Cronaca
8 Novembre 2011
L’avvocato ferrarese replica alle accuse dei colleghi del processo Niagara

Anselmo: “Solo ansia di delegittimazione”

di Redazione | 4 min

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“Indubbiamente le iniziative mediatiche dei difensori dei due marescialli del Noe di Bologna (ex) sono un ottimo segnale di come si sta evolvendo il processo”. Non si fa attendere la replica dell’avvocato Fabio Anselmo alle critiche mosse dai legali della difesa Niagara (vai all’articolo). E la contromossa dell’avvocato ferrarese parte proprio dal processo in corso a Bologna per presunti concussione e rivelazione di segreti d’ufficio: “non è servito a nulla accusare di gravi fatti il pubblico ministero che ha condotto le indagini ed il tenente dei carabinieri che le ha effettuate, tanto che lo stesso pm di udienza si è riservato di valutarne il contenuto. Ogni speranza di invalidare l’intercettazione privata effettuata da Fabiana Cosmar (dipendente della Niagara, ndr) il 20 novembre 2008 nei pressi della sede del Noe di Bologna è svanita desolatamente all’ultima udienza, quando il tribunale di Bologna ha respinto definitivamente ogni eccezione proposta dalle difese a dispetto delle gravissime accuse mosse in modo temerario a tutti i protagonisti della fase di indagini”.

Poi Anselmo viene alle accuse odierne. “Nella foga polemica – afferma -, i miei colleghi dimenticano che sulla mia denuncia per sospette intercettazioni abusive non ho mai fatto accostamenti con l’inchiesta sui due marescialli, limitandomi a chiedere analoghe indagini anche su quella, per fatti del tutto analoghi, precedentemente sporta da Fabiana Cosmar”.

Quanto all’archiviazione, poi, “la titolare vera delle indagini, dottoressa Patrizia Castaldini, ha chiuso l’inchiesta con motivazioni assolutamente diverse da quelle impropriamente svolte dal pm di Ancona in quanto incompetente”. Nelle sue conclusioni la pm della procura di Ferrara chiedeva a sua volta l’archiviazione perché non era stato possibile appurare con certezza che vi fossero state manomissioni alla linea telefonica o, nel caso vi fossero state, non sarebbe stato possibile risalire all’autore.

“Rilevo – aggiunge Anselmo – come la stessa polizia scientifica di Ferrara abbia constatato nel mio impianto telefonico fisso numerose “scalfitture, introflessioni ed asportazioni materiale ligneo” con testine svitate, viti divelte, blocco chiusura divelto”. Non ho nemmeno bisogno, quindi di richiamare la consulenza dei miei tecnici di parte che conclude anch’essa per la presenza di segni inequivocabili di intercettazione abusiva”.

Anche a proposito delle asserite minacce proferite dal procuratore capo Minna, Anselmo assicura di “non aver fatto mai collegamenti diretti ai due Noe. Alla domanda rivoltami dal pm di Ferrara che indagava su fatti di cui era protagonista, oltre a me, il suo capo, su chi potesse avere ragioni di ostilità personale nei miei confronti io, a verbale ho risposto di non averne idea”.

“Gli unici ad avere intrapreso azioni personali nei miei confronti – prosegue l’avvocato -sono stati il maresciallo Amatiello, che mi ha denunciato per calunnia, e l’avv. Claudio Maruzzi, che mi ha denunciato all’ordine degli avvocati di Ferrara per fatti relativi alla medesima vicenda”.

L’autodifesa di Anselmo continua. “I miei colleghi “dimenticano”, nella loro ansia di delegittimazione del sottoscritto, che hanno deposto in senso conforme a quanto da me denunciato numerosi magistrati, tra i quali il presidente Caruso, il quale ha dichiarato agli inquirenti, che lo stesso procuratore di Ferrara lo aveva chiamato telefonicamente a casa dopo la mia denuncia. Il dott. Minna, ha riferito l’alto magistrato, voleva conoscere il contenuto del colloquio avuto in con il sottoscritto. Richiesta andate ovviamente delusa visto che era oggetto di indagine”.

A fare il “tanto temuto collegamento” tra il colloquio con Minna e la vicenda Niagara sarebbe stato invece il pm Nicola Proto, informato dallo stesso Anselmo dell’incontro in procura con Minna:  “riferì al pm che egli rimase sconcertato, colpito e infastidito dalla concomitanza fra il mio colloquio con il dott. Minna e un fascicolo assegnatogli proprio il giorno precedente dal procuratore capo con delega di indagini, avente ad oggetto un esposto del maresciallo Amatiello nei miei confronti. A tal punto rimase sconcertato da tale fatto da lui ritenuto “alquanto grave” da manifestare “l’intenzione di rimettere la delega” di indagine”.

“Tutto quanto esposto e contenuto in atti e documenti che produrrò all’autorità giudiziaria da me adita a difesa della mia onorabilità professionale – conclude Anselmo -. Anche i rapporti tra il sottoscritto e il procuratore Minna sono stati oggetto di trattazione anche nel procedimento per incompatibilità ambientale aperto dal Csm nei confronti di quest’ultimo e conclusosi con il noto provvedimento di allontanamento coattivo del procuratore per incompatibilità ambientale”.

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