Cronaca
30 Agosto 2011
Per il giudice il locale non era responsabile dei rumori in strada

Street bar, il B-Side ha chiuso per niente

di Redazione | 2 min

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Un'immagine di via Mayr affollata da frequentatori di street bar

Dopo quasi cinque anni di lamentele, domande di risarcimento, controlli acustici e tentativi falliti di conciliazione, il giudice Sonia Porreca si è pronunciata sulla causa civile intercorsa tra Bertilla Mazzanti e Anna Maria Zuccatelli, residenti in via Carlo Mayr e presidente la prima al momento dell’inizio del procedimento del Comitato stop al rumore e al degrado, e la G.M.G., società che fino al 2009 ha gestito nella stessa via lo street bar B-Side. Il tribunale ha assolto sia la ditta che il suo legale rappresentante, Alessandro Miozzo, ritenuti non responsabili delle immissioni sonore che disturbavano il sonno dei residenti.

Le rilevazioni Arpa hanno infatti stabilito come effettivamente dalle abitazioni fosse percepibile un forte rumore, ma non è stato possibile associare la sua provenienza al locale. Il chiasso derivava dalle persone a passeggio lungo la via, non dall’interno del B-side. La richiesta risarcitoria è stata quindi bocciata.

Il giovane Alessandro Miozzo, che “a causa delle ripetute proteste – spiega ai giornalisti – e dei conseguenti controlli continui da parte delle forze di polizia è stato costretto a liquidare l’attività”, ha commentato con rammarico l’epilogo giudiziario: “a lungo è stata cercata una mediazione ma il dialogo è sempre stato negato, anche in fase legale. Questa non è una vittoria, solo una piccola soddisfazione arrivata troppo tardi”.

L’avvocato David Zanforlini, che si è occupato della difesa del commerciante, ha voluto rendere pubblica la conclusione di questa vicenda: “credo sia giusto dare voce a chi non è colpevole. In parte a causa dei nostri meccanismi giudiziari, in parte a causa della decisione del Comune di non assumersi responsabilità, questa vicenda ha segnato la fine delle ambizioni imprenditoriali dei nostri clienti, che hanno perso l’ingente investimento necessario per aprire il locale e che saranno indebitati per il resto della loro vita”. E ha sottolineato come: “Via Carlo Mayr è una strada canyon, i rumori vi rimbombano dentro. Conoscendo questa particolarità il Comune dovrebbe rilasciare le autorizzazioni solo a seguito di un intervento a tutela dei cittadini, utilizzando barriere antirumore e asfalto fonoassorbente. Le istituzioni pubbliche dovrebbero aiutare sia il singolo che le aziende”.

“Ricordiamo com’era una volta quel tratto di strada, ti inseguivano con le siringhe – ha aggiunto l’avvocato Gianluca Filippone, che ha lavorato con Zanforlini alla difesa -. Ora che i locali sono riusciti a rivalutare la zona non si possono bastonare i commercianti per non perdere i voti dei residenti”.

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