Lettere al Direttore
8 Febbraio 2012

Formattiamo la politica

di Redazione | 2 min

O tempora o mores!

Altro non viene da pensare vista l’escalation di avvenimenti, locali e nazionali, con cui ci troviamo a contatto ogni giorno.

E altro non avranno pensato quel gruppo di anziane signore e signori, che, stamattina, all’uscita dal bar mi hanno fermato lamentandosi con me, “col futuro” (a loro dire) che non ne possono più.

Così mi sono deciso a scrivere questa lettera.

Non voglio, e sinceramente non mi interessa più di tanto, soffermarmi sui ridicoli o preoccupanti avvenimenti, a livello nazionale come a livello locale, che da troppo tempo costellano la politica, l’amministrazione della cosa pubblica.

Non c’è bisogno della bacchetta da rabdomante per capire che “così non va” e che c’è bisogno di un vero rinnovamento, non di finti spot per raggranellare o spalare voti.

Formattiamo la politica. Comincerei da qui, da azzerare l’insofferenza dei cittadini per una classe politica, tutta, che è percepita sempre più distante e lontana dai bisogni della gente. Persone più argute e “navigate” di me hanno centellinato sprechi, scandali, veri o presunti, vicini e apparentemente più lontani dai nostri occhi.

Ormai la popolazione non ha più bisogno del metro dello storico per valutare cosa fare alle prossime elezioni, è sufficiente il decimetro della cronaca.

Da questa misurazione si tende ad un qualunquismo preoccupante che allontana le persone della vita civile, che dovrebbe, invece, accomunarci tutti e tutti insieme, una volta per tutte.

Senza poi parlare del problema della disaffezione giovanile per il voto, che va sempre più ad ingrossare le già nutrite file dell’astensionismo.

Abbiamo un problema, il nostro computer ha un virus: formattiamolo.

Ritorniamo al concetto di Politica, di gestione efficiente e oculata della cosa pubblica, lontana da clientelarismi inutili quanto dannosi.

Questa congiuntura politico – istituzionale ce ne dà l’occasione. Usiamo la “crisi – tecnica” per riproporre la Politica e riproporci alla vita civile.

Basta con vecchi e ammuffiti molluschi avvinghiati alla poltrona, passiamo anche noi dall’1.0 ad una Politica del 2.0, che sappia interpretare i sogni e i bisogni delle persone e metabolizzarli in soluzioni concrete e tangibili.

L’equazione della Politica, quella che vedeva statisti capaci di sommare il malcontento con il cambiamento adesso, con gl’attuali politici, ci relega, nella migliore delle ipotesi, ad una mediocre stabilità, prova del nove dello scollamento dei partiti dalla cittadinanza, dell’allontanamento dalla gente.

Formattiamo, evitando ridicole derive demagogiche, e re-installando un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica.

Io sono pronto a cliccare start.

Lorenzo Barbieri

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