“Ogni italiano dovrà valutare quanto gli costa mantenere un capo del governo, assieme al quale i premier delle altre nazioni europee si vergognano a farsi fotografare”. Dario Franceschini ha risposto lapidario alle domande dei giornalisti, che gli chiedevano un commento sulla proposta di Casini di un governo di larghe intese: “Dopo Berlusconi tutto è possibile”. Il capogruppo alla Camera del Pd è intervenuto ieri all’apertura al pubblico della mostra “Gli anni folli”, a Palazzo Diamanti, per accompagnare – lui ferrarese doc – in qualità di cicerone la visita di Gianfranco Fini e della compagna Elisatta Tulliani.
Il presidente della camera, atteso nel pomeriggio alla festa nazionale organizzata a Mirabello da Futuro e libertà, ha colto l’opportunità del viaggio a Ferrara per ammirare le opere esposte a Palazzo Diamanti. Lo ha guidato di sala in sala la direttrice della mostra Maria Luisa Pacelli, la quale ha illustrato con grande cura i dipinti, spiegandone le qualità e il significato attribuito loro dal percorso espositivo.
La mostra non è stata chiusa al pubblico, e un gran numero di curiosi e giornalisti hanno seguito passo passo questo tour così particolare, tra imponenti guardie del corpo e battute rilassate – “Sembra un po’ stordita” ha commento il presidente della camera, sorridendo in direzione de “La rossa”- . Fini non ha voluto rilasciare interviste, ha commentato con riservatezza unicamente le opere. Ha dedicato particolare attenzione alle disarmoniche “Maternità” di Picasso e, colpito dai due lavori di Severini – “La finestra dei colombi” e il “Pulcinella”- , ha invitato la direttrice Pacelli a Roma, per farle ammirare i quadri esposti nel palazzo e nella sala dove lavora: “Non sono molti, ma c’è Severini, De Chirico, e ovviamente il “Il paesaggio con casa rosa” di Morandi”.
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