Politica
11 Settembre 2011
Bratti e il ‘rottamatore’ Civati discutono di ambiente e conflitto sociale

“Se un precario mi dà un pugno fa bene”

di Redazione | 3 min

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L’onorevole Alessandro Bratti e Pippo Civati, consigliere regionale in Lombardia (uno dei ‘rottamatori’ con il suo movimento “Andiamo Oltre”), si sono confrontati a Pontelagoscuro sul tema dell’ambiente, argomento cardine per la festa, a cui si è voluta ispirare anche la scelta del nome “Ponte d’ambiente”. Bratti ha subito invitato il pubblico a fare più attenzione al testo della manovra: “L’articolo 4 ripropone articolato ciò che il referendum di aprile aveva bocciato, ovvero l’apertura alla privatizzazione dei servizi locali, in direzione contraria quindi alla volontà espressa dai cittadini”.

Da questo primo spunto in poi però l’ambiente è rimasto marginale. La discussione tra gli ospiti e il pubblico si è concentrata più che altro sui temi all’ordine del giorno, e sulle problematiche relazionali che rallentano la crescita del Pd. Dalla manovra si è passati al caso Penati, alle prospettive del sindaco fiorentino Matteo Renzi, alla possibilità di abolire le province e i piccoli comuni, ai costi della politica. “Almeno le mostruosità dobbiamo interromperle  – ha commentato a proposito Civati -. Negli ultimi venti anni in Italia sono passati 8 punti di Pil dai salari ai profitti, e la politica non funziona. Non risolve il conflitto sociale, lo nega. Se non eri con Marchionne venivi considerati un antimoderno, eri fuori moda”. Ha aggiunto provocatoriamente il consigliere: “Se un precario mi dà un pugno fa bene”.

Bratti, parlando della criticità del paese nei confronti della classe dirigente, ha voluto rimarcare come “tutti si concentrano ora sul dimezzamento dei parlamentari, ma prima bisogna cambiare la legge elettorale. Attualmente rimarrebbero solo quelli nominati dal capo, sarebbe un pericolo maggiore per la democrazia”. L’onorevole ha inoltre sottolineato come “si possono cambiare molte cose a partire da subito, gli strumenti da mettere in campo ci sono. Senza ricorrere a una riforma costituzionale, semplicemente usando gli atti regolamentari si potrebbe dare un segnale forte di rinnovamento al paese”.

In chiusura, a seguito di una domanda sull’Expo milanese, i ragionamenti sono ritornati al tema originale, ed entrambi gli invitati hanno proposto alcune riflessioni in merito alla speculazione urbanistica. “Gli enti locali sono andati avanti grazie all’Ici e agli oneri di urbanizzazione, imposte che spingono molto sull’uso del suolo. Lo sfruttamento indiscriminato di questa risorsa è ora uno dei problemi principali per il paese, ogni stagione l’assetto idrogeologico è messo a dura prova, e anche il profilo paesaggistico ne ha molto risentito”, Civati ha quindi spiegato le logiche di interesse implicite all’urbanizzazione, guardandosi dal rassicurare i ferraresi: “In Emilia Romagna la quantità di suolo utilizzato non è tanto diversa da quella della Lombardia, e in Italia con il cemento ci mangiamo ogni giorno dieci campi da calcio”. Bratti ha proposto quindi “di lavora per l’ammodernamento di quanto già esiste, recuperare le strutture edilizie.  Una nuova economia del mattone è possibile, ma bisogna fare una scelta chiara ed essere coerenti”.

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