Economia e Lavoro
7 Ottobre 2011
I sindacati lanciano il Manifesto sul mercato del lavoro agricolo ferrarese

Dall’omicidio a Portomaggiore un codice etico per i braccianti

di Redazione | 4 min

Leggi anche

False qualifiche in cambio di denaro, maxi-inchiesta nazionale partita dal Ferrarese

Un’indagine nata nel cuore del Ferrarese ha portato alla luce un vasto giro di falsi certificati professionali e titoli di studio, con ramificazioni in ben 27 province italiane. Tutto è cominciato nel marzo dello scorso anno, quando i carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (Nas) di Bologna hanno effettuato un controllo in una casa di riposo della provincia di Ferrara

Tamponamento in via Bologna, cinque feriti e traffico in tilt

Mattinata difficile per la viabilità cittadina quella di martedì 6 maggio, quando poco dopo le 8 un tamponamento con cinque feriti ha mandato in tilt il traffico lungo via Bologna, all’altezza della località Uccellino, nei pressi dell’imbocco verso il casello autostradale di Ferrara Sud

Valorizzare il Po di Volano e renderlo più resiliente ai cambiamenti climatici

Definire criticità e potenzialità del fiume e delle aree umide circostanti, con l’obiettivo di renderle più resilienti ai cambiamenti climatici e valorizzarle dal punto di vista ambientale, turistico e culturale. Sono questi gli obiettivi del documento d'intenti che porterà alla firma del contratto di area umida per il Po di Volano

Nella foto, da sinistra: Mirko Cavallini, Fabrizio Tassinati e Davide Bergonzini

Sono passate tre settimane dall’omicidio del bracciante agricolo romeno Florian Badea, ma i sindacalisti garantiscono che già da tempo ragionavano sul tema. E così, per una volta uniti, i segretari dei sindacati dei lavoratori agroindustriali Fabrizio Tassinati (Flai-Cgil), Davide Bergonzini (Fai-Cisl) e Mirko Cavallini (Uila) hanno lanciato questa mattina un ‘Manifesto sul mercato del lavoro agricolo ferrarese’, un documento la cui realizzazione, spiegano, “è stata accelerata proprio dai recenti fatti di sangue”.

“Da noi l’agricoltura ricopre un ruolo importante a livello sia regionale sia nazionale – è la premessa di Bergonzini –, ma purtroppo produce un’offerta di lavoro non all’altezza, a causa della sua precarietà”. Non sarebbero in pratica utilizzati “quei meccanismi normativi che pure esistono – spiega Cavallini –, lasciando così spazio a faccendieri o veri e propri delinquenti che colmano un vuoto, ricorrendo ad esempio agli appalti e ai voucher in maniera irregolare”. Proprio per combattere il lavoro nero erano stati introdotti i voucher, buoni rilasciati dai datori di lavoro dei quali i braccianti possono pretendere il valore corrispondente.

Ovviamente, “chi si muove sul filo della legalità – prosegue il numero uno della Uila – contratta le tutele e i salari al ribasso, creando un vero e proprio problema sociale, per cui anche chi ora lavora con un contratto regolare rischia di vederselo rinnovato a condizioni peggiori di quelle stabilite dagli accordi provinciali”.

Questo comportamento non colpisce solo i lavoratori, “ma è anche un problema delle aziende, perché quelle che violano le norme si trovano poi sullo stesso mercato di quelle che le rispettano, per cui si rischia che anche le più virtuose cambino pratiche”.

Tra le cause del fenomeno, l’elevata componente, nell’agricoltura ferrarese, di lavoratori stranieri, che, anche se, come ricorda Tassinati, “non vanno messi contro gli italiani”, rappresentano ormai il 46,3% della nostra manodopera, a fronte di un dato regionale che si ferma al 18,7. “Se alcuni anni fa questo dato aveva una sua giustificazione – scrivono a sei mani i sindacalisti nel lancio del loro manifesto –, dettata dall’impossibilità di trovare manodopera da parte delle aziende, oggi riteniamo che la situazione sia cambiata, essendo aumentata la richiesta di lavoro da parte di residenti, ancorché nati all’estero”. Gli stranieri insomma non sarebbero piùintegrati ai lavoratori italiani – parola del sindacalista cigiellino –, ma sostituiti a loro”.

Tassinati chiama in causa in ogni caso anche il Governo (“prima ha dipinto quello agricolo come un non lavoro, poi ha creato il sistema dei voucher per risolvere il problema del nero, che però negli ultimi anni è aumentato”) e anche qualche azienda agricola ferrarese: “Le associazioni datoriali non possono far finta di niente”.

In ogni caso, proprio alle associazioni (Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura nella nostra provincia), si rivolge il manifesto, che invoca anche la mediazione istituzionale: “Da soli non possiamo risolvere i problemi” affermano all’unisono Tassinati e Bergonzini. È la stessa presidente della Provincia Marcella Zappaterra ad essere chiamata in causa dunque, poiché detiene personalmente la delega all’Agricoltura, “un fatto positivo” secondo il segretario territoriale della Fai.

Da parte loro, le tre sigle scriveranno a brevissimo un codice etico, “che manderemo alle associazioni e alla Provincia, sperando che sia un segnale colto positivamente”, spiega Tassinati, ma non ci si fermerà a questa “vetrina”: si chiede infatti anche di “mirare le verifiche sul mercato del lavoro agricolo – spiega Bergonzini –, incrociando i dati delle dimensioni aziendali e del numero di giornate lavorative richieste. Se un’impresa di 50 ettari chiede 50 giornate lavorative ed un’altra delle stesse dimensioni ne domanda 1.500 – esemplifica il segretario Fai –, non si può parlare di concorrenza cinese”.

Nel far incontrare domanda e offerta di lavoro bisognerebbe poi “tornare all’antico – sempre per Bergonzini –, coinvolgendo anche i sindacati oltre che i centri per l’impiego, attraverso i quali ormai da tre-quattro anni non si passa più: gli strumenti esistono”.

Non solo controlli però, ma anche un sistema premiante per le aziende che rispettano le regole: “Siccome esistono standard per i prodotti biologici – è il paragone conclusivo di Cavallini –, perché non creare un apposito marchio con cui contraddistinguere quelli realizzati mantenendo alta la qualità del lavoro?”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com