Questione di catenelle, piantane, pedate, prese, lampadine e… guano. Il direttore generale del Sant’Anna Gabriele Rinaldi ha spiegato così le ragioni per cui giovedì scorso non sono arrivati in via Palmirano i primi, agognati pazienti.
Dopo la concessione del certificato di agibilità da parte del Comune, infatti, mancava (e continua a mancare) un ultimo passaggio: il parere favorevole del Servizio di Igiene pubblica dell’Ausl, che, come recita il Decreto legislativo 229 del 1999, tutela la collettività e i singoli “dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro”.
Mercoledì 2, la commissione incaricata ha infatti scritto che qualcosa non va nei 50mila metri quadrati esaminati sui 190mila totali. Cosa? e quando si traslocherà? si sono domandati migliaia di ferraresi. Non essendo pubbliche le conclusioni della commissione, riassunte in “otto-nove punti” (nemmeno ieri mattina il documento finale è stato distribuito ai giornalisti nonostante richiesta), in città si sono diffuse varie voci, riprese dall’informazione locale: dai fili elettrici che mancano a problemi con i gas medicali, dai calcinacci nei lavandini ai vasistas che non si aprono.
Rinaldi, affiancato dal direttore amministrativo Ivan Cavallo, ha smentito quasi tutto. “La commissione ci ha dato qualche indicazione per migliorare alcuni aspetti – ha riportato –, ma non ha rilevato mancanze: hanno scritto che si può far meglio di così e noi lo faremo”.
Un problema riguarda la segnaletica interna: siccome il trasloco procederà a mano a mano, “la nostra idea è stata quella di lasciare chiuse le porte che conducono ad aree della struttura ancora vuote”. Ma se per quelle porte passa una via di fuga? ha osservato l’Asl. E dunque “le lasceremo aperte, mettendo delle catenelle o delle piantane che possano essere scavalcate o spostate in caso di necessità”.
Un’altra segnalazione riguarda la pulizia dei locali, che potenzialmente potrebbe non bastare mai: “Potrebbe entrare un fornitore – esemplifica Rinaldi –, attraversare un corridoio e sporcarlo giusto prima dell’arrivo della commissione”. Si intensificherà la vigilanza, dunque, e bisognerà affrontare persino i piccioni, già abbondanti nel nuovo ospedale, che fanno la loro parte imbrattando i davanzali: non proprio una bella figura davanti al personale dell’Ausl. Non mancheranno interventi sulle prese e sulle luci, che, “quando abbiamo provato noi si erano accese tutte, ma quando ha provato la commissione no”.
In generale, secondo il direttore il punto è che “fino a quando non si va ad abitare in un posto, si fatica ad accorgersi di ogni disfunzione: domani potremmo scoprire che questa notte un rubinetto ha gocciolato”. A sentirla così, viene in mente la fatica di Sisifo, il mortale a cui Zeus impose come castigo di far rotolare continuamente un masso enorme nel risalire un pendio: appena giunto alla sommità, questo ricadeva trascinato dal suo peso, e il lavoro doveva ricominciare.
Ammette, il direttore, che qualcosa non è andato secondo le previsioni (“c’eravamo fatti idee diverse”), ma a questo punto non resta che ottemperare alle indicazioni della commissione, per cui occorrerà “un po’ di tempo, e quando avremo la sensazione di aver sistemato tutto, le chiederemo di tornare a visitarci”. Non nega, Rinaldi, di essersi “contrariato” quando ha letto i rilievi dell’Asl, e a qualcuno dei suoi sarà arrivata una lavata di capo: “A porte chiuse ci siamo detti due-tre cose”, racconta.
Visto quanto accaduto negli ultimi dieci giorni (due date di inizio trasloco e altrettanti rinvii), il direttore ha deciso di cambiare tattica: “Ora partiremo quando avremo tutte le carte in mano, e come faccio dunque a dirvi una data?” ha risposto ai giornalisti che lo incalzavano sui tempi.
Rinaldi comunica solo che “tra oggi e domani (martedì, ndr) conto di ripresentare richiesta alla commissione”: e da quel momento i tempi non dipenderanno più dal Sant’Anna, e i calcoli sono lasciati ai giornalisti. Lo scenario migliore è quello secondo cui oggi stesso l’ospedale presenta la richiesta, e martedì o mercoledì la commissione ricomincia a lavorare; avendoci impiegato due giorni la settimana scorsa (lunedì 31 e mercoledì 2), è improbabile che gliene occorrano di più. Sempre nella migliore delle ipotesi, dunque, non è impossibile che l’ok arrivi entro venerdì. A quel punto, bisognerà ridurre per cinque giorni l’attività programmata dei primi reparti che traslocheranno, e quindi finalmente procedere. Si arriverebbe dunque per forza alla prossima settimana, sempre che l’Asl non abbia altri rilievi.
E quando si finirebbe? Entro il 31 dicembre, come prevede il tempigramma? “Lo rileggeremo alla luce di quanto successo” ha risposto il direttore generale.
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