Bondeno. Si riapre il problema della non corretta distribuzione del digestato, un sottoprodotto-rifiuto delle centrali biogas utilizzato anche come fertilizzante. A sollevare la questione è il Circolo Alto Ferrarese di Legambiente, che denuncia un uso improprio del digestato nel territorio di Bondeno. Il presidente del circolo Legambiente, Albano Gozzi, ha inoltrato in merito una segnalazione alle autorità preposte (Provincia, Arpa, sindaco di Bondeno, Noe dei Carabinieri, Regione Emilia Romagna), riferendo di informazioni raccolte circa una distribuzione sul terreno “di una quantità di digestato così grande da fare ritenere ampiamente superati i limiti fissati dalla Direttiva Nitrati per le Zone Vulnerabili ai Nitrati”.
Legambiente cita come responsabile del danno ambientale un’azienda insediata nel territorio bondenese stigmatizzandone il “comportamento scorretto”. Il fatto di non aver interrato il digestato da giorni, contravverrebbe secondo Gozzi a una serie di disposizioni precise in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue derivanti da aziende agricole e piccole aziende agro-alimentari.
“Inoltre – spiega Legambiente nella segnalazione – la mancata incorporazione nel terreno del digestato ha sicuramente comportato l’emissione in atmosfera di ammoniaca (gas ad effetto serra) e, probabilmente, anche l’emissione di N2O, con gravi danni per l’ambiente. Questa perdita di azoto da parte del digestato vanifica, di fatto, la possibilità di utilizzarlo come fertilizzante azotato e dimostra l’incapacità degli operatori di considerare il digestato come fertilizzante”.
Per Gozzi vi sarebbe dunque una evidente necessità dell’azienda in questione a disfarsi di tale sottoprodotto “utilizzando la classificazione di digestato per mascherare invece un vero e proprio smaltimento dei propri rifiuti e utilizzando i terreni come discariche”.
“Ci dispiace – chiosa Gozzi – essere costretti ad effettuare questa segnalazione mentre incombono i gravi problemi provocati dal terremoto”, aggiungendo di ritenere che “l’agire di queste persone, che ignorano deliberatamente le regole e i danni che procurano all’ambiente, siano anche favoriti dalla sicurezza di non incorrere in sanzioni appropriate”.
L’invito di Legambiente alle autorità è dunque quello di “intervenire con provvedimenti adeguati”. E cioé “sospendere l’attività delle aziende, come più volte le istituzioni provinciali e comunali hanno improduttivamente minacciato, finché non sia ripristinata una vivibilità cui i cittadini hanno diritto e un rispetto delle disposizioni di legge previste per lo smaltimento del digestato, obbligandole a smaltirlo come rifiuto, visto che è utilizzato come tale”.
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