Accusato e offeso su Facebook di aver “menato” e “trattato malissimo” un paziente, e per questo oggetto di epiteti molto poco gentili. È il destino capitato a un medico che lavorava al punto di soccorso di Copparo, oggi parte civile nel processo che vede una donna di 48 anni accusata di diffamazione.
La vicenda risale al giugno del 2019, quando il medico – 64 anni, di natali iraniani, assistito dall’avvocato Claudio Maruzzi – intervenne per una chiamata d’emergenza relativa a un ragazzo che accusava dolori addominali.
Poco dopo, con il paziente nel frattempo portato all’ospedale, la madre scrisse su Facebook un post a dir poco livoroso: “Sono al pronto soccorso con […], ho chiamato l’ambulanza perché si è sentito male, prima di recarsi al pronto soccorso lo hanno portato dal dottore vicino ai vigili del fuoco di Copparo, gli a una prima visita in ambulanza il dott. […] posso dire che questo deficiente figlio di t…a ha menato […], lo ha trattato malissimo purtroppo chi ha visto non può parlare ma indagherò se lui è iscritto all’albo se lui è abituato a trattare così i pazienti può anche tornare al suo paese, sono cavoli… demente”.
Il post sparì qualche ora dopo, ma durò abbastanza per essere notato e per essere portato all’attenzione del medico che decise di denunciare.
Ieri in udienza è stata sentita un’infermiera, ultima teste del processo, che ha decisamente smentito tutta la ricostruzione fatta dall’imputata (difesa dall’avvocata Laura Bonora), come già era accaduto con gli altri testi.
Il 30 gennaio è in programma la discussione finale.
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