Lettere al Direttore
26 Ottobre 2011

La movida vista dalla polizia

di Redazione | 4 min

Mercoledì 5 ottobre 2011, sera. Durante la “movida” di metà settimana, in pieno centro vengono aggrediti alcuni agenti di Polizia Municipale; seguono arresti e denunce. Gli agenti della Municipale ricorrono a cure mediche.

I giorni seguenti, sui giornali si leggono fiumi di parole, si parla di sgomento, sorpresa, al Comando dei Vigili Urbani di Ferrara, si dicono “choccati”. Per noi, la vera sorpresa e che qualcuno si dichiari sorpreso; da anni Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza si confrontano con giovani sotto l’influsso, quando va bene, di alcool. Sovente questi “incontri” non avvengono nel centro storico, si interviene nelle prime periferie, magari dentro capannoni dismessi o nelle vicinanze di note discoteche. L’ausilio di altre macchine o l’arrivo di personale paramedico giunge dopo un tempo lunghissimo (chiedetelo a chiunque sia stato coinvolto in una colluttazione, i minuti paiono ore).

Strano che ci si sia accorti solo ora di un fenomeno, l’abuso d’alcool, tutto sommato meno grave di altre problematiche che, pur essendo sotto gli occhi di tutti, sembrano poi non suscitare l’allarme dovuto.

Le cronache degli ultimi mesi riportano, purtroppo, con sempre maggiore frequenza, casi di morte per assunzione di stupefacenti ed altri casi in cui persone sotto l’effetto di sostanze psicotrope mettono in pericolo se stessi ed altri.

Anche quando, per buona sorte, non si giunge ad esiti fatali o ferimenti, la correlazione tra l’assunzione di droghe e la compromissione dell’incolumità delle persone traspare netta. Mettendo da parte le valutazioni di carattere morale relative all’uso di droga – che spettano ad altri – vorremmo sottoporre all’attenzione di chi legge, il punto di vista di chi, per motivi di servizio, si trova a reggere il primo impatto con soggetti sotto l’influsso di allucinogeni od altre droghe che “separano” il soggetto dalla realtà che lo circonda.

Nella maggior parte dei casi sono i cittadini che chiamano le centrali operative delle Forze dell’Ordine o del 118, allarmati dal comportamento di questi individui.

Le situazioni davanti alle quali ci si trova sono le più disparate: alcuni giacciono a terra in stato di semi incoscienza, altri scappano istintivamente alla vista della Polizia e si rende necessario fermarli poiché a volte si buttano in strada incuranti del traffico, altri passano direttamente allo scontro fisico.

Orbene, sentite le esperienze di tutti quelli che lavorano giorno e notte in strada, non si può non constatare che l’irruzione sul mercato di nuove droghe (anfetamine, ecstasi, chetamina ed altre schifezze), ha cambiato lo scenario rispetto a quando si parlava solo di “canne” o “buchi” da eroina.

L’imprevedibilità degli effetti di queste nuove sostanze su ogni singolo soggetto fa sì che ci si  possa trovare innanzi a persone semplicemente smarrite nel tempo e nello spazio, ma ci si può imbattere, in chi, ghermito da un delirio allucinatorio, crede di trovarsi di fronte ad un nemico mortale, da combattere in tutti i modi.

Non si creda che eventi di questo genere siano rari, ormai si ripetono con frequenza preoccupante e molte volte abbiamo chiesto che specialisti del settore stilino un protocollo chiaro col quale vengano definiti i comportamenti di massima da tenere in caso “difficili”; abbiamo ottenuto quasi sempre risposte che ci sono parse evasive, teoricamente molto apprezzabili, ma scostate dalla realtà operativa.

Tanto per portare un esempio, vorremmo ricordare che a volte, paradossalmente, le Forze di Polizia, vengono chiamate in ausilio da personale dei reparti psichiatrici per “contenere” dei pazienti che rifiutano ogni terapia od aiuto. Quale conclusione dobbiamo trarne?

Se personale medico e paramedico, formatosi in anni di studio, addestrato a gestire pazienti psichiatrici (cronici o temporanei) ed abituato a certi frangenti  deve chiedere aiuto alla Polizia anche quando di trova all’interno di reparti chiusi, quali difficoltà può trovare  per strada un poliziotto?

Ci si affida all’esperienza, al buon senso ed alla “buona stella” ; ha senso continuare così?

Ci aggrappiamo ad una certezza: la maggior parte dei giovani non si ubriaca e esecra ogni contatto con la droga.

Il fenomeno non va ingigantito o peggio ancora strumentalizzato; però negare la realtà è da irresponsabili: di sicuro chi dice che “per una pasticca di extasi non è mai morto nessuno”, non ci aiuta ad affrontare il problema.

E questo non lo affermiamo solo come poliziotti; ma da genitori preoccupati per i loro figli.

Luca Caprini, segretario del Sindacato Autonomo di Polizia di Ferrara

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