Breve e sobria. Così è stata la cerimonia di intitolazione della sala convegni della sede provinciale Pd in viale Krasnodar a Mauro Cavallini, ultimo segretario provinciale dei Democratici di sinistra scomparso un anno fa. A scoprire la targa, prima velata da una bandiera del Partito democratico, il segretario provinciale Paolo Calvano e quello comunale Simone Merli. Il testo recita: ‘Sala convegni Mauro Cavallini, che ha sempre anteposto l’interesse generale a quello particolare’.
“L’idea è stata lanciata alla fine dell’anno, pochi mesi dopo la scomparsa” ha spiegato poco dopo Calvano davanti ad un pubblico che comprendeva la presidente della Provincia Marcella Zappaterra e il vicesindaco Massimo Maisto, ma anche esponenti della stagione politica di cui Cavallini fu protagonista, come il predecessore di Zappaterra Giorgio Dall’Acqua, l’ultimo segretario comunale Ds Mauro Vecchi e il consigliere comunale dello stesso partito Maurizio Buriani.
Calvano ha ricordato dunque le tappe principali della vita politica e istituzionale di Cavallini a partire dalla “militanza nella giovanile del Pci, partito di cui ha sostenuto tutte le trasformazioni fino al Pd”. Divenne dunque “presidente della circoscrizione di Pontelagoscuro, dalla fine degli anni Ottanta al 1995, fu poi consigliere comunale, quindi capogruppo dei Ds e infine segretario provinciale dal 2002 al 2007”.
“Non per caso – ha continuato Calvano – la prima festa dell’Ulivo si svolse a Pontelagoscuro quando Mauro era segretario, anticipando di cinque anni quello che sarebbe stato il Partito democratico. Erano le prove del Pd, che Cavallini volle consegnare ai giovani – tra cui lo stesso attuale segretario, ndr – resistendo a chi gli chiedeva di mettersi personalmente alla guida, perché volle che fossimo noi ragazzi e ragazze, ma senza evitare di metterci la faccia”. Le ultime apparizioni pubbliche furono proprio un anno fa, in quella festa del partito a Pontelagoscuro che ora è dedicata a lui.
Quei giovani da Cavallini hanno tratto tanti insegnamenti, tra cui quello secondo cui “il vero rinnovatore è chi rinnova senza paura di essere rinnovato”. Giovani – e non solo – oggi convinti che, ha concluso Calvano, “Mauro non è lontano, ma solo dall’altra parte del cammino”.
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