Lettere al Direttore
12 Luglio 2012

Né equità né rigore

di Redazione | 3 min

La spending review è l’ultimo tassello, per ora, di un massacro sociale senza precedenti che continua dal luglio 2011. Centinaia di miliardi di euro sottratti a pensionati e lavoratori che non sono serviti a migliorare i nostri conti pubblici ma in compenso hanno peggiorato loro la vita.

I dati dicono che l’Italia è in piena recessione (pil -2,4%) proprio grazie a queste misure. Quando Monti si è insediato il debito era al 120% del pil, ora viaggia al 121% con un record di interessi passivi a 80 mld di€. Il debito netto(deficit/pil) adesso è all’ 8%. La disoccupazione al 10%, quella giovanile al 36%. E lo spread è forse sceso? NO!, è a quota 470/480, più o meno come con Berlusconi quando, su dettatura della BCE, applicava le stesse folli, inutili misure.

I consumi sono al collasso,- 2,3% a maggio. Le imprese chiudono a migliaia. Sono cessate 146 mila aziende nei primi 3 mesi del 2012 con un saldo negativo di -26000 imprese(Cgia di Mestre).

La produzione industriale è a -6,9 rispetto al 2011. La cura Monti sta dunque funzionando?Si! Allo stesso modo in cui funzionerebbe il bacillo della peste inoculato in chi aveva una bronchite.

Come hanno spiegato, da mesi, decine di economisti contrari a questo sfacelo, la spending review rischia di essere la batosta finale dopo la quale l’economia italiana affonderà per sempre. Esiste forse una sola ragione economica razionale per tagliare ancora posti di lavoro, stipendi, sanità,scuola, ricerca e servizi in maniera così demenziale? Esisterebbe se tale spesa fosse fuori controllo e sopra la media UE. Spendiamo più degli altri paesi? I dati Istat dicono di NO (rapporto Noi Italia 2012). Anzi, siamo tra i paesi dell’area euro che spendono di meno per quasi tutte le voci di spesa sociale. Se tagliamo ancora, rischiamo di scendere a livello del terzo mondo, altro che Europa!

Se proprio si vuole fare dei risparmi tagliando gli sprechi, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta. A partire dai superstipendi dei dirigenti che assorbono, dice il Cnel, il 30% del monte retributivo della P.A. Invece si tagliano gli stipendi e i buoni pasto, fermi da anni, dei dipendenti semplici. Si potevano cancellare i finanziamenti a scuole e università private (10 mld€ negli ultimi dieci anni).

Basterebbe revisionare le tariffe delle convenzioni sanitarie private per far risparmiare alla sanità pubblica miliardi di euro. Basterebbe tagliare sul serio le consulenze private nella P.A per liberare decine di miliardi di euro come suggerisce la stessa Corte dei Conti.. Potremmo fare a meno di comprare decine di caccia bombardieri F35 risparmiando subito 15 mld €. Si potrebbero ridurre le pensioni d’oro, sopra gli 8000 euro al mese, che sono solo il 4% ma costano il 30% del totale!

Per non citare ancora, se qualcuno non lo avesse capito,la voragine prodotta da evasione fiscale e corruzione, contro le quali si continua a non fare niente di serio. Forse anche perchè i principali evasori sono prorpio i beneficiari di queste manovre rovinose, banche, assicurazioni, SIM e potentati finanziari che fanno della speculazione la loro ragione di esistere. Come con Berlusconi, Monti taglia invece medicine, posti di lavoro, stipendi,servizi pubblici, tribunali. Invece del rigore c’è solo la bieca, reiterata e truffaldina volontà di scaricare la crisi sui ceti popolari.

Perché questo macello? A che scopo? La risposta è solo una: per furore ideologico. Abbiamo un governo di incapaci e fanatici. Incapaci proprio perché fanatici liberisti. Il governo dei professori non sa più che pesci pigliare di fronte alla crisi del loro Dio, il capitalismo selvaggio, che sta implodendo su se stesso, ma una cosa la sanno fare molto bene, sempre la stessa: distruggere lavoro, diritti, salari, servizi pubblici e , soprattutto, famiglie e vite umane.

La stessa sorte già toccata a milioni di cittadini europei dopo la caduta del muro dove nel giro di pochi giorni si azzerarono i minimi livelli di vita associata a favore della criminalità organizzata.

Federazione Usb Ferrara

C.Grabinski, M.Fabbiani, G.Sisini

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