Gioca alle slot con il bancomat rubato. Arrestato dai carabinieri
Fermato e tratto in arresto dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cento un 26enne per indebito utilizzo di carta di credito
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Tredici lavoratori in nero individuati e 23 partite Iva sospette segnalate per la cessazione: è il bilancio delle ultime operazioni condotte dalla Guardia di Finanza di Cento
Si chiude anche il 2025 nel segno di una normalità apparente che, secondo Marco Mattarelli, presidente dell’associazione “Libertà per Cento” e del comitato “Verso Italexit”, maschera un declino profondo e strutturale
Riaperto al traffico il ponte di Casumaro lungo la SP13 (Casumaro-Pilastrello), con un mese di anticipo rispetto alla tabella di marcia
È stata sottoscritta una convenzione tra il Comune di Cento e la Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna per l’avvio di un percorso strutturato di sostegno alle attività commerciali e artigianali del territorio

Foto tratta dal blog di Alessandro Mlòn
Cento. Il simbolo della falce e del martello, la stella a cinque punte e la scritta “Spie”. In questo sono state sfregiate alcune epigrafi a Pieve di Cento dei fratelli Govoni, manifesti affissi per commemorare il 67° anniversario della morte dei sette fratelli uccisi l’11 maggio 1945. Un gesto di cattivo gusto a opera di ignoti, che riapre una ferita storica lancinante attraverso un atto provocatorio che ha lasciato a molti l’amaro in bocca.
I fratelli Govoni – Ida, Marino, Primo, Augusto, Dino, Emo e Giuseppe – vennero trucidati a pochi giorni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo essere stati prelevati dalla loro casa a Pieve dalla brigata partigiana “Paolo” ed essere stati condotti ad Argelato. Solo Dino e Marino avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana, senza tuttavia macchiarsi di delitti, e comunque i fratelli rimasero vittime di un eccidio nel quale morirono altre dieci persone.
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