Foto di Erika Poltronieri
E’ stato il Palio del trionfo di San Benedetto, con il fantino Andrea Chessa detto “Nappa II” e soprattutto con il cavallo più forte di tutti, Bonantonio da Clodia. Una vittoria pronosticata anche da estense.com, dato il valore del cavallo, anche se in un Palio, si sa, può succedere di tutto.
E nella corsa dei cavalli è successo proprio di tutto. Dall’attesa snervante di oltre un’ora per sistemare la pista, che sembrava essersi indurita eccessivamente a causa del caldo della giornata, a un piccolo infortunio del Fantino di San Giorgio che ha ricevuto un calcio fra i canapi dal cavallo di San Giovanni, fino a una sorta di rissa fra fantini alla terza chiamata del mossiere con protagonista Coghe di San Giovanni e a una doppia, paurosa caduta al terzo giro nella malfamata curva della mossa di due fantini, quelli di San Paolo e San Luca, che si sono entrambi infortunati fortunatamente in maniera non grave.
Il trionfo finale è stato tutto biancazzurro, anche se ai festeggiamenti attorno all’anello di piazza Ariostea non ha partecipato lo stesso fantino Chessa.
Hanno però potuto festeggiare, grazie alle vittorie nelle gare precedenti, anche San Giovanni e San Luca. La prima per una doppia vittoria ottenuta nella corsa dei putti con Moges Andreoli e nella corsa delle putte con Chiara Manfredini. La seconda contrada si è invece affermata nella corsa delle asine con lo staffiere Andrea Mattiolo sull’asino Rocchittu detto “Rocco”.
Peccato per lo spettacolo poco edificante messo in scena dai fantini proprio in quello che doveva essere il Palio Solidale. Centinaia i figuranti, sbandieratori e musici di altri palii e gruppi storici italiani che hanno manifestato vicinanza a Ferrara e alle popolazioni terremotate sfilando e sfidando il caldo nell’ovale di piazza Ariostea. Una presenza commovente, che il Palio in questa occasione, non ha potuto contraccambiare con uno spettacolo all’altezza (parliamo esclusivamente della corsa dei cavalli) a causa del comportamento di coloro che proprio con il Palio di Ferrara hanno meno a che fare, non solo per la provenienza senese di tutti i fantini, ma anche per quei valori di correttezza e lealtà che avrebbero dovuto essere messi davanti a tutto se solo si fosse compresa la circostanza particolare di questo evento.
Troppo lunga, addirittura un’ora e mezza, l’attesa tra la corsa delle asine e quella dei cavalli per permettere di smuovere il più possibile il terreno di gara, reso troppo duro dal caldo della giornata. Che ha contribuito a rendere frettolosa, al limite della regolarità, la partenza data dal mossiere Massimiliano Narduzzi, vista l’ora tarda e anche le intemperanze fra fantini. Fantini che, anche per mancanza di polso dello stesso mossiere, si sono permessi di fare qualsiasi cosa all’interno dei canapi. E per fortuna che le caduta di Simone Mereu di San Luca in curva, poi investito in pieno petto dal cavallo di San Paolo montato da Virginio Zedde (a sua volta rovinato a terra), non ha avuto a quanto pare conseguenze gravi per i due fantini e soprattutto per Mereu, portato subito nella tenda da campo del pronto soccorso e tenuto sotto osservazione.
Rimane una vittoria più che meritata quella di Chessa di San Benedetto con lo splendido Bonantonio da Clodia. Bene, infatti, ha fatto il fantino a mantenersi, fra i canapi, fuori dalle continue scaramucce fra gli avversari, preferendo evitare la quarta posizione assegnata dal sorteggio, nella quale sarebbe rimasto compresso e schiacciato, preferendo portarsi nei pressi dell’ingresso ai canapi e attendere il cavallo di rincorsa (Zedde di San Paolo). Nel frattempo il nevosismo fra i fantini ha fatto sì che Andrea Coghe di San Giovanni iniziasse improvvisamente a malmenare Simone Mereu tirandolo per la casacca, quindi Chessa, che si è immediatamente allontanato, e infine Francesco Caria di San Giacomo con il quale è venuto alle mani. Gli animi accesi hanno portato anche le forze dell’ordine a fare brevemente il loro ingresso in pista, mentre il mossiere ha persino lasciato la sua postazione per avvicinarsi ai litiganti, Coghe, Caria e Mereu, avvertendoli che avrebbe loro inflitto tre ammonizioni una dietro l’altra costringendoli così, da regolamento, ad essere automaticamente esclusi dal Palio per i due anni successivi. Minaccia che in qualche modo ha avuto effetto, tanto che la nuova chiamata ai canapi dei cavalli è stata quella buona.
Chessa ha messo in atto la sua strategia vincente: mantenersi fuori dalla mischia, esterno, e cogliere l’attimo della rincorsa di Zedde per sfruttare la maggiore velocità del suo cavallo. Rincorsa che ha anticipato un po’ troppo finendo per spingere il canapo e quasi costringere il mossiere ad abbassarlo nonostante, probabilmente, Zedde non fosse ancora entrato. In rettilineo si sono trovati appaiati San Benedetto, San Luca e Santa Maria in Vado con Antonio Siri (che ha sostituito Antonio Villella infortunatosi nella prova di sabato). Ma la potenza di Bonantonio da Clodia ha fatto sì da portare Chessa a girare davanti già alla prima curva. Da quel momento in poi il fantino di San Benedetto non ha dovuto far altro che gestire la corsa sapendo bene che la superiorità del suo cavallo glielo avrebbe consentito.
Di tutt’altro tenore le corse dei putti, delle putte e delle asine. Nelle prime due San Giovanni ha rispettato i pronostici, con atleti che hanno staccato gli avversari rendendosi praticamente irraggiungibili (buona comunque la prova di Andrea Massarenti di San Giorgio nei putti). Nella corsa delle asine San Luca si è portata subito in testa e a nulla sono valsi i tentativi di attacco di Santa Maria in Vado e di San Benedetto.
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