Lettere al Direttore
11 Marzo 2012

Alice in Wunderland al Mart

di Redazione | 5 min

Al Mart di Rovereto si è aperta una mostra omaggio ad “Alice nel paese delle meraviglie”, fino al 3 giugno 2012 (catalogo Electa).  Un evento che sarebbe piaciuto a Tim Burtun, il regista visionario e fiabesco che di “Alice nel paese delle meraviglie” ha fatto uno dei suoi film più sorprendenti. Il Mart ha dedicato ad “Alice in Wonderland” l’esposizione con l’idea originale e azzeccata di indagare l’influenza che i racconti di Lewis Carrol (1832 – 1898) hanno avuto sugli artisti negli ultimi centocinquant’anni, da Dante Gabriele Rossetti a Douglas Gordon, passando per Dalì e Magritte. L’idea nasce da una collaborazione con la Tate di Liverpool, e la Kunsthalle Hamburg dove la mostra aprirà dal prossimo 15 giugno, sotto la cura di Christoph Benjamin Schulz e Gavin  Delahunty.

Punto di partenza non può che essere l’inglese Lewis Carrol (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson), di cui la mostra tenta di ricostruire la vita attraverso la sua complessa e controversa personalità creativa di letterato, poeta e scienziato. Seppur per tutta la vita tenne una cattedra di matematica al Christ Church College di Oxford, la sua vera passione fu la fotografia, tra i primi a subire il fascino di questa innovazione tecnica (nel 1856 acquistò una macchina sua) e oggi Carroll viene considerato uno dei più importanti fotografi dell’epoca vittoriana, lanciando la concezione di moderna fotografia artistica. Lasciò una produzione totale di circa tremila fotografie che è forse una delle più vaste testimonianze fotografiche dell’Inghilterra vittoriana. Quello che interessava a Carroll era immortalare un estatico mondo di grazia morale e fisica, quasi a testimoniare la possibilità di recuperare un Eden perduto. In questo, la scelta di soggetti prediletti come le bambine-fatine fu la sua cifra stilistica (che diede adito anche a letture controverse di una sua presunta pedofilia). Proprio nel 1856 conobbe la piccola Alice Pleasance Liddell, figlia di Henry George Liddell, decano del Christ Church, che divenne modella prediletta. La prima fotografia di Alice fu scattata il 3 giugno 1856, quando aveva quattro anni, e l’ultima la ritrae all’età di diciotto anni.

La mostra sfoggia una serie di documenti sfiziosi, come la strumentazione di Carroll, la prima edizione a stampa di Alice, pubblicata a Londra da MacMillan nel 1865 col titolo “Alice’s Adventures in Wonderland”, insieme alle illustrazioni generali di Sir John Tenniel (il secondo famoso romanzo “Attraverso lo specchio” è del 1872), fino alla riproduzione del manoscritto originale con i disegni autografi di Lewis Carroll, donato alla dodicenne Alice Liddell come regalo di Natale nel 1864. Il percorso della mostra, poi, si tuffa nell’universo artistico. I primi, contemporanei di Carroll, a subirne una certa fascinazione furono i Preraffaelliti (fotografati spesso da Carroll), come raccontano le opere di Rossetti e Millaes, William Holman Hunt e Artur Hughes. Il passaggio ai surrealisti è doveroso, quando ormai negli anni ’20 e ’30 i romanzi fiabeschi di Carroll erano considerati classici. Salvador Dalì li evoca nelle sue illustrazioni (dodici in mostra), accanto a Max Ernest e Dorothea Tanning e René Magritte che ne fece addirittura un film intitolato semplicemente “Alice in Wonderland”, del 1957. Per poi passare in rassegna i cosiddetti surrealisri inglesi “figli di Alice”, da Paul Nash, a Roland Penrose, Conroy Maddox e F. E. McWilliam. Gli artisti hanno continuato a trarre ispirazione dalle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie anche negli anni successivi. Nei “concettuali” anni ’60 e ’70, Alice diventava la chiave per esplorare il confine labile tra realtà e percezione, tra infanzia e maturità, osservazione e ambiente circostante, linguaggio e nonsense, da Jan Dibbets, a Dan Graham, Joseph Kossuih, Yayoi Kusama, Adrian Piper, e Marcel Broodthaers. Ma i temi legati ad “Alice” continuano a suggestionare la scena creativa attuale. Lo dimostrano le fotografie di Francesca Woodman (1972 – 1980), il doppio video di Douglas Gordon “Through a Looking Glass” (1999) e quello di Pierre Huyghe “A smile without a cat” (2002), i disegni di Kiki Smith, i collage di Liliana Porter, le fotografie di Anna Gaskell, e lavori più recenti di Joseph Grigely, Torsten Lauschmann, Jimmy Robert e Annalies Ŝtrba.

Le avventure di Alice sono molte cose, ma sono soprattutto un sogno. Il sogno di Alice rievoca quello di un più antico sognatore e viaggiatore, che racconta di essere stato “pien di sonno” quando, nel mezzo del cammin della sua vita, si smarì in una selva oscura. Le avventure di Dante, però, non sono oniriche come quelli di Alice; al contrario, i suoi regni ultraterreni hanno la fantasiosa solidità di luoghi terribilmente reali, e le sue geografie teologiche sono troppo esatte perché un sognatore vi si perda.

Il Paese delle Meraviglie di Alice, invece, non obbedisce a convenzionali regole ma si trasforma continuamente in qualcosa di diverso, in base a una sorta di logica onirica. “Come ci si confonde con tutti questi mutamenti”, osserva Alice dolcemente, cadendo tra folli stanze e giardini impossibili. Ai giorni nostri, il mondo di sogni di Alice è parte del nostro immaginario letterario quanto lo sono i viaggi di Ulisse o i tornei di Don Chisciotte.Si insinua negli incubi burocratici di Kafka nel suo Processo

di mistero. La metamorfosi, il suo sogno di trasformazione, forse risentono di una conoscenza del testo di Carroll (già tradotto in tedesco e pubblicato nel 1896). “Fossi cambiata io durante la notte? ” è la versione di Alice del terribile incipit kafkiano: “Risvegliarsi da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto”. Di tutti i grandi autori contemporanei che hanno riconosciuto un debito nei confronti di Alice, Jorge Luis Borges è stato il più esplicito e gli aspetti più tenebrosi e inquietanti di quelle avventure hanno ispirato molte delle sue riflessioni metafisiche, come anche i giochi temporali e i labirinti spaziali dei suoi scritti.

Noi lettori (vagamente consapevoli di poter essere noi stessi un sogno) crediamo ad Alice perché i suoi sogni sono, in senso letterale, reali.

Maria Paola Forlani

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com