
Andrea Coghe
E’ forse il primo caso di un fantino il cui ingaggio avviene attraverso Facebook. Ma non deve sorprendere vista la giovane età del 22enne senese Andrea Coghe e quella del nuovo responsabile della corsa dei Cavalli della contrada di San Giovanni, Marco Bonetti, che dopo essersi avvicendato con l’esperto Ivan Cristofori (trasferitosi a Lucca) si è messo alla tastiera e ha pensato di attivare i primi contatti, dai quali è nato poi il vero e proprio accordo, con il ‘figlio d’arte’.
Sì, perché come gli appassionati di Palio avranno già capito, Andrea Coghe è figlio di quel Massimo Coghe ben noto nell’ambiente con il soprannome di “Massimino II”, fantino che ha corso il Palio di Ferrara nel 2010 con Santa Maria in Vado e che proprio il 18 settembre scorso, subito dopo la vittoria del Palio di Asti con il comune di San Damiano, ha annunciato il suo addio alle corse. Andrea, che è suo erede nella vita ed è sulla buona strada per diventarlo anche in ambito professionale, ha ufficializzato il suo ingaggio con il Borgo della Lince Bendata sabato sera, presentandosi ai contradaioli rossoblu nel corso di una cena organizzata in suo onore.
Una ufficializzazione che arriva in anticipo rispetto ad altre contrade per due motivi ben descritti dal presidente della Contrada, Giampaolo Chiodi: “Volevamo evitare che altre contrade potessero mettere le mani avanti, ma soprattutto intendevamo sfruttare più tempo possibile affinché tra fantino e contrada si instauri un legame profondo”.
Andrea Coghe, 23 anni a marzo, è già padre di una bambina e mostra una notevole maturità per la sua età. “Ho la patente da ‘gentleman’, cioé da cavaliere non professionista, per montare in sella negli ippodromi. L’ho presa per fare esperienza e anche per avere così la possibilità di correre sempre, anche d’inverno. A pelle, nei palii di provincia, ho cominciato invece prima dell’esame di maturità e ho già effettuato una ventina di corse”.
Primo a Fucecchio (al fotofinish con Virginio Zedde, che lo scorso anno vestì la casacca di San Giovanni a Ferrara) e ad Acquapendente, secondo ad Acquaviva, il giovane Coghe vanta già un discreto curriculum, nel quale figurano anche diversi piazzamenti. San Giovanni aveva messo gli occhi su di lui già a Fucecchio e ora si affida a questo giovane talento per vincere un Palio, quello di San Giorgio appunto, che manca da troppo tempo, per l’esattezza dal 1999.

Il fantino fra i responsabili del Borgo San Giovanni
Andrea ne sente la responsabilità, ma non la pressione. “Non ho una grande esperienza di contrade alle spalle – spiega – e credo sia meglio presentarsi in pista il più possibile sgombro da pensieri. Cercherò di arrivare il più preparato possibile all’appuntamento e con il cavallo della nostra scuderia che in quel momento risulterà essere il più adatto e in forma per la gara. E ci sarò con la voglia di vincere che ho sempre”. Anche perché il ragazzo, come tutti i fantini da palio, ha l’obiettivo di arrivare presto a Siena, mettendosi in mostra nelle gare che contano. “Per ogni fantino lo scopo è piazza del Campo – e se continuerò a lavorare con l’impegno che ci sto mettendo spero di poter fare qualche prova e di essere pronto per il 2013”.
Del rapporto con il padre e sul fatto di essere ‘figlio d’arte’, Andrea Coghe è esplicito: “Non è semplice lavorare con lui. Io sono l’unico che ha resistito per tre anni, quando la media è stata di un anno e mezzo. E’ esigente, duro, con me forse anche di più, ma in questo modo mi ha insegnato tanto”. Si sa che papà Coghe, nell’ambiente del Palio di Siena, è una sorta di ‘cane sciolto’, libero dai giochi della cosiddetta ‘bruschelleria’ e con una propria scuderia di cavalli che rafforza la propria indipendenza. Anche per questo San Giovanni ha pensato che il figlio Andrea potesse essere il campione giusto: stanchi dello strapotere che sembra esercitare il ben noto Luigi Bruschelli sui fantini, i rossoblu hanno deciso di prendere un’altra strada. “C’era un indirizzo preciso della dirigenza – spiega il responsabile della corsa, Marco Bonetti – di portarci alla vittoria dopo tanti anni. Per le capacità tecniche e per l’atteggiamento, Andrea era quello che dava le maggiori garanzie”.
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