Cronaca
4 Febbraio 2011
I direttori generali di Sant’Anna e Ausl cercano di rassicurare su tempi e spazi di intervento

Pronto soccorso, “Giudicateci sui fatti”

di Redazione | 3 min

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“Giudicateci sui fatti, non in base a ipotesi di fantasia. Che circolano eccome, dato che sulla questione c’è ancora tanta confusione. Ma di sicuro con l’ospedale nuovo faremo meglio, molto meglio”. Tra gli impegni dei vertici di Ausl e S.Anna, oltre alla chiusura del cantiere di Cona, c’è quello di rassicurare i ferraresi sul trasloco del pronto soccorso. Paolo Saltari e Gabriele Rinaldi citano dati e tolgono qualche altro velo su ciò che sarà dell’anello del “vecchio” nosocomio cittadino. Prima di tutto però i due direttori generali di Ausl a Sant’Anna fanno, a beneficio dei più restii a comprendere, opera di chiarezza sul futuro dell’unità operativa dedicata alle emergenze: “Non ne avremo due, quella che sarà chiuso in corso Giovecca andrà a Cona. Pronto soccorso, Casa della salute e guardia medica sono cose diverse”.

La chiave della questione è fatta di tempi e spazi. Dalle ore 8 alle 20, spiegano i due dirigenti sanitari, avviene ben l’80% degli accessi al pronto soccorso. Di notte, dentro l’ospedale arriva poco più di un paziente all’ora. “Attenzione – avverte Rinaldi –, ovviamente non tocchiamo il diritto legittimo di ciascuno di ricevere le cure più appropriate. Ma questo dovrebbe dirci qualcosa”. Certamente a Davide Fabbri, il quale avrà il compito di coordinare il confronto con i diversi soggetti istituzionali e la progettazione delle attività nell’anello di corso Giovecca. Qui, dalle 8 alle 20, a disposizione dei pazienti ci saranno tre gruppi di medici di medicina generale e un nucleo di cure primarie: poco più di una ventina di camici bianchi in tutto, a cui fanno riferimento 35-40mila assistiti della città. E ancora ambulatori specialistici, dialisi, radiologia. Oltre che i servizi sociali del Comune e la direzione dell’Asl. Ma di notte? “Sarà aperta solo la Salute mentale”, ammette Saltari.

Ancora tempi e spazi, stavolta quelli per l’arrivo dei mezzi di soccorso a Cona. I due manager hanno già sul tavolo le tabelle delle rilevazioni effettuate cronometro alla mano. Rinaldi in conferenza stampa le fa scorrere velocemente, nulla più. Perché i due manager tengono a privilegiare un parametro in particolare: “E’ più importante – ribadisce Saltari – il tempo di arrivo dell’ autoambulanza sul posto dell’emergenza, rispetto a quello successivo per raggiungere Cona. Questo perché l’ambulanza è giù un ospedale che ti arriva a casa”. L’obiettivo, prosegue il direttore dell’Asl, è di incentivare sempre più il fatto che il primo contatto passi per la centrale operativa del 118. Rinaldi avanza un altro termine di valutazione, quello della “golden hour”: “Per le cinque patologie più gravi, ossia infarto miocardico, ictus, insufficienza cardiorespiratoria, ischemia e traumi cranici gravi, è fondamentale che nella prima ora si diano le risposte adeguate. A Cona – sottolinea il direttore del S.Anna – saremo in grado di farlo con ancora più efficacia ed efficienza: i percorsi interni ed esterni saranno ottimali, il livello di qualità si innalzerà”.

La parola più spesso citata da Rimaldi e Saltari è “integrazione”, ad ampio raggio: tra medici di base, guardia medica, 118. Anche in questo modo si possono evitare gli accessi inappropriati al pronto soccorso. Secondo i dati delle due aziende sanitarie, i codici “bianchi” e “verdi” (quelli di minore gravità) rappresentano oltre il 70% di quelli totali. Se gli accessi complessivi nei punti di primo soccorso del resto della provincia sono cresciuti del 15,6% negli ultimi dieci anni, a diminuire sono stati quelli seguiti da ricovero (-5,9% dal 2000 ad oggi). Al S.Anna la riduzione è stata del 4,7%, con la percentuale dei ricoveri sul totale degli accessi che l’anno scorso è stata del 18,9%. “La funzione di filtro dei pronto soccorso – spiegano Saltari e Rinaldi – è evidente e ha permesso il miglioramento dell’appropriatezza dei ricoveri. E’ il segnale inoltre di una miglior prevenzione”.

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