Copparo
25 Luglio 2011
Gli scavi portano alla luce relitto di aereo inglese caduto nel copparese

Scoperti i resti di un poeta aviatore abbattuto nel ’45

di Marco Zavagli | 4 min

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Un bombardiere Boston-Avoc della Raf

Copparo. “Al passava a basa quota e al smitragliava tut quel cal vdeva o cal smueva!” (Passava a bassa quota e mitragliava a tutto quello che vedeva o si muoveva!). Era un “Pippo”, un aereo da caccia americano, un Mosquito, che stava terrorizzando la campagna del copparese nei pressi di Saletta. Sono i ricordi del signor Giordano Melchiori, che oggi ha 82 anni. Ne aveva appena 15 quando venne “reclutato” insieme ad alcuni coetanei dai tedeschi per allestire in mezzo ai filari di pioppi una piccola contraerea. Quel giorno di fine marzo inizio aprile del ’44 l’improvvisata artiglieria raggiunse il suo scopo.

L’aereo, bruciò per svariati giorni nel cratere che si formò, l’ala era costruita interamente in legno ed infilata nella fusoliera. La milizia non permetteva ai civili di avvicinarsi, e dei piloti non si seppe nulla. Non contenti, qualche giorno dopo, i ragazzini riuscirono a tirare fuori uno dei due motori e lo portarono, per venderlo, in una piccola fonderia artigianale. Nessuna traccia dell’ equipaggio.

Il signor Giordano non avrebbe mai pensato che quel relitto sarebbe riemerso dal suo sarcofago di terra dopo 66 anni. La sua testimonianza è stata raccolta il 31 agosto 2006 da Fabio Raimondi, appassionato di ricerche aereonautiche e tra i fondatori del blog Archeologia dell’aria (http://archeologidellaria.tuttovola.org). “Erano mesi e mesi che ne sentivamo parlare – scrive sulla pagina web Raimondi -; gli anziani dicevano che un “Pippo” era stato abbattuto nelle campagne di Copparo. Abbiamo la fortuna di conoscere bene uno dei testimoni diretti di allora, il sig. Giordano che dopo una breve intervista, ci porta sul luogo dell’impatto, non prima di aver avvisato il gentilissimo responsabile del terreno e la proprietà del terreno”.

Partono le ricerche. Con il primo sondaggio con i metal detector, e scavando non troppo in profondità, vengono portati alla luce molti frammenti in alluminio. Il passo successivo è portare alla luce, sepolto più in profondità, il secondo enorme motore: un Merlin Rolls Royce di 12 cilindri in linea, 33.500 cc, capace di erogare 1.450 cv di potenza.
Partono quindi le ricerche in internet e negli archivi per sapere lo squadrone di appartenenza. Uno degli ‘archeologi dell’aria’ scova una preziosa pagina sul web che offre una chiave di lettura che porta a un Mosquito, caduto presumibilmente causa contraerea il 19 aprile 1945, vicino a Copparo. Gli scavi continuano. E piano piano spuntano un tubo, l’attacco per le bombe, fascette, fibie, corona, interruttore.

I pezzi del puzzle iniziano a prendere forma. Ma non nel senso fino ad allora pensato. Quello che all’inizio sembrava un piccolo aereo di perlustrazione diventa un bombardiere Boston-Avoc della Raf (nome di combattimento ‘Burma’). Gli scavi – con una cinquantina di archeologi arrivati dalla Toscana e da Cremona – si concentrano nella giornata di sabato scorso. Vengono rinvenuti anche un anello, una lametta da barba, un orologio e frammenti di ossa che sono state consegnate alla medicina legale di Ferrara per essere analizzate. Sono state trovate anche ossa umane, ora conservate in una cassetta zincata affidata dai carabinieri di Copparo sempre alla medicina legale. I reperti saranno custoditi ed esposti nel museo di Felonica a partire da settembre 2011.

Intanto però l’anello ha un nome. È quello di David Perkins con le iniziali e nel retro una dedica, “Chris with love”. Viene rinvenuto anche un orologio da polso. Nel fondello si scorgono ancora le iniziali, il cognome e il numero di matricola militare del proprietario: H.J. Hunt 433038.

Raimondi trova in internet l’archivio nazionale australiano (N.A.A) con il file di Hunt disponibile: la foto, il libretto personale missioni e il rapporto di quella notte con tutti i nomi dell’equipaggio, il tipo di missione e il tipo di velivolo. L’aereo era decollato da Forlì alle 20.45 del 21 aprile 1945, quattro giorni prima della Liberazione: sono John Penboss Hunt, australiano, il mitragliere; Alexander Thomas Bostock, inglese, operatore radio; David Millard Perkins, navigatore. Arrivando al quarto nome la scoperta si fa ancora più sensazionale. Una delle vittime è David Kennedy Raikes, poeta aviatore scomparso a 20 anni ancora da compiere durante la sua ultima missione. Le sue poesie vennero pubblicate postume in una raccolta del 1954.

Ora alla storia verranno consegnati non solo i suoi versi.

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