Politica
24 Dicembre 2011
Sulle scissioni del Pdl: “Dispiaciuto per la frantumazione”

Tagliani: “Non credo che Tavolazzi si sia sbagliato”

di Redazione | 3 min

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“Credo che il protagonista di questa vicenda dovrebbe fare una riflessione ed assumere un atto di responsabilità”. Arriva con queste parole – “se i fatti dovessero essere confermati” – il suggerimento di dimissioni al consigliere comunale di Progetto per Ferrara Valentino Tavolazzi da parte del sindaco Tiziano Tagliani, nell’ambito della conferenza stampa di fine anno svoltasi in Municipio.

Il primo cittadino – che ancora non era a conoscenza della replica del grillino – propone una considerazione giuridica ed una politica. Sotto il primo aspetto, “una volta visionato il materiale”, il sindaco non ha potuto “esimersi dal trasmetterlo all’autorità giudiziaria: c’è un consigliere comunale che ha male interpretato una norma, perché, pur risiedendo in centro, ha continuato a chiedere il rimborso per i chilometri effettuati come se abitasse i fuori”.

L’altro aspetto che, sempre dal punto di vista di Tagliani, rende la vicenda “dolorosa” è invece politico. “So che ci sono tanti italiani, soprattutto giovani, che credono in una politica pulita, una convinzione messa a dura prova proprio dal comportamento di tanti che la praticano. Noi, come giunta, stiamo cercando di rispondere con i fatti, e l’ingegner Tavolazzi ne ha fatto una bandiera”. Ecco, secondo il sindaco, questo mondo “trasversale ai partiti” avrà “un’ulteriore ragione di demoralizzazione”.

Non è incline, il primo cittadino, a pensare si sia trattato di un errore: “Tavolazzi non è uno sprovveduto, ha ricoperto in questa amministrazione incarichi della massima responsabilità e ottenuto il risarcimento più consistente che questa amministrazione abbia mai pagato”. Ecco dunque quella richiesta di riflessione e assunzione di responsabilità, “non solo nei confronti del Movimento 5 Stelle”.

Progetto per Ferrara non è stata l’unica forza d’opposizione di cui Tagliani ha parlato: di tutt’altro tenore, però, le parole nei confronti di gruppi quali Futuro e libertà e Liberi e forti, composti da consiglieri eletti nella lista del Pdl.

Il gruppo pidiellino in Municipio si è ridotto ad un terzo rispetto a quello eletto nel 2009: il primo ad andarsene, l’anno scorso, anche in seguito a vicende nazionali, fu Enrico Brandani (presente tra il pubblico alla conferenza stampa), che costituì il gruppo di Fli. Poco dopo lo seguirono Francesco Rendine (da pochi giorni capogruppo) e Simone Lodi, che in seguito lasciò anche questa formazione per formare il gruppo Misto. Da ultimo, la settimana scorsa, l’addio dei Liberi e forti Giorgio Dragotto, Antonio Fortini e Francesco Levato. Del Pdl continuano dunque a far parte solo in tre (il neocapogruppo Federico Saini, Luca Cimarelli e Giampaolo Zardi), gli unici tre, fra gli eletti del 2009, a votare contro il bilancio giovedì: gli altri si sono astenuti.

Il sindaco si è dunque detto “dispiaciuto” per la “frantumazione”, della quale fornisce una propria interpretazione: i pidiellini si sarebbero scissi in quattro proprio “nel confronto con la maggioranza, perché da alcuni di loro – ovviamente quelli che si sono astenuti – è emersa la disponibilità a condividere alcuni temi, quelli che interessano davvero la città. C’è un clima mutato rispetto a quello cui eravamo abituati”.

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