Politica
6 Marzo 2012
Il post di Beppe Grillo contro la riunione di Rimini e la replica di Tavolazzi su facebook

I motivi della rottura

di Redazione | 2 min

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La clamorosa rottura interna tra Grillo e Tavolazzi sarebbe da ricondurre alla risposta del consigliere ferrarese alle critiche del leader del Movimento verso la due giorni dei “Grillini pensanti” a Rimini. In quella sede i grillini hanno analizzato presente e futuro dell’impatto avuto dalla politica dal basso nel panorama nazionale, fino a mettere in discussione la leadership del loro “guru” e a presentare una proposta per le politiche del 2013 che non contemplava il marchio di Grillo in lista.

Già alla vigilia del meeting Grillo aveva fatto capire il proprio disappunto, pubblicando un post sul proprio sito, dal titolo eloquente: “Il M5S è morto, viva il M5S”. Al suo interno viene pubblicata una conversazione tra consiglieri 5 Stelle che criticano aspramente l’operato del leader. Il commento del comico in proposito è tranciante. A cominciare dalla due giorni, che sarebbe “autoconvocata da fantomatici cittadini a 5 Stelle (chi sono?) a nome del M5S. L’elenco dei punti di discussione è degno della migliore partitocrazia con la proposta finale di un leader del M5S”.

Quanto alle critiche dei consiglieri “dissidenti”, Grillo ricordava che “gli eletti dovrebbero dimostrare la massima trasparenza nei confronti degli elettori, che sono il loro giudice e riferimento”.
A quelle parole Tavolazzi rispose con una lettera su facebook, nella quale difendeva il significato della manifestazione di Rimini, definita “un confronto su proposte che vengono approfondite e votate per valutarne il gradimento”. Un confronto dal quale sarebbero emerse “proposte interessanti che riguardano il processo decisionale nel Movimento (chi, come, dove, quando decide cosa?), gli strumenti (portale, assemblee, social network, blog locali,…), le regole per la selezione dei candidati del Movimento, sia per elezioni locali che per quelle nazionali”.

Dalla risposta di Tavolazzi si capisce quella che da tempo è un’esigenza fino ad oggi mal celata all’interno del Movimento: quella “di strumenti di confronto e di decisione sui temi di politica locale e nazionale, che consentano veramente di realizzare ‘uno vale uno’”.

Arriva quindi la critica a un post “che non andava fatto”, perché “ha reso pubbliche conversazioni private, le ha accomunate all’iniziativa di Rimini, senza che vi sia alcun nesso, ha appiccicato l’etichetta partitocratica ad una situazione che tale non si voleva e non è stata”.

Rimini invece, secondo Tavolazzi, sarebbe “la prosecuzione del Democracy Day di Ferrara, esperimenti di democrazia diretta, che dimostrano una loro validità e potenzialità di estensione all’intero Movimento. Non possono sostituire il voto nel portale, perché non possono essere accessibili a tutto il popolo dei votanti del Movimento. Ma costituiscono degli ottimi percorsi di proposta ed approfondimento di soluzioni, regole, esperienze, da sottoporre al voto in rete. Delegittimarle senza conoscerle è un errore”.

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