Eventi e cultura
31 Marzo 2011
In apertura del Salone del Restauro, convegno sulla gestione integrata dei beni culturali

Daverio: “Cultura, unica salvezza contro Bossi”

di Redazione | 15 min

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Scorci della città e paesaggi del nostro Delta del Po ‘targati Unesco’ sono, da ieri, mercoledì 30 marzo, cornice d’eccezione della XVIII edizione del Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali, allestito presso il quartiere fieristico cittadino fino a sabato 2 aprile.
Una vetrina privilegiata per promuovere il patrimonio culturale del nostro territorio, in cui Comune e Provincia di Ferrara, assieme all’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale dell’Unesco, hanno scelto di presentare i progetti di restauro e riqualificazione presenti e futuri, valorizzando così le bellezze del sito estense che dal 1995 è inserito nella lista Unesco per il suo centro storico e, dal 1999, lo è anche per il suo delta del Po e le Delizie estensi.
Il variegato spazio espositivo di Ferrara Fiere, ospitando 33 stand di istituzioni e sponsor privati, presenta un intenso calendario di incontri, workshop, seminari e tavole rotonde che si susseguono nell’arco dei quattro giorni di questa manifestazione che si pone come il primo e più importante evento nazionale dedicato all’arte del restauro e della conservazione del patrimonio artistico italiano.
Poco dopo l’inaugurazione, avvenuta alle 11 di ieri mattina, addetti ai lavori, rappresentanti delle istituzioni, studenti e cittadini si sono dati appuntamento presso la ‘sala Schifanoia’ del salone, per confrontarsi in merito alla ‘gestione integrata dei ben culturali’, ovvero ‘La politica del restauro’, questo il titolo della tavola rotonda promossa dal Mibac, il Ministero per i beni culturali e le attività culturali. Al tavolo dei relatori, insieme al celebre storico dell’arte Philippe Daverio, c’era Mario Resca, direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del Mibac, Stefania Massari, direttrice dell’Istituto centrale per la Demoetnoantropologia, e Maria Cristina Misiti, direttrice dell’Istituto centrale per il restauro. Atteso ma assente, invece, Vittorio Sgarbi. Ad aprire l’incontro, i saluti dell’assessore regionale Massimo Mezzetti, Enrica Domenicali, per la Provincia di Ferrara, il sindaco Tiziano Tagliani e il presidente della Camera di Commercio, Carlo Alberto Roncarati.

“Non ci sarà nessuna politica di sviluppo, se il settore culturale sarà ritenuto marginale” ha dichiarato Mezzetti, richiamando a una “radicale inversione di tendenza delle politiche di tutela dei beni culturali”. “A fronte di tagli ai finanziamenti alla cultura, occorre chiedersi come spenderli, mettendo a sistema le conoscenze in una visione d’insieme del patrimonio culturale, artistico e ambientale”.

La necessità di una visione d’insieme del patrimonio è stato rimarcato da Domenicali, che ha fatto il punto sui più recenti interventi di restauro che stanno interessando i grandi rilievi lapidei del Castello Estense: il ‘Wor.Bas’’ sulla Torre dei Leoni e l’’Aquila sulla ruota a otto raggi’ in quella di San Paolo. “I restauri – ha evidenziato la responsabile, ripercorrendo la storia dei due monumenti -, condotti con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna, si sono conclusi lo scorso anno per quanto riguarda l’altorilievo “dell’aquila sulla ruota”, mentre è atteso per la tarda primavera il completamento del Wor.Bas, con la soluzione di un complesso problema di restituzione filologica”.

“La citta d’arte è tale – ha sostenuto il primo cittadino – se è in grado di mettere in relazione il contesto storico e il mondo esterno, oltre ai propri cittadini: ciò significa vivere la cultura come privilegio, ma anche come percorso da fruire”. Ferrara in questo senso si caratterizza, secondo Tagliani, per un “sentimento di promozione che recita le parole dell’accoglienza: in questo è fondamentale il tessuto sociale”. Il sindaco ha ribadito il concetto di ‘cultura diffusa’: “come amministratori – ha dichiarato Tagliani – siamo chiamati a investire nel settore culturale non solo risorse economiche, ma soprattutto nella promozione della capacità di leggere il patrimonio culturale, investendo sui giovani, sulla scuola, sull’educazione”.

Roncarati ha ricordato come siano circa 800 le imprese, per lo più piccole, che ruotano attorno al mondodel restauro e della fruizione dei beni culturali nella nostra città. “In un periodo difficile, caratterizzato dalla globalizzazione, è emerso un dato – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio -: chi si distingue, vince. Ovvero, le eccellenze, la qualità che possediamo, diviene leva turistica. Pertanto occorre una visione che permetta di mettere a frutto efficacemente il nostro territorio: il ‘modello Ferrara’, in questo senso, è esempio di mettere a sistema le esperienze e le competenze con questo obiettivo”. Roncarati ha rivolto parole di encomio ai “neomecenati, come Della Valle, che rispondono alle sollecitazioni del settore, intervenendo direttamente a sostegno di opere per la città, riconoscendo come ricevano più notorietà e vantaggio rispetto a semplici investimenti pubblicitari”.

“Non dedichiamo abbastanza risorse economiche e competenze – ha dichiarato Resca -: occorre una strategia coerente e responsabile, per attivare una potente risorsa economica, quale il turismo. Negli ultimi due anni, abbiamo conquistato il 16 percento di affluenza. Siamo una potenza culturale, ma il nostro sistema di proposta non è adeguatamente competitivo, di fronte ad un turismo culturale in progressiva crescita. Dalla Cina – ha fatto sapere Resca -, si contano 200milioni di turisti. Pertanto occorre che la cultura diventi priorità di governo e dell’economia: i privati devono investire nel settore, occorre puntare sul marketing anche verso la casalinga di Voghera”. Innovazione, traporti, trasparenza, meritocrazia, giovani, accoglienza, incentivi fiscali verso gli sponsor: queste le parole d’ordine della sfida del dirigente del Mibac: “Il nuovo ministro Galan – ha riferito Resca – è deciso a lanciare la supremazia del Mibac”. Resca ha ricordato inoltre che è al via il progetto del nuovo Museo della cultura italiana in Cina, precisamente in piazza Tienanmen.

L’intervento del protagonista del convegno, Philippe Daverio, ha argomentato “un’ipotesi di destino del pensiero sul restauro: riprendere il passato, reinventare il domani e fare una bella figura con i pronipoti”. Una relazione tra storia e situazione attuale del turismo, quella che ha illustrato Daverio, che ha rintracciato l’etimologia politica del termine ‘restauro’ , nel congresso di Vienna: “Prendere coscienza del passato – ha dichiarato lo storico – è fondativo dell’identità nazionale”. Un’identità, che secondo Daverio, “ancora manca all’Italia che celebra i suoi 150anni di unità, ma che è ancora in tempo per riflettere sul fatto che non è mai stata all’altezza di gestire la potente eredità dei sette paesi che ha unito”. Daverio sostiene che le risorse economiche destinate alla cultura dallo Stato non siano minori di quanto facciano Francia e Germania: “Se calcoliamo le spese complessive, noi superiamo i tedeschi” ha dichiato lo storico: “Ma abbiamo delle scuse: il nostro patrimonio, a differenza di quello tedesco, richiede maggiori interventi poiché più antico”. Le criticità stanno allora, secondo l’esperto, nel ‘come’ vengono spesi: “Occorre ripartire da una maggiore consapevolezza nel gestire i fondi, ridando autorevolezza a chi ce l’ha e riconoscendo i percorsi di carriera”. Ma non basta tutelare il patrimonio fisico, secondo Daverio: “Il Mibac è l’unica salvezza contro Bossi: l’identità nazionale si fonda sulla sensibilità culturale, sulla combinazione tra patrimonio e eredità. In questo senso, solo riqualificando le intelligenze attraverso la cultura potremmo diventare primi nel mondo dell’alta manifattura. Infine, ognuno di noi – ha provocato Daverio – dovrebbe adottaro un ricco. Come? Puntando sulla qualità della vita, ovvero ridisegnando il paesaggio complessivo del Paese”.

Nella seconda parte del convegno, si sono alternati esponenti del mondo universitario e specialisti del settore, ribadendo come l’investimento culturale rappresenti un valore aggiunto che attraverso una adeguata gestione integrata, e diventi volano per lo sviluppo economico dell’intero territorio. In conclusione, sono stati presentati dei case histories, ovvero modelli di gestione integrata a testimonianza della collaborazione tra pubblico e privato.

Di seguito, gli appuntamenti di oggi, giovedì 31 marzo:

Convegni

ORE 9.30 – 13.30, SALA ERMITAGE, PAD.5, PIANO TERRA
IL RESTAURO DEGLI ARAZZI CON STORIE DI GIUSEPPE EBREO PER LA SALA DEI DUECENTO DI PALAZZO VECCHIO DA CARTONI DI AGNOLO BRONZINO E FRANCESCO SALVIATI
Promosso dall’ Opificio delle Pietre Dure – Settore arazzi

Introduzione alla storia del venticinquennale restauro dei dieci arazzi della serie con “Storie di Giuseppe Ebreo”, condotto a Firenze (1985 – 2009) Clarice Innocenti, direttrice del Settore di Restauro degli Arazzi dell’Opificio delle Pietre Dure
Le “Storie di Giuseppe” per il Salone dei Duecento in Palazzo Vecchio su disegni e cartoni di Bronzino, Pontormo, Salviati Lucia Meoni
L’intervento sugli arazzi con “Storie di Giuseppe”, in rapporto alle contemporanee esperienze di restauro affrontate nel laboratorio dell’Opificio Clarice Innocenti
Il restauro delle “Storie di Giuseppe”: messa a punto di una metodologia operativa in continua evoluzione Gianna Bacci, restauratore direttore coordinatore dell’Opificio delle Pietre Dure
Dal “Sogno dei manipoli” a “Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre” : excursus sul restauro Costanza Albi, Patrizia Vaggelli, restauratrici
L’altra faccia dell’arazzo: curiosità storiche e aspetti tecnici della foderatura, Rita Banci, restauratrice diplomata presso la Scuola di Alta Formazione dell’OPD
Analisi preliminari sulle componenti del degrado. Messa a punto del metodo di pulitura e sua evoluzione. Caratterizzazione dei filati metallici e problemi di conservazione, Isetta Tosini, Laboratorio Scientifico dell’OPD, funzionario biologo
Caratterizzazione dei coloranti naturali, Ilaria Degano, Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, Università di Pisa

ORE 9.30 – 13.30, SALA MARFISA, PRIMO PIANO, ATRIO
IL RESTAURO DEL NANO MORGANTE DEL BRONZINO
Promosso da Opificio delle Pietre Dure – Settore dipinti su tela e tavola, in collaborazione con Edifir-Edizioni Firenze

Introduzione Cristina Acidini, Soprintendente ad interim dell’Opificio delle Pietre Dure
Il progetto generale di conservazione – Marco Ciatti
Il naturalismo del nano Morgante – Antonio Natali
Le indagini, la scelta operativa e la sua realizzazione: rimozione delle ridipinture e assetto estetico – Diane Kunzelman
Caratteristiche del supporto tela, danni e relative soluzioni tecniche nei vari periodi del restauro – Debora Minotti, Luisa Landi
Tutti i doni del Nano: le ragioni di una storia, condizioni, occasioni, scelte – Ezio Buzzegoli

ORE 10.30 – 13.00, SALA DIAMANTI, PAD.1, PIANO TERRA
IL PROGETTO DI RESTAURO CONSAPEVOLE
PRESENTAZIONE DEI PROGETTI VINCITORI DELLA 1° EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI RESTAURO ARCHITETTONICO “DOMUS RESTAURO E CONSERVAZIONE FASSA BORTOLO”
Coordinamento scientifico: LaboRA Laboratorio di Restauro Architettonico, Centro DIAPReM, Laboratorio ArcDes, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Ferrara, afferenti al TekneHub, laboratorio in rete del Tecnopolo di Ferrara – Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna
Patrocinio: Ordine degli Architetti P. P. e C. della Provincia di Ferrara
Il convegno è realizzato con il supporto tecnico della Fassa Bortolo SpA
Media partner: Maggioli Editore

Presentazione dei progetti vincitori della prima edizione del Premio Internazionale di Restauro Architettonico denominato “Domus restauro e conservazione”, ideato e promosso dalla Facoltà di Architettura di Ferrara e dalla Fassa Bortolo volto a diffondere ad un ampio pubblico restauri architettonici che abbiano saputo interpretare in modo consapevole i principi conservativi, anche ricorrendo a forme espressive contemporanee, nei quali la comunità tecnico-scientifica si possa riconoscere in modo ampio.
Intervengono tutti i vincitori e i menzionati del Premio.
Saranno presenti i membri della Giuria:
Giovanni Carbonara, Presidente, Ordinario di Restauro Architettonico e Direttore della “Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio”, Università Sapienza di Roma, Facoltà di Architettura “Valle Giulia”
Renata Codello, Soprintendente dei Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
Erich G. Steinmayr, Membro della Commissione Straordinaria per la Tutela del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura dell’Austria
Riccardo Dalla Negra, Ordinario di Restauro Architettonico, Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara e Direttore di LaboRA Laboratorio di Restauro Architettonico
Marcello Balzani , Segretario del Premio, Direttore del DIAPReM Centro Dipartimentale per lo Sviluppo di Procedure Automatiche Integrate per il Restauro dei Monumenti dell’Università di Ferrara.

ORE 10.30 – 13.30, SALA SCHIFANOIA, PAD. 2, PIANO TERRA
PRESENTAZIONE – SPETTACOLO DEL VOLUME IBC (ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI, CULTURALI E NATURALI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA) “STORIE DAL TRICOLORE. I RESTAURI NEI MUSEI DEL RISORGIMENTO IN EMILIA-ROMAGNA”
a cura di Antonella Salvi
con la collaborazione di Lidia Bortolotti, Marta Cuoghi Costantini, Iolanda Silvestri e Cecilia Tamagnini – Conservazione e Restauro del Servizio Musei IBC

Gli stivali di Anita, il mantello di Garibaldi, la sella di Vittorio Emanuele II, la Carta Cisalpina proposti accanto a divise, bandi, uniformi, bandiere e foulard sono gli oggetti dal forte potere evocativo custoditi nei musei della Regione Emilia-Romagna che raccontano un “pezzo” fondamentale della Storia nazionale e intrecciano piccole storie locali, episodi di vita di alcuni noti e meno noti protagonisti del Risorgimento, uniti dallo stesso ardore e dagli stessi ideali.
In coincidenza con il 150° anniversario della proclamazione del’Unità d’Italia e in totale aderenza tematica con questa importante ricorrenza, l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna propone una lettura “restaurata” di una delle pagine più celebri della storia d’Italia, attraverso una selezione di interventi di restauro promossi e finanziati dall’IBC nell’ultimo decennio a favore di uno specifico patrimonio regionale, quello appunto storico-risorgimentale. “Storie dal Tricolore” presenta una ricca galleria di oggetti suddivisi in tre sezioni tematiche: I protagonisti dell’Unità, Le bandiere del Risorgimento, Le Carte del Tricolore . Piuttosto che definire ogni oggetto con una scheda tecnica di restauro, si è deciso di contestualizzarlo nella propria “storia locale”, in quell’intreccio di cultura, letteratura, arte, pensiero politico e rivendicazioni popolari che caratterizza il periodo risorgimentale in tutte le sue espressioni. Il volume ospita anche unapprofondimento della figura di Ciro Menotti, intraprendente personaggio carpigiano e importante protagonista del Risorgimento.
Intervengono:
Giorgio Bonsanti , Professore onorario di storia e tecnica del restauro alle Università di Torino e di Firenze;
Ezio Raimondi, Presidente Istituto Beni Culturali;
Angelo Varni, Professore ordinario di Storia Contemporanea – Università di Bologna;
Antonella Salvi, Conservazione e Restauro del Servizio Musei – Istituto Beni Culturali, Curatrice; Autori dei testi

A seguire lo spettacolo di Paolo Nori (scrittore e attore)
“I nostri martiri sono tutti risorti! ”
monologo su Ciro Menotti (50 minuti)

ORE 14.30 – 18.30, SALA CASTELLO, PRIMO PIANO, ATRIO
IL BAROCCO DI VALLETTA: STORIA E RESTAURO
Organizzazione: Centro DIAPReM, afferente al Laboratorio TekneHub del Tecnopolo dell’Università Ferrara – Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna
Coordinamento Scientifico: Università di Malta – International Institute for Baroque Studies
Media Partner: Maggioli Editore

L’espressione barocca a Malta – vivacemente presente nella città-fortezza di Valletta costruita dai cavalieri ospitalieri di San Giovanni Battista dopo il grande assedio turcesco del 1565 e caratterizzata da una ricchezza straordinaria di sistemi difensivi di fortificazioni, palazzi e chiese, che tutti insieme formano un arredo urbano ortogonale di grande valore storico e impatto visivo richiede interventi di restauro professionale ad alto livello. In questo incontro gli interventi del professore Denis De Lucca, del dottor Stephen Spiteri e dell’architetto Hermann Bonnici indirizzano i principali argomenti tematici sulla storia e il restauro di questa capitale del barocco maltese, creato da Laparelli da Cortona nel Cinquecento ed elaborato da tanti altri architetti illustri come Buonamici e Carapecchia nel Seicento e Settecento sotto il patrocinio dei Gran Maestri della Sacra Religione di Malta.
Questo incontro apre il confronto anche sul bisogno urgentissimo di formulare un programma di lavoro per gestire una vera rinascita della “Città di Dio” dei Cavalieri Gerosolmitani, giustamente descritta dal viaggiatore francese Albert Jouvin de Rochefort nel 1664 come “l’une dés plus fortes places de l’Univers.”
Intervengono:
Denis De Lucca B.A. (Arch.); B.Arch. (Hons.); Ph.D. (Liverpool); F.A.S.I (U.K.); A.& C.E., Direttore del International Institute for Baroque Studies, Università di Malta
Hermann Bonnici B.E.& A (Hons.); MSc.Arch.Cons. (Edinburgh); A.& C.E., International Institute for Baroque Studies
Stephen Spiteri Dipl. (Int.Des) RI; B.A.(Hons); Ph.D., International Institute for Baroque Studies

ORE 14.30 – 18.30, SALA DIAMANTI, PAD. 1, PIANO TERRA
L’OFFICINA DI GIOTTO. IL RESTAURO DELLA CROCE DI OGNISSANTI
Promosso dall’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro di Firenze, in collaborazione con Edifir-Edizioni Firenze

Introduzione:
Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze e, ad interim, dell’Opificio delle Pietre Dure
Il progetto di conservazione e restauro: problemi e risultati Marco Ciatti
Il supporto ligneo: tecnica di costruzione, stato di conservazione e intervento di restauro Ciro Castelli, Andrea Santacesaria, Mauro Parri
La pittura della Croce di Ognissanti: letture tecniche ed intervento di restauro Paola Bracco, Ottavio Ciappi, Anna-Marie Hilling
Le analisi sul Crocifisso di Giotto della Chiesa di Ognissanti Giancarlo Lanterna, Carlo Lalli, Isetta Tosini, Andrea Cagnini, Maria Rizzi, Monica Galeotti
Monitoraggio termoigrometrico della cappella laterale della chiesa di Ognissanti e progetto per la verifica del microclima dopo la ricollocazione della Croce Roberto Boddi, Sandra Cassi, Fabio Sciurpi
L’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha realizzato il restauro della grande Croce dipinta di Giotto della chiesa fiorentina di Ognissanti (467×360 cm). L’intervento, iniziato dopo la mostra sull’artista del 2000, è stato compiuto dal Settore di restauro dei Dipinti mobili. Sia il restauro sia la complessa ricollocazione dell’opera sono state realizzate con la collaborazione di Arteria s.r.l. L’inaugurazione dell’opera restituita alla cittadinanza è stata lo scorso 6 novembre presso la Chiesa fiorentina di Ognissanti di Firenze.

ORE 14.30 – 18.30, SALA SCHIFANOIA, PAD.2, PIANO TERRA
ALBERTI’S BOX
IL PROGETTO CULTURALE MULTIMEDIALE PER LE ARCHITETTURE DI LEON BATTISTA ALBERTI
Coordinamento scientifico: Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti di Mantova
Centro DIAPReM, afferente al Laboratorio TekneHub del Tecnopolo dell’Università Ferrara – Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna
Collaborazione: Comune di Mantova
Media Partner: Maggioli Editore

Alberti’s Box è un nuovo modo per fare conoscere in Italia e all’estero gli edifici progettati da un grande intellettuale del Rinascimento: Leon Battista Alberti. La lunga sinergia tra il Centro dipartimentale DIAPReM di Ferrara e la Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti di Mantova ha maturato, in collaborazione con il Consorzio Ferrara Ricerche, un progetto culturale per mettere a disposizione di tutti la ricerca e la documentazione sulle architetture albertiane attraverso la ricostruzione di un flusso di immagini e riflessioni nel tentativo di mostrare come “progettava” l’Alberti e quali sono ancora i problemi che le sue architetture pongono. L’idea è molto semplice e nasce con l’intento di non sostituire in toto l’edificio reale, ma di sollecitare invece la sua visione diretta. Si tratta di una operazione attraente non solo perché propone una lettura trasversale degli edifici albertiani, ma perché ha come oggetto beni immobili quali i manufatti architettonici che senza un’operazione digitale di smaterializzazione corporea e di successiva rimaterializzazione, difficilmente potrebbero essere visualizzati, percepiti, compresi. Alberti’s Box è un format digitale riproducibile in loco e pensato con margini di flessibilità e adattabilità ai diversi spazi che saranno di volta in volta dedicati all’allestimento. Il progetto che viene presentato per la prima volta a livello internazionale al Salone del Restauro di Ferrara non sarà il modello definitivo del “cubo albertiano”, ma è una prima occasione per testare il progetto culturale e il relativo potenziale comunicativo.
Il convegno sarà l’occasione per presentare ed aprire un dibattito sull’Alberti’s Box presente al Salone del Restauro 2011.

Coordinamento:
Arturo Calzona, Presidente Fondazione Leon Battista Alberti Mantova
Marcello Balzani, Direttore del DIAPReM e del TekneHub, laboratorio in rete del Tecnopolo dell’Università Ferrara, Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna
Livio Volpi Ghirardini, Fondazione Leon Battista Alberti Mantova
Sono invitati:
Nicola Sodano, Sindaco di Mantova
Gianpaolo Benedini, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune Mantova
Caterina Bon Valsassina, Direttore Regionale BB.CC. Regione Lombardia
Carla Di Francesco, Direttore Regionale BB.CC. Regione Emilia Romagna
Roberto Cecchi, Direttore Generale per i Beni Storico, Artistici ed Etno-antropologici, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Andrea Alberti, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Verona Mantova, Brescia
Livio Volpi Ghirardini, Fondazione Leon Battista Alberti Mantova
Ach. Gianni Pirani: Presidente dell’Ordine degli Architetti P. P. e C. della Provincia di Ferrara
Francesco di Virgilio, Delegato alla Ricerca ed al Trasferimento Tecnologico, Università degli Studi di Ferrara
Carlo Bughi e Arch. Federico Ferrari, Centro DIAPReM, Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara

ORE 15.30 – 18.30, SALA ERMITAGE, PAD. 5, PIANO TERRA
CONCORSO DI PROGETTAZIONE DEL MUSEO NAZIONALE DELL’EBRAISMO ITALIANO E DELLA SHOAH. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO VINCITORE
Organizzato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna – Comune di Ferrara – Fondazione MEIS

Relatori: Carla Di Francesco, Riccardo Calimani, Marcella Zappaterra, Tiziano Tagliani, Gaetano Sateriale, Luca Roversi, Andrea Alberti, Mauro Checcoli, Alessandro Cambi

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