Eventi e cultura
3 Gennaio 2012
E sabato 7 gennaio RaiTre dedicherà un ampio servizio a Spina

Museo Archeologico, ‘boom’ di visitatori a Capodanno

di Redazione | 4 min

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Più di mezzo migliaio di persone (per l’esattezza 549) hanno visitato il giorno di Capodanno il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, complice l’ingresso gratuito e le visite guidate offerte dal direttore Caterina Cornelio e dall’archeologo Valentino Nizzo, e grazie anche al grande rilievo dato dai media all’apertura straordinaria del primo gennaio.

Un flusso ininterrotto di turisti e cittadini ha animato le sale e il giardino di Palazzo Costabili, detto di Ludovico il Moro, sede di uno dei più importanti musei del mondo per la ceramica attica a figure rosse, recentemente riallestito con proiezioni multimediali e ampliato con nuovi spazi espositivi.

Quasi un record che fa ben sperare per il futuro di questo importante museo e delle sue eccezionali raccolte archeologiche.

Il museo sarà regolarmente aperto il giorno dell’Epifania dalle 9.30 alle 17 (ultimo accesso ore 16.30). Il giorno seguente (sabato 7 gennaio), alle ore 12.25, la rubrica “Il Settimanale” di Raitre dedicherà a “Spina: l’emporio del mondo antico” un ampio servizio a cura di Giorgio Tonelli. Gli archeologi Caterina Cornelio e Valentino Nizzo, della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, raccontano la storia della città Etrusca di Spina che per tre secoli, dal VI al III secolo a.C., è stata un importante centro di commerci con il Mediterraneo e con Atene, e illustrano vicende, novità e curiosità del museo e dei suoi recenti allestimenti virtuali.

Allestito nel palazzo progettato nel 1500 da Biagio Rossetti per il nobile ferrarese Antonio Costabili, il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara conserva le testimonianze di uno dei più interessanti ritrovamenti archeologici del XX secolo,  la necropoli e l’abitato di Spina,  la città etrusca sul Po, in fregio alle sponde del Mar Adriatico (fine VI – metà III secolo a. C.),  che ha restituito un nucleo di materiali giunto in gran parte integro fino a noi, grazie alle straordinarie condizioni ambientali delle antiche vestigia, naturalmente protette dalle acque della laguna di Comacchio.

Dal 2007 il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara è stato al centro di una serie di iniziative tese a restituirgli il primato culturale che gli spetta, culminate prima nell’apertura della Sala delle piroghe e della Sala degli Ori, nel restauro del Giardino neo-rinascimentale e del Giardino di Levante, e nel 2011 nell’inaugurazione di quattro nuove sale al piano terra dedicate all’abitato di Spina,  ai popoli e alle scritture di Spina,  ai culti e alla biblioteca virtuale.

Le sezioni del Museo dedicate a Spina si articolano su due piani e presentano al pubblico materiali di eccezionale valore storico e artistico, testimonianza dei numerosi traffici commerciali intercorsi tra l’antica città portuale etrusca, “vissuta”  dalla fine del VI secolo a. C. alla metà del III  secolo a. C., e il Mediterraneo e del suo rapporto privilegiato con Atene.

Al piano terra è possibile visitare la Sala del Tesoro, la riallestita sala delle piroghe – affacciate entrambe sul Giardino di Mezzogiorno – e la sezione intitolata all’abitato della città, che rappresenterà il nuovo inizio del percorso museale della realtà spinete.
La Sala del Tesoro, la più famosa e riccamente decorata di Palazzo Costabili, realizzata tra il 1503 e il 1506 da Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno dei più importanti rappresentanti della scuola ferrarese rinascimentale, è stata riportata allo splendore dei colori originari a seguito di lunghi e accurati restauri.

La sala delle piroghe ospita eccezionali reperti del III-IV secolo d. C.: due imbarcazioni monossili scoperte nel 1940 in Valle Isola, nei pressi di Comacchio, in provincia di Ferrara, scavate e condotte al Museo, ove si trovano  dal 1948.

La sezione dedicata alla città di Spina si apre con la sala dell’abitato, per la prima volta illustrato con dovizia di materiali, che illustrano sia gli aspetti urbanistici e architettonici dell’insediamento deltizio,  sia la vita quotidiana degli Spineti; aspetti, questi, ulteriormente esplicati da apparati multimediali che narrano in modo suggestivo la storia e la vita della città.

Il piano nobile, nucleo originario del Museo, è interamente dedicato alla necropoli della città etrusca; di essa viene esposta una significativa campionatura delle oltre 4.000 tombe rinvenute in Valle Trebba e Valle Pega.

La raccolta annovera pezzi di rara bellezza: ceramiche attiche, di provenienza ateniese, a figure nere e a figure rosse, tra cui la preziosa anfora panatenaica a figure nere attribuita al Pittore di Berlino (480-470 A.C.), unico esemplare di questa tipologia di vasi rinvenuto a Spina, il cratere del Pittore dei Niobidi,  oppure le kylikes del Maestro di Pentesilea, o, a imitazione di più preziosi esemplari in argento, la patera in stagno con la raffigurazione dell’apoteosi di Heracles e delle sue nozze con Hebe. Notevoli i manufatti in bronzo, di varia tipologia e utilizzo, come i candelabri sormontati da cimase con rappresentazione simboliche, brocche, teglie e boccali, altri vasi e suppellettili in ceramica, come il pregevole e raro stamnos itifallico, e ancora boccali configurati (rytha), i meravigliosi piatti da pesce decorati, ai quali è dedicata una sala intera, senza dimenticare i sontuosi “preziosi” esposti, con la prestigiosa consulenza della Maison Bulgari, nella bellissima “Sala degli Ori”: gioielli in oro, argento, ambra, pasta vitrea, balsamari di varie fogge (alabastron, amphoriskos, aryballos, oinochoe) e la raffinatissima statuetta in avorio raffigurante una coppia stretta in uno struggente abbraccio.

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