Politica
3 Maggio 2012
Presidente e ad sommano oltre un milione di euro l’anno di stipendio

Tempi di crisi, non per i vertici Hera

di Marco Zavagli | 2 min

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I piccoli comuni azionisti chiedevano una mano sul cuore e una al portafoglio. Un esempio, pur flebile, di attenzione verso la crisi che sta mettendo in ginocchio gli italiani. E invece la proposta avanzata durante l’ultima assemblea dei soci di Hera (convocata per approvare stipendi e bilancio) da parte di un gruppo di sindaci è stata sonoramente bocciata.

Ai primi cittadini di Minerbio, Granarolo, Baricella, Casalecchio, Granarolo, Monteveglio, Pianoro, Castelmaggiore, Pieve di Cento, Zola Predosa, Calderara e Sala Bolognese sembrava che i 475mila euro l’anno per il presidente della multiutility e il mezzo milione e più per l’amministratore delegato fossero il classico “schiaffo alla miseria” di questi tempi.

E invece… tutto come prima. Tomaso Tommasi di Vignano e il ferrarese Maurizio Chiarini non arretrano di un centesimo rispetto ai loro emolumenti faraonici, resi noti dalla Relazione sulla remunerazione della stessa Hera (leggi).

A pagina 426 del documento si trovano le voci che interessano le tasche dei vertici societari. Il presidente Tommasi di Vignano riceve un compenso fisso di 350.000, cui si aggiungono 117.600 di bonus e altri incentivi di 117.600, e altri compensi per 2.190. Per un totale di 475.836 euro l’anno. Chiarini incassa ancora di più. Al compenso fisso di 353.110, si aggiungono bonus e altri incentivi per 119.361,  e 37.750 per altri compensi; il tutto per un totale di 518.243 l’anno.

“Soldi – fa notare il consigliere comunale di Progetto per Ferrara Valentino Tavolazzi – che gli forniamo gentilmente con le nostre bollette e con gli incentivi dello Stato, sempre da noi pagati”.

Determinante nella votazione è stato il voto del Comune di Bologna (detentore del 13,7% delle quote dell’Holding Energia Risorse e Ambiente), che si è espresso contro la riduzione degli stipendi. “Ma – insinua Tavolazzi – come ha votato Tagliani (o meglio il suo delegato Giuliani, a 70-80 mila euro l’anno per partecipare alle sedute di consiglio)? Penso che i ferraresi saranno molto interessati a saperlo”.

“Dopo una manovra di quasi 34 milioni di euro (Imu e addizionale Irpef), aggiuntivi rispetto al massacro dell’anno scorso, con quale coraggio – si chiede il consigliere comunale – si chiedono sacrifici ai cittadini e non ai dirigenti delle aziende di proprietà a maggioranza pubblica?”.

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