L’autore e poeta ferrarese Roberto Guerra torna negli scaffali delle librerie italiane con un saggio inedito, un identikit del movimento futurista sopravvissuto alla morte del suo massimo esponente, Filippo Tommaso Marinetti. La storia dell’arte smette solitamente di occuparsi dell’avanguardia a partire proprio dal 1944, e nemmeno il centenario del Manifesto – celebrato nel 2009 – ha spronato i critici ad occuparsi più approfonditamente di tutto ciò che il futurismo ha lasciato non tanto dietro di sé, quanto oltre: un work in progress capace di tracciare una linea di continuità tra le esperienze di primo Novecento e l’attualità.
Guerra nel volume “Futurismo per la nuova umanità” – edito da Armando editore – prova a ricostruire questo percorso, le sue varianti autonome e originali, i suoi ripensamenti e deviazioni: dal desiderio di immortalità del postumano alla sintesi dell’arte digitale, dai pionieri della musica elettronica ai blitz mediaci che tingono di rosso l’acqua della fontana di Trevi.
L’esplorazione avviene attraverso capitoli tematici e interviste ai protagonisti, tra i quali non mancano alcuni nomi noti del mondo intellettuale e artistico ferrarese. Vicino alla testimonianza di Riccardo Roversi, scettico rispetto la poesia diffusa in internet e sostenitore di un ritorno “geometrico” della forma, le opinioni di Dj Afghan – conosciuto dai giovani soprattutto per le sue performance all’High Fondation -, e di Andrea Amaducci. Le opere di quest’ultimo si possono trovare negli angoli più impensati di Ferrara, commenti iconici e sagaci dell’attualità cittadina, riconoscibili grazie alla figura stilizzata di un’alieno. Nel libro viene intervistato anche il quasi omonimo videomaker Alessandro Amaducci, che non commenta la street art, quanto l’arte digitale: il rapporto tra corpo e macchina che crea nuovi ibridi, l’immaterialità dei video che a stento trova collocazione in un sistema museale radicato nella tradizione. Altre pagine vengono spese a commentare il lavoro di Vitaliano Teti e Filippo Landini, organizzatori del festival “The Scientist”, che si tiene a ottobre presso la sala Estense e che è giunto nel 2011 alla sua quinta edizione.
Vittorio Sgarbi viene citato per il suo impegno come primo cittadino di Salemi: “tra arte e cultura contemporanea, avanguardia e persino gastronomia, ha innestato tutta una serie di azioni futuristiche e culturali di largo spettro (e anche politicamente scorrette) rare e rivoluzionarie in Italia”. Guerra descrive il piccolo paese siciliano non solo come un “villaggio elettronico” ma anche come “il sogno di Marinetti e D’Annunzio”. Il saggio si propone dunque come un viaggio attraverso paesaggi sempre diversi, di cui Guerra coglie l’intenzione comune.
A febbraio “Futurismo per la nuova umanità” verrà presentato a Roma, in occasione della mostra di Graziano Cecchini, curata dall’ultima nipote di Marinetti, Francesca Barbi Marinetti.
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