente restrittivi colpiscano gli agricoltori europei ed italiani in particolare – afferma Giampiero Martini, vicecommissario del Cap Rovigo e vicepresidente del Cap di Ferrara –. Sosteniamo la proposta dell’onorevole Bellotti affinché, nelle more di una rivalutazione globale, gli agricoltori italiani possano immettere sul mercato il prodotto che rispetterebbe la normativa statunitense ma non quella europea”.

Il 2012 per gli agricoltori padani è stato decisamente un annus horribilis: terremoto, siccità ed ora il problema delle aflatossine nel mais.

Di che cosa si tratta? Le aflatossine sono micotossine prodotte da specie fungine appartenenti alla classe degli ascomiceti oppure da alcune muffe, che si trovano in particolare nelle aree caratterizzate da un clima caldo e umido. Le aflatossine sono tossiche e cancerogene. Si possono sviluppare nelle arachidi, nella frutta a guscio, nel granoturco, nel riso, nei fichi e in altra frutta secca, nelle spezie, negli oli vegetali grezzi e nei semi di cacao, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta. L’Unione Europea ha stabilito i livelli di aflatossine massimi consentiti per l’immissione degli alimenti sul mercato, comprese le materie prime per i mangimi.

Le variazioni climatiche che stanno intervenendo in Italia ed in particolare nella Pianura Padana stanno creando problemi anche su questo fronte. Dai primi dati relativi alla raccolta 2012, si è riscontrato un aumento di aflatossine nel mais. L’incremento non è particolarmente significativo ma è sufficiente a far superare i limiti imposti dalla normativa europea,  e determinare l’impossibilità di immettere quel prodotto sul mercato.

Il dibattito su questo tema resta aperto, visto che i livelli massimi consentiti sulle aflatossine non sono uguali in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti, per esempio, il livello consentito è decisamente più alto rispetto a quello imposto dall’Europa: la difformità che colpisce soprattutto gli agricoltori europei e quelli mediterranei in particolare.

Bellotti ora che sta preparando un documento da presentare alla Commissione agricoltura della Camera, affinché il Ministro intervenga con una rogatoria che possa tutelare gli agricoltori pur mantenendo la sicurezza alimentare dei consumatori.

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