Sport
30 Dicembre 2011
Il giornalista Rai si definisce filo-societario e non risparmia critiche alla città

Presente e futuro della Spal secondo ‘et’

di Redazione | 5 min

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Enrico Testa non ha bisogno di grandi presentazioni: vice caporedattore di Rai Sport, oltre che curatore di trasmissioni come Dribbling e Novantesimo Minuto Serie B.

Al lato giornalistico di tutto rispetto Enrico affianca un animo da tifoso accanito che lo porta a sbandierare la sua fede spallina anche nell’universo della Capitale, da dove riesce a seguire costantemente le vicende biancazzurre, nella sua veste di direttore de LoSpallino.com.

Con lui scambiamo due chiacchiere su presente, futuro imminente e prossimo della Beneamata. Un’intervista dove ‘Et’, come è solito firmarsi, non risparmia nulla, senza rinnegare amicizie che per molti sarebbero ormai scomode e non risparmiando critiche ai colleghi della stampa locale.

Enrico Testa, iniziamo da una sorta di bilancio consuntivo: cosa butteresti e cosa salveresti di questo 2011 targato Spal?

Beh, dal punto di vista squisitamente sportivo, salvo veramente poco. Se sommiamo i punti fatti nel girone di ritorno del campionato scorso e l’andata di questo, saremmo da retrocessione in… serie zeta. Salvo, nonostante le polemiche e i ritardi, quella grande invenzione che per me resta il parco fotovoltaico. I benefici finora non ci sono stati, ma arriveranno. Secondo me resta l’unico modo per provare a far calcio in Lega Pro, non solo a Ferrara. In casa Spal è un momento difficile, come sappiamo, ma spero che il punto più basso sia già stato toccato.

Quali prospettive ci sono quindi per i biancazzurri?

Premesso che non mi vergogno di dire che sono un giornalista filo-societario e amico personale del presidente Butelli, fare calcio è diventato difficilissimo, specie se non si hanno partner e appoggi importanti. La decisione definitiva dell’attuale dirigenza è quella di cui si parla da un po’ di settimane: passare la mano nei tempi e nei modi necessari. Questo è ormai un punto di non ritorno. Dico anche che quando questo accadrà personalmente mi dispiacerà molto, perché, al di là dei suoi sbagli, reputo che Butelli sia una persona onesta e capace, e come lui anche i suoi collaboratori. Purtroppo in una realtà come Ferrara, con le ambizioni che questa piazza si porta dietro, è difficile trovare qualcuno che possa immettere ogni anno quattro milioni di euro nella società. Il fotovoltaico aiuta solo in parte.

Tu che gli sei vicino, come sta vivendo Butelli questo momento?

Contando che Cesare è una persona estremamente sensibile, sta vivendo male. Sono in pochi a conoscerlo bene, tra questi però ci sono, oltre a me, diversi calciatori attualmente in forza alla squadra. Gli errori ci sono stati, nessuno cerca di nasconderli o giustificarli, perché non pagare gli stipendi è una cosa gravissima. Però se calciatori, allenatori e altro personale tecnico e non, decide di proseguire nelle proprie attività, seppure dopo gli scioperi, non è solo per amore verso la Spal, ma è per la fiducia nei confronti di questa società. Questo è giusto sottolinearlo ed è sotto gli occhi di tutti.

Enrico Testa

Su questa società il pubblico si è diviso da subito: gran parte della tifoseria, specie gli ultras, son stati immediatamente entusiasti. Da loro Butelli ha potuto usufruire di ampia fiducia, esaurita solo nelle ultime ore. Altri, diremo i meno rumorosi, avevano preso da subito le distanze, manifestando un muto distacco, salvo poi dire adesso: ‘lo avevamo detto’.

Sono pienamente d’accordo con questa analisi. Tutto il pubblico ha dato prova di una grandissima civiltà. Con questa situazione, in un altro posto, non necessariamente al sud, la reazione verso la società sarebbe stata da caccia all’uomo. D’altro verso, purtroppo, bisogna dire che questa proprietà non è mai piaciuta alla c.d. ‘gente che piace’. Mi riferisco agli imprenditori, alla stampa locale e a buona parte del mondo politico.

Come ti spieghi quest’ultimo aspetto?

In parte per un discorso di provincialismo. È lecito sperare che la propria società di calcio sia gestita da persone conosciute. Dall’altro la Spal, nel suo piccolo, garantiva privilegi e visibilità sfruttati da molti. Questa dirigenza ha agito in modo simile a quanto sta facendo ora Baldini alla Roma, togliendo le tessere omaggio a tante personalità. Questo anche a Ferrara ha prodotto una certa diffidenza. Poi c’è l’aspetto caratteriale. Uno come Pozzi, dai modi così schietti, non risulta simpatico, così come una persona timida e schiva come Butelli. Ma una buona fetta di responsabilità c’è l’ha anche la stampa, indulgente con certe dirigenze del passato, a cominciare dalla gestione Pagliuso. All’epoca tutte queste pulci fatte alla società attuale non erano uscite, se non all’ultimo, quando la Spal si ritrovò con una voragine di debiti e il conseguente fallimento. Dispiace che una società pulita e dal grande blasone storico come questa, attiri personaggi piuttosto controversi. Non dimentichiamo infatti un altro grave fatto: il marchio non è stato sottratto né da Butelli, né da Pagliuso, ma da un ferrarese.

Quanta paura hai della parola fallimento accostata alla Spal?

No, del fallimento non ho paura, eppure credo di non essere uno scriteriato ottimista fino alla morte. Penso piuttosto che la Spal oggi, malgrado le condizioni drammatiche, continui ad avere un appeal diverso rispetto a tante altre società. Questo per il blasone, innanzitutto, ma anche grazie al fotovoltaico. La trattativa in corso per la cessione lo dimostra. Per questo dico che il fallimento non è un’ipotesi che considero. La Spal ha debiti, ma anche crediti. Come in parte giustifico la società biancazzurra per i mancati pagamenti, così faccio per chi, per colpa della crisi, non ha ancora pagato la nostra dirigenza. Spero quindi che l’anticipo del credito sul fotovoltaico prima, poi la cessione della società, consentano alla Spal di respirare e di riprendersi entro fine gennaio.

Una domanda da quotidiano on-line generalista a quotidiano on-line puramente sportivo, entrambi made in Ferrara: sei soddisfatto dei risultati ottenuti da LoSpallino.com.?

Assolutamente sì. È un progetto nato un po’ per caso da un’idea mia e del webmaster Augusto Bolognesi, una sorta di scommessa, visti anche i costi della carta stampata. Il sito sta riscuotendo un enorme successo e pensare che si basa sostanzialmente sull’attività di volontariato di tanti ragazzi. È stato pensato per tenere aggiornati in tempo reale i tifosi della Spal, sia di Ferrara che quelli, come me, che abitano lontano. Il gruppo di chi ci lavora si è progressivamente allargato e oggi sono orgogliosissimo di dire che i risultati sono straordinari. Pensate che con le notizie che sforniamo giornalmente potremmo riempire 8 pagine di un normale quotidiano cartaceo. Per tutto questo lavoro permettetemi di rivolgere un sentito ringraziamento ai miei collaboratori. E – aggiungiamo noi – un augurio di un 2012 migliore a tutti i tifosi spallini.

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